da gadamer il mer ago 24, 2016 11:04 am
Questione ampia che chiama in causa una pluralità di fattori:
Il paese è (fortunatamente dico per le ricadute e per l’amore del bello) antico e le costruzioni sono quelle che sono, anche quelle non tanto datate ma costruite secondo povertà. Impensabile una messa a norme antisismiche. Per il nuovo esistono, spesso disattese, ma questo s’inquadra nell’ordinario malcostume.
Il dissesto idrogeologico è fattore moltiplicante degli effetti dei sismi.
Possiamo realisticamente pensare di limitare i danni ma non più di tanto per le ragioni esposte.
Terzo fattore è l’allocazione delle risorse necessarie. Il problema è circolare ed è uno dei peggiori difetti dei sistemi democratici che vivono di necessità sul consenso. Lungi da me difendere l’impresentabile classe politica di oggi (ma anche di ieri e di ieri l’altro) però resta il fatto imprescindibile e grave che il nostro paese presenta un serio deficit culturale (in senso totale e non solo della protezione/prevenzione) che impedisce un’attuazione (quand'anche ci fosse una classe illuminata) di progetti per il futuro.
Un poco come nel calzante esempio dell’accontentare i tifosi.
Non voglio fare l’anti italiano e so che il problema riguarda, magari con gradi differenti, tutte le democrazie. Esse funzionano tanto meglio (o meno peggio) quanto più è elevata e numericamente diffusa la cultura della responsabilità nei confronti di chi verrà.
Purtroppo l’alternativa alla democrazia è peggiore.
Giacqui con due signore: Vittoria e Sconfitta. Entrambe fingevano.
La prova più evidente che esistono altre forme di vita intelligenti nell'universo è che nessuna di esse ha mai provato a contattarmi.(Watterson)