Nobel Medicina: premiati J. O’Keefe, M.-B. ed Edvard Moser

Nobel Medicina: premiati J. O’Keefe, M.-B. ed Edvard Moser

Messaggioda onlyReferee il lun ott 06, 2014 8:23 pm

Nobel per la Medicina agli scopritori della rete «Gps» del nostro cervello
Premiati John O’Keefe e i coniugi May-Britt ed Edvard Moser: hanno individuato il sistema che ci permette di avere le coordinate spaziali del luogo in cui ci troviamo.
Nobel per la Medicina a tre neuroscienziati: l’americano John O’Keefe e i coniugi norvegesi May-Britt ed Edvard Moser. Hanno scoperto le cellule nervose che costituiscono il sistema di posizionamento nel cervello: un sistema che ci permette di orientarci, come una sorta di “Gps biologico”, avendo costantemente le coordinate spaziali del luogo in cui ci troviamo. Studi che hanno dimostrato l’esistenza di una base cellulare, organica, anche per le funzioni cognitive più elevate.

«Mi sono messa a piangere»
May-Britt Moser ha saputo di essere stata premiata mentre si trovava nell’Università in cui lavora, a Trondheim in Norvegia. «Ha pianto per un minuto e ha parlato con il suo team» ha detto una portavoce dell’ateneo. «È fantastico, sono ancora sotto choc. Quando me l’hanno detto mi sono messa a piangere» ha ammesso la stessa scienziata. In un audio postato via Twitter sul sito dei Nobel, la scienziata spiega di avere appreso la notizia mentre era in riunione con i suoi collaboratori. Il marito invece era su un aereo diretto a Monaco, in Germania, dunque ha avuto la notizia solo al suo arrivo. «Non sapevo nulla, all’atterraggio ho trovato un rappresentante con un mazzo di fiori che mi ha detto ”Congratulazioni per il premio”» ha raccontato Edvard Moser. Quando ha riacceso il cellulare ha trovato decine di email, sms e chiamate perse. Dal canto suo, May-Britt ha risposto così alla domanda su qual è il segreto di una coppia da Nobel: «L’amore per la scienza, la voglia di conoscere e di capire le cose. Il fatto di condividere gli stessi interessi e di lavorare da così tanto tempo insieme».

Cellule di posizionamento
«Come facciamo a sapere dove siamo, come possiamo trovare il modo di andare da un posto all’altro? E come possiamo memorizzare queste informazioni in modo che, la prossima volta, possiamo subito ritrovare lo stesso percorso?»: questo il senso degli studi dei tre scienziati, riassunto dall’assemblea del Nobel durante la conferenza per l’assegnazione del prestigioso premio. Fu John O’Keefe (75 anni), dell’University College di Londra, che nel 1971 individuò il primo componente di questo raffinatissimo sistema, studiando dei ratti liberi di muoversi in una stanza: scoprì che nel loro cervello c’è un tipo di cellula nervosa - nell’area chiamata ippocampo - che si attiva sempre quando una cavia si trova in un determinato posto in una stanza; altre cellule si attivano quando la cavia è in altri punti. O’Keefe concluse dunque che queste “cellule di posizionamento” hanno il compito di tracciare una mappa dello spazio circostante.

Il contributo dei Moser
Trentaquattro anni più tardi, nel 2005, May-Britt ed Edvard Moser, di 51 e 53 anni (entrambi neuroscienziati all’Università Norvegese di Scienza e Tecnologia di Trondheim, NTNU), individuarono un altro componente chiave di questo sistema: un gruppo di cellule nervose, che chiamarono “cellule griglia”, che consentono un preciso posizionamento e percorso nello spazio. Le loro successive ricerche hanno mostrato che cellule di posizionamento e cellule griglia, insieme, rendono possibile determinare una posizione e muoversi all’interno di ambienti complessi. Inoltre hanno stabilito che le cellule del “Gps” del cervello si trovano soprattutto nella parte inferiore dell’ippocampo, chiamata corteccia entorinale. Tutte insieme queste cellule costituiscono una sorta di griglia esagonale, all’interno della quale ognuna segue diversi schermi. Il risultato è un sistema coordinato per l’orientamento spaziale, spesso non funzionante nelle persone colpite da Alzheimer, che infatti non riconoscono il luogo in cui si trovano. Secondo l’Accademia del Nobel, le ricerche dei tre scienziati hanno risolto un problema che «aveva appassionato per secoli filosofi e scienziati (su tutti Immanuel Kant più di 200 anni fa, ndr), ovvero come il cervello crei una mappa dello spazio che ci circonda».

«Ci fa trovare la strada di casa»
«È una scoperta di grande valore per tutto il mondo animale, che ci aiuta a ritrovare la strada di casa - spiega il genetista Edoardo Boncinelli -. Un riconoscimento di cui si parlava da tempo e che non stupisce. La descrizione di questo sistema di posizionamento localizzato nel cervello è interessante anche perché somiglia sorprendentemente al Gps delle auto: è curioso scoprire che utilizziamo nella vita di tutti i giorni una versione artificiale di ciò che la natura ha già predisposto per noi». Un sistema che sfrutta alcune cellule dell’ippocampo «che si attivano a ogni nuovo passaggio in un posto già noto, ma anche le cellule “griglia” nella corteccia in grado di “triangolare” la nostra posizione all’interno di una mappa mentale». Un Gps mentale cruciale per viaggiatori ed esploratori, «ma anche più in generale per tutti gli animali e gli uomini normali». Solo grazie a questo sistema riusciamo a tornare a casa o a sapere dove trovare il cibo. Senza, saremmo davvero perduti.
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