da Luca Marelli il gio apr 09, 2015 9:44 pm
Come spesso accade, in queste circostanze, sta circolando una serie incredibile di stupidate.
Cerchiamo di fare un po' di chiarezza (naturalmente basandomi sull'esperienza diretta della frequentazione del tribunale di Milano).
Il Tribunale di Milano è un casino inenarrabile. E' complesso farvi capire che razza di macello ci sia in ogni dove della struttura alla mattina tra le 9 e le 12 ma sappiate che, all'interno, ci sono MIGLIAIA di persone, soprattutto in giorni come il mercoledì ed il giovedì. Ci sono dipendenti (centinaia), avvocati, giudici, consulenti d'ufficio e di parte, imputati, parti civili, assistiti in cause civili, giornalisti (decine), tecnici, forze dell'ordine (all'interno private), baristi, camerieri, addetti alle pulizie eccetera eccetera eccetera.
Gran parte di queste persone entrano in tribunale per i procedimenti in calendario. L'orario di punta (se vogliamo così definirlo) è proprio tra le 9.30 e le 11.
Ingresso: sono quattro, sostanzialmente anche se i due più utilizzati sono quello di via Freguglia e quello di via Manara (quelli esterni, per intenderci, più comodi per coloro che arrivano e portano le auto nei parcheggi sotterranei e di superficie posti nella parte posteriore del tribunale).
Ad ogni ingresso ci sono dei metal detector (perfettamente funzionanti: in 15 anni non ho MAI trovato un apparecchio non funzionante) e, di lato, un passaggio riservato per avvocati (se muniti di tesserino), giudici (conosciuti dagli addetti) e personale del tribunale.
E qui nasce il primo problema: controllare tutte le persone che giornalmente entrano in tribunale è impossibile. Se dovessero controllare tutte le persone che devono entrare, gli ultimi avrebbero accesso nel pomeriggio inoltrato dopo essersi messi in coda alle 9 del mattino.
Perciò gli avvocati passano senza alcun controllo (io, ad esempio, non sono MAI stato controllato ed il tesserino non ha mai lasciato la mia mano) e, quasi sempre ANCHE I LORO CLIENTI vengono fatti passare senza controlli (tranne in rari casi). Nella corsia riservata agli avvocati non c'è ALCUN controllo, nè da parte di personale nè da parte di apparecchi elettronici.
Interno: il tribunale di Milano è un autentico labirinto e, la mattina, sembra di essere sul grande raccordo anulare. I piani sono sette ma, in realtà, con mezzanini e compagnia, i piani sono molti di più. Oltre a ciò il tribunale di Milano è lungo più di cento metri e profondo una settantina (non so con esattezza, vado a spanne per farvi comprendere l'ampiezza della struttura).
Oggi si è detto: "come è possibile che abbia sparato al terzo piano, scendere al secondo e poi uccidere di nuovo?".
La risposta sembra incredibile ma non lo è per nulla.
L'assassino era in giacca e cravatta, uscendo dall'aula in cui si stava svolgendo il processo si è semplicemente mischiato alla folla, composta in gran parte da uomini vestiti in giacca e cravatta.
E' sceso al secondo piano attraverso una scala laterale (una delle tante, alcune completamente isolate dal resto dell'edificio) e, al secondo piano, si è nuovamente mischiato alla "folla", raggiungendo l'ufficio del giudice.
Come ha potuto entrare nell'ufficio del giudice? Semplice: basta bussare e chiunque può entrare negli uffici posti al secondo piano.
Fuga. Dicono: "come cavolo è possibile che sia uscito senza essere nemmeno fermato?". In merito ho una teoria.
Secondo me è stato volontariamente consentito all'uomo di uscire per poi procedere all'arresto in una zona sicura. Perchè? Semplicemente perchè non si aveva idea di quanti colpi avesse ancora per la pistola e, se avesse cominciato a sparare a caso, avrebbe fatto letteralmente una strage, considerando che i corridoi del tribunale hanno una densità, a quell'ora, pari a quella del centro di Milano alla vigilia di Natale.
E' una sensazione che ho da stamattina: farlo fuggire, controllando lo spostamento per evitare una carneficina in un'eventuale sparatoria con le forze dell'ordine.
Vigilanza. Parliamoci chiaro: Milano è una città a rischio ma è letteralmente impossibile controllare tutti i punti nevralgici. Pensiamo solamente alle 100 fermate del metrò, a centinaia di uffici, banche, società, multinazionali presenti, ai due aeroporti, alle stazioni ferroviarie. Insomma, è pura follia pensare che tutti questi luoghi possano essere sorvegliati 24/7.
Tanto che, all'interno (ribadisco: all'interno. Poi ci torno) del tribunale la sorveglianza non è operata da forze pubbliche ma da agenzie private. Gli agenti sono tutti privati. Solo all'esterno (ecco che ci ritorno) ci sono un paio di pattuglie fisse che girano attorno all'edificio e, in talune particolari circostanze, anche altri mezzi con parecchi agenti (ad esempio: durante il processo Ruby).
Capitolo dichiarazioni. Oggi la scelta migliore, come ho già affermato sul mio profilo, sarebbe stato il silenzio, da parte di tutti.
Invece hanno fatto a gara a chi sparava (scusate il termine) la cazzata più grossa. Si è iniziato con Gherardo Colombo che ha affermato come questa sia la conseguenza della delegittimazione della magistratura (una sciocchezza colossale concettualmente) per finire ad Alfano (che, come ha giustamente scritto BlueLord, non ha perso l'occasione per incensarsi).
In realtà credo che nessuno abbia responsabilità particolari, è stato un gesto sconsiderato di una persona fuori controllo.
Evidenzio solo un particolare che mi ha fatto imbestialire: la corsa alla telecamera. Oggi ho visto in televisione decine e decine di avvocati che dovevano dire la loro. Una roba IN-DE-CEN-TE. Oltre a ciò ho assistito a dichiarazioni assurde da parte di avvocati che hanno in passato difeso l'assassino, fornendo particolari su fatti e persona. Peccato che gli avvocati DOVREBBERO essere tenuti al segreto professionale ma, ormai, l'etica degli avvocati sembra (per alcuni) un inutile orpello. Uno schifo, oggettivamente.
Scusate la prolissità.