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Collina: "Diamo la moviola anche agli arbitri"
Poi precisa: non sono fan della tecnologia

Il designatore: «Non si accetta che possano sbagliare? Allora abbiano gli strumenti di chi li giudica»

ROMA - Platini ha detto recentemente che la televisione ha ucciso l'arbitraggio e il designatore Pierluigi Collina, in una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport, si mostra d'accordo: «È come se a un dottore si chiedesse di operare con gli strumenti di una volta i legamenti del ginocchio a un giocatore. Prima un infortunio così voleva dire carriera finita. Adesso dopo 5 mesi si può tornare in campo. Ecco, avrebbe senso colpevolizzare quel dottore?». A Collina viene chiesto se sta parlando quindi di moviola «Significa riportare le cose nella corretta dimensione: quella del campo e quella della televisione. Così non si può continuare: gli arbitri scendono sul terreno di gioco sapendo che la partita sarà vivisezionata per cercare gli errori da loro commessi. È giusto chieder loro di accettare tutto questo? Faccio una provocazione: a questo punto tanto vale utilizzare la tecnologia, altrimenti l'arbitro resterà l'unico a dover decidere con i suoi occhi mentre tutti gli altri valuteranno le sue scelte utilizzando strumenti sempre più perfetti. Il presidente Platini ha detto una cosa giusta, l'arbitraggio tradizionale è morto: occorre trovare una soluzione per ridurre il gap che oggi è enorme».

«LA PRECISAZIONE - La mia era una provocazione - ha poi precisato Collina ai microfoni di Sky - , fatta da una persona che ha cuore gli arbitri e non da sostenitore della tecnologia. Non si può andare avanti così e non è solo un problema italiano. Gli arbitri vengono colpevolizzati, perchè non riescono a vedere con i loro occhi quello che una tecnologia, che ha fatto passi da gigante, può mostrare». «Per quanto possano essere preparati - ha aggiunto Collina - e per quanto possano lavorare duramente, mai gli arbitri potranno competere con la tecnologia. O si capisce questo, e accettiamo che possano sbagliare, oppure, ed è qui la provocazione, diamo anche agli arbitri gli stessi strumenti di chi li giudica».

GLI ARBITRI DI PORTA - «Fuori di paradosso - ha detto ancora il numero uno delle giacchette nere -, un aiuto verrà certamente dagli arbitri di porta, la cui sperimentazione continua con risultati che sembrano essere positivi». Ma questo, ha concluso Collina, «con la consapevolezza che non possono essere la soluzione del problema. Soluzione che si potrà avere soltanto con una crescita culturale, che porti ad accettare l'errore umano».

Fonte:
http://www.corriere.it

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Corriere.it in questo articolo riprende un'interessante intervista pubblicata oggi sulla Gazzetta dello Sport. Sarebbe interessante averla in versione integrale!

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