Università: nessuna italiana tra le prime 150 al mondo

[onlyReferee]

Università, nessuna italiana nelle prime 150. Harvard numero uno nel mondo.

Nessun ateneo italiano tra i primi 150 nel mondo, secondo la classifica Arwu, Academic Ranking of World Universities 2014. Sei le Università del Belpaese che si piazzano tra la 151esima e la 200esima posizione dello Shangai Ranking: Bologna, Milano, Padova, Pisa, La Sapienza di Roma, Torino.

Il Politecnico di Milano e l'università di Firenze si collocano tra il 201esimo e il 300esimo posto, mentre la maggior parte degli Atenei tricolori, anche tra quelli più blasonati, si piazzano tra il 301esimo e il 400esimo posto. È così per la Normale di Pisa, Milano Bicocca, la Federico II di Napoli, Roma Tor Vergata. In coda, tra la 401esima e la 500esima posizione, la Cattolica Università del Sacro Cuore, gli atenei di Cagliari, Ferrara, Genova, Palermo, Parma, Pavia, Perugia e Trieste.

Tra le prime dieci università al mondo, secondo l'Arwu, ci sono 8 atenei americani e due britannici. Nell'ordine: Harvard University, Stanford University, Massachusetts Institute of Technology (MIT), University of California-Berkeley, University of Cambridge, Princeton University, California Institute of Technology, Columbia University e University of Chicago, pari merito con University of Oxford. Quattro le università francesi tra le prime 100: Pierre and Marie Curie University - Paris, University of Paris Sud (Paris 11), Ecole Normale Superieure - Paris67, University of Strasbourg.

Qui la fonte dell'articolo.

[luca pi 92]

Secondo me queste classifiche sono da prendere con le pinze... In Italia abbiamo delle ottime università, così come tante altre magari più scadenti ma non credo dobbiamo invidiare niente a nessuno. Sicuramente a livello di strutture siamo messi maluccio e le americane purtroppo le possiamo solo sognare o vedere nei film, ma a livello di didattica secondo me non facciamo brutta figura con nessuno... poi discorso diverso è se parliamo del livello culturale dell'intero paese... è quello secondo me il vero problema.

[gad]

Anche io sono del parere che queste statistiche lasciano il tempo che trovano. Innanzitutto occorre capire bene quali sono i parametri, e spesso (leggi sempre) siccome le statistiche sono fatte da anglosassoni queste tengono conto di tuta una serie di parametri caratteristici (nel bene e nel male) del "mondo scolastico/accademico anglosassone".

Teniamo anche conto che l'università in Italia è gratis, in USA è a pagamento. In USA in università ci vai solo se sei stato bravo al college, in Italia no: la partecipazione è libera.

Sinceramente penso che alla fine ciò che occorre valutare di una università sia la qualità dell'insegnamento punto e stop: tutto il resto è aria fritta (orientmento, servizi annessi e connessi,ecc,ecc..) ovvero: influisce davvero sulla qualità dell'insegnamento il fatto di avere un dormitorio, una sala mensa fica? Certo: sarà più piacevole il tempo trascorso a frequentare ma no per questo cambia l'area del cerchio.

Che poi: ci sono università Italiane che per restare in classifica alzano le medie dei propri laureati in modo da poter fre più bella figura....Quindi anche 'sta iniziativa di andare in giro a misurare ha i suoi contro.

Sula questione ricerca poi si può aprire un altro capitolo....

[onlyReferee]

In realtà, per la mia esperienza di studente universitario posso dire che nel complesso a livello di didattica non è che siamo messi molto bene. Nel corso degli anni mi sono fatto un'idea riguardo a tutto ciò. Allora, fondamentalmente per mantenere una certa posizione accademica di prestigio per un docente si rende necessario compiere una lunga serie di attività da seminari a conferenze (molto spesso all'estero) e soprattutto produzione di pubblicazioni. Ne va da sé che purtroppo la didattica nella stragrande maggioranza dei casi viene considerata da questi l'ultimo dei problemi con tutte le conseguenze del caso (ergo lo si fa perché si deve dimostrare di aver tenuto un certo numero di ore di lezione e stop). Poi chiaramente esiste anche chi (davvero molto pochi) è più competente, si prepara per bene le lezioni ed è chiaro e semplice durante le spiegazioni. Nel complesso però ho potuto constatare come il numero di tali persone sia ridotto proprio perché anche la didattica stessa richiede molto tempo ed appunto questo è sottratto dalle numerose attività di ricerca e pubblicazione che i docenti si trovano costretti a sostenere (almeno per un elevato numero di anni finché la loro posizione accademica non possa definirsi stabile).

[gad]

Secondo me questo dipende solo ed unicamente dalle persone, dall'impegno e dalla voglia che ci mettono: il tempo per fare didattica ai professori non manca di certo, considerato anche il fatto che esistono assistenti, segretari e dottori di ricerca.

Volere è potere.....e poi bisogna anche essere capaci perchè non tutti si è portati all'insegnamento...

[onlyReferee]

Questo è verissimo, ci mancherebbe, mica tutti i docenti sono degli assi nella spiegazione. Il fine del mio discorso è che appunto tutte queste "incombenze accademiche" extra didattica di certo non aiutano.