Il Papa alla Sapienza

Il Papa alla Sapienza

Messaggioda Sarlacc il mer gen 16, 2008 1:18 pm

Inoltro quanto pubblicato su un blog riguardo al mancato intervento del Papa all'apertura dell'aa dell'università La Sapienza. Sperando che possa essere spunto per una più ampia discussione, possibilmente civile...


Secolo superbo e sciocco

Così Giacomo Leopardi definiva il secolo decimonono: superbo e sciocco. Per sua fortuna, non ha avuto modo di vedere il nostro millennio. Superbia e stoltezza sono gli indici del nostro tempo, incapace di ascoltare e di apprendere, buono solo a blaterare critiche ideologiche malamente preconfezionate. La vicenda della mancata visita del Papa alla Sapienza è solo l'ultimo (e più eclatante) esempio di una deriva che coinvolge tutti gli aspetti della nostra società.

Riprendere questa vicenda è istruttivo. Il tutto nasce con la lettera di una sessantina di professori che, partendo da una citazione errata, pretende di dimostrare una contrapposizione tra il Papa, la Chiesa Cattolica e la Scienza. Superbia, poichè costoro sono convinti di essere depositari e custodi della Scienza, e Stoltezza, poichè il loro impianto ideologico si fonda sulla mala interpretazione di un discorso (quello in cui Ratzinger citò Feyerabend) mai ascoltato, di una trascrizione mai letta: si contesta ciò che mai è stato detto e si pretende di aver ragione.
Se non si avesse completamente perso la brocca e se la logica abitasse ancora questi tempi, la questione finirebbe in scuse. Già da molti secoli dovrebbe essere chiaro -e in specie a chi si definisce scienziato e che alle dimostrazioni secondo logica dovrebbe essere avvezzo- che una proposizione di cui sia falsa la premessa è inevitabilmente indimostrabile. Invece no. Invece con Superbia si pretende di avere ragione nonostante la manifesto confutazione delle proprie asserzioni, mentre la Stoltezza ingrossa le file dei "protestanti" a tempo pieno, cui è sufficiente vedere agitato lo spauracchio del nemico ideologico per lanciarsi nell'ennesima crociata. Superbia e Stoltezza, ancora, sono il volano del contestare ciò che non si è capito di quanto è stato detto da chi non si è ascoltato.

C'è, fortunatamente, un principio incontrovertibile che agisce nell'universo (divino forse?). Quello secondo il quale chi non sa ciò che dice, prima o poi, si espone al ridicolo. Anche in questo spettacolo tragico e grottesco accade. La contestazione al Papa, ormai in mano ai collettivi e ai loro maestri ideologici, sente così il bisogno di darsi altre motivazioni, aggirandosi nel campo minato delle pessime idee. Si agita così il diritto di contestare come baluardo di libertà, calpestando il più elementare "non approvo ciò che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto di dirlo". Si pretende tutelato il diritto "democratico" di esprimere il proprio dissenso attraverso la protesta, ma non si capisce da chi sia giunta la delega democratica ad impedire a chi avrebbe voluto ascoltare la lezione di Ratzinger di farlo. Si insiste sul (presunto) oscurantismo vaticano e non ci si rende conto che oscurantismo significa bandire le opinioni altrui, come ad esempio impedendo di parlare in pubblico. Superbia (pensare di essere più inteligenti della massa di trogloditi che credono in ciò ch dice il Papa) e Stoltezza (incapacità di argomentare in maniera coerente un pugno di idee rimasticate ma mai realmente comprese).

Ma, dicevamo all'inizio, quanto è accaduto attorno alla visita del Papa è esempio di qualcosa di molto più ampio. Non tanto della rinvigorita contrapposizione tra laici-laicisti e cattolici, quanto piuttosto del progressivo impoverimento educativo complessivo. Un utilizzo così scandalosamente scialbo di concetti come democrazia, libertà, scienza è preoccupante, specie se da parte di studenti universitari e docenti. Emerge il paradossale concetto per quale, in ossequio alla libertà, si deve essere autorizzati a contestare preventivamente il contenuto delle lezioni (poichè l'intervento del Papa doveva essere, almeno inizialmente, una lectio magistralis), deve potere esistere un contraddittorio tra chi è chiamato ad insegnare e chi dovrebbe raccogliere gli insegnamenti. La cosa è proficua se il rapporto è dialettico, ma è devastante se (come è oggi) la contestazione è a priori: non mi importa ciò che dici -anzi, non ti ascolto nemmeno- e manterrò comunque la mia idea. Sono libero di pensarla a modo mio. E' una forma di libertà assolutamente congrua con un secolo (superbo e sciocco) che ha completamente perso ogni forma di contatto con la Verità, per il quale la capacità critica in sè è più importante delle conoscenze su cui la critica deve essere fondata. E, infatti, è un modus vivendi che si è largamente affermato tra gli studenti di ogni età, indirizzo e latitudine. La notizia di questi giorni è che ha attecchito anche tra i docenti universitari, cosa che getta seri dubbi sulle possibilità che questa generazione e le prossime possano salvarsi dal piombare in una società in cui, bestemmiando democrazia e libertà, tutti gridano e nessuno capisce.
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Re: Il Papa alla Sapienza

Messaggioda peppafiest il mer gen 16, 2008 1:34 pm

non solo è un'intervento di parte, su cui nessuno puo costruire una propria tesi, e quindi argomentarla...ma è anche dalla parte sbagliata! :lol: hai inserito un pensiero congruo al tuo, magari, ma non hai riportato nemmeno una parola di quei poveracci dall'altra parte! questa è disinformazione! questo è il principio tanto condannato nel tuo intervento...allora o facciamo le cose per bene o chiudiamo il topic!
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Re: Il Papa alla Sapienza

Messaggioda pized85 il mer gen 16, 2008 2:21 pm

Secondo me è di dubbio gusto invitare come Rettore di un'università non religiosa un capo di stato e di religione che ha sempre avuto un conflitto stretto con la scienza e l'illuminismo (almeno da quanto scritto nell'ultima enciclica...), detto questo trovo assurdo che a lui(come a qualsiasi altro essere umano con qualunque tipo di idea) non sia stata data la condizione di parlare in maniera tranquilla ad una platea di studenti Universitari(si spera pensanti...). Ognuno ha le proprie idee e deve avere la possibilità di esprimerle, poi sta alla platea giudicare se queste fossero giuste o sbagliate.

Ricordo tuttavia che il papa ha deciso di non andare, non che gli studenti glielo hanno impedito(volevano di fatto protestare la sua presenza)...

Buio ha scritto:L'unica cosa su cui mi permetto di dissentire è che gli utenti esprimano le loro opinioni citando le opinioni di altri. Troppa fatica a scrivere un proprio pensiero? ;)



In linea di massima ti dò ragione, ma ho trovato questo intervento di Zucconi(Vittorio) ad una domanda sul tema....il suo pensiero corrisponde in toto al mio:

"Il rifiuto di accoglierlo e di ascoltarlo in una Universitas Studiorum (fondata da un Papa, Bonifacio VIII) è semplicemente indifendendibile. Più che un attentato alla democrazia è un colossale stronzata. Lasciamo i Santi Uffizi, i libri all'Indice, le scomuniche e le inquisizioni a chi le sa fare. Il comportamento di quei casinari è stato orribilmente clericale."
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Re: Il Papa alla Sapienza

Messaggioda Emilio_DB2 il mer gen 16, 2008 2:27 pm

Non posso far altro che sottoscrivere quanto detto da Zucconi che come sempre trova frasi veramente fantastiche per descrivere la realtà
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Re: Il Papa alla Sapienza

Messaggioda Sarlacc il mer gen 16, 2008 5:51 pm

pized85 ha scritto:Secondo me è di dubbio gusto invitare come Rettore di un'università non religiosa un capo di stato e di religione che ha sempre avuto un conflitto stretto con la scienza e l'illuminismo (almeno da quanto scritto nell'ultima enciclica...), detto questo trovo assurdo che a lui(come a qualsiasi altro essere umano con qualunque tipo di idea) non sia stata data la condizione di parlare in maniera tranquilla ad una platea di studenti Universitari(si spera pensanti...). Ognuno ha le proprie idee e deve avere la possibilità di esprimerle, poi sta alla platea giudicare se queste fossero giuste o sbagliate.

Ricordo tuttavia che il papa ha deciso di non andare, non che gli studenti glielo hanno impedito(volevano di fatto protestare la sua presenza)...


Ma scusami, tu l'ultima enciclica l'hai letta? Perchè da quello che dici mi sembra di no. E allora ricadiamo nel "contestare ciò che non si è capito di quanto è stato detto da chi non si è ascoltato."
Quello che c'è nella Spe Salvi non è un conflitto con la scienza (nè, men che meno, con l'illuminismo, tanto è vero che Ratzinger cita Kant) ma una critica allo scientismo: alla prospettiva che la scienza abbia l'ultima parola su tutto. La Spe Salvi dice: guardate che se l'ultima parola la lasciamo alla scienza, allora non c'è più spazio per la speranza. Mutatis mutandis, non è una critica più feroce di quella che Leopardi faceva al positivismo delle "meravigliose sorti, e progressive". Senza contare che la prospettiva di una scienza svincolata da ogni dettame morale è un problema del nostro tempo che non si può esorcizzare mettendo a tacere il Papa e fingendo che non esista. Francamente, anzi, è desolante che solo la Chiesa Cattolica sembri esserne preoccupata. Che, poi, un università non religiosa non debba invitare capi di stato stranieri e leader religiosi è una colossale panzana: Ahmadinejad ha potuto parlare alla Columbia University, mentre l'onta di non avere concesso al Dalai Lama di intervenire in parlamento è ancora tutta da lavare.

Detto questo, il punto che mi interessava sottolineare era un altro. E cioè: siamo arrivati al punto di una tale travisazione dei valori e dei concetti, a una tale pochezza culturale, che si vuole essere difensori della libertà mettendo a tacere gli altri, si vuole combattere l'oscurantismo bandendo le opinioni altrui, si vuole portare a compimento la democrazia occupando (strade, ferrovie, rettorati, discariche...) senza avere alcuna minima delega da alcuno. E ci si accorge si e no di un simile scandalo quando il Capo dello Stato è costretto a scrivere una lettera di scuse al Papa. E' ragionevole?


p.s.: Non sto citando opinioni di altri, il blog è mio. Probabilmente non era chiaro dal primo post.
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Re: Il Papa alla Sapienza

Messaggioda pized85 il mer gen 16, 2008 6:44 pm

Sarlacc ha scritto:Quello che c'è nella Spe Salvi non è un conflitto con la scienza (nè, men che meno, con l'illuminismo, tanto è vero che Ratzinger cita Kant) ma una critica allo scientismo: alla prospettiva che la scienza abbia l'ultima parola su tutto. La Spe Salvi dice: guardate che se l'ultima parola la lasciamo alla scienza, allora non c'è più spazio per la speranza.


La spe salvi dice piuttosto chiaramente in diversi passaggi che la Scienza senza etica (sottintesa cristiana) è un fallimento, e che non può esistere poichè l'uomo ha bisogno di Dio e senza di esso non può andare avanti. Partendo dal presupposto che il papa ovviamente tira l'acqua al suo mulino la scienza DEVE essere separata in toto dall'etica(cristiana) a mio parere. L'etica viene dal senso comune e dalle leggi civili che regolano la vita del cittadino, non si deve sconfinare nell'ignoto per avere un'etica, o si sta dicendo che tutti quelli non cattolici non hanno un'etica? O che la società moderna non deve progredire per volere di Dio?

Il riferimento a Kant poi è fatto in un contesto(ovviamente) che dà ragione al papa....sai che citazione...

Sarlacc ha scritto:Che, poi, un università non religiosa non debba invitare capi di stato stranieri e leader religiosi è una colossale panzana: Ahmadinejad ha potuto parlare alla Columbia University, mentre l'onta di non avere concesso al Dalai Lama di intervenire in parlamento è ancora tutta da lavare.


Non ho detto che non deve, ho scritto che lo trovo di cattivo gusto, come l'invito di Ahmadinejad. Poi è imparagonabile il livello di libertà d'espressione americana(secondo me persino esagerata...) con la situazione italiana. Riguardo al Dalai Lama posso essere d'accordo che è stata una situazione a dir poco scandalosa, ma la politica deve tenere conto di altri fattori (purtroppo aggiungo io...) e la situazione attuale del Dalai Lama nei confronti dell Cina è a livelli troppo tesi, per cui il rischio di ritorsioni, peraltro minacciate, di tipo economico vanno valutate attentamente.

Sarlacc ha scritto:Detto questo, il punto che mi interessava sottolineare era un altro. E cioè: siamo arrivati al punto di una tale travisazione dei valori e dei concetti, a una tale pochezza culturale, che si vuole essere difensori della libertà mettendo a tacere gli altri, si vuole combattere l'oscurantismo bandendo le opinioni altrui, si vuole portare a compimento la democrazia occupando (strade, ferrovie, rettorati, discariche...) senza avere alcuna minima delega da alcuno. E ci si accorge si e no di un simile scandalo quando il Capo dello Stato è costretto a scrivere una lettera di scuse al Papa. E' ragionevole?


I concetti, se no non esisterebbero le opinioni possono essere letti in diverse maniere, ma tutti devono essere liberi di esprimerle, come di contestarle. Il papa, rifiutando di partecipare all'incontro ha di fatto impedito una protesta nei suoi confronti, allora chi è il censore?(ovviamente è un paradosso....)
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Re: Il Papa alla Sapienza

Messaggioda AssistantRef il mer gen 16, 2008 7:26 pm

Quand'anche il Papa avesse manifestato un'opinione scettica nei confronti della scienza e del progresso (e onestamente penso sia proprio così, conservatore e tradizionalista come è), non trovo nessuna giustificazione verso chi ha fatto le barricate pur di non vederlo parlare all'università: è un gesto di intolleranza pura e semplice, da parte di qualche nostalgico delle okkupazioni sessantottine.

Peraltro, trovo molto curioso e forse opportunista la scelta del Papa di non andare: poco più di un anno fa decise, nonostante addirittura le minacce di morte e di attentati alle chiese, di andare in Turchia, nella culla dell'Islam. Qui venne contestato, ma è chiaro che la scelta di non andare sarebbe stata controproducente per lui, come di chi non accetta il dialogo interreligioso, soprattutto dopo la gaffe di Ratisbona. Oggi, in seguito alle "minacce" di qualche studentello e alle lettere di un manipolo di professori, decide di non andare in un'università di Roma perchè ospite sgradito: in questo modo, è riuscito a raccogliere il favore generale, sentendosi una specie di vittima
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Re: Il Papa alla Sapienza

Messaggioda Dode il mer gen 16, 2008 8:53 pm

La mamma degli idioti e sempre incinta. Basta seguire un tg da capo a piedi per accorgersene
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Re: Il Papa alla Sapienza

Messaggioda mike90 il mer gen 16, 2008 8:57 pm

AssistantRef ha scritto:Quand'anche il Papa avesse manifestato un'opinione scettica nei confronti della scienza e del progresso (e onestamente penso sia proprio così, conservatore e tradizionalista come è), non trovo nessuna giustificazione verso chi ha fatto le barricate pur di non vederlo parlare all'università: è un gesto di intolleranza pura e semplice, da parte di qualche nostalgico delle okkupazioni sessantottine.

Peraltro, trovo molto curioso e forse opportunista la scelta del Papa di non andare: poco più di un anno fa decise, nonostante addirittura le minacce di morte e di attentati alle chiese, di andare in Turchia, nella culla dell'Islam. Qui venne contestato, ma è chiaro che la scelta di non andare sarebbe stata controproducente per lui, come di chi non accetta il dialogo interreligioso, soprattutto dopo la gaffe di Ratisbona. Oggi, in seguito alle "minacce" di qualche studentello e alle lettere di un manipolo di professori, decide di non andare in un'università di Roma perchè ospite sgradito: in questo modo, è riuscito a raccogliere il favore generale, sentendosi una specie di vittima


esatto, ha un po' rigirato la frittata per far ricadere la colpa sugli altri...

dodemac ha scritto:La mamma degli idioti e sempre incinta. Basta seguire un tg da capo a piedi per accorgersene


bè, al tg1 di stasera hanno intervistato uno dei movimenti studenteschi, una specie di veterano che ha raccontato di come magistralmente loro abbattevano i portoni di ferro con le fiamme ossidriche, e lo raccontavo con rimpianto...come se ci fosse bisogno di violenza per condire un po' il tutto...
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Re: Il Papa alla Sapienza

Messaggioda Sarlacc il gio gen 17, 2008 11:22 am

La spe salvi dice piuttosto chiaramente in diversi passaggi che la Scienza senza etica (sottintesa cristiana) è un fallimento, e che non può esistere poichè l'uomo ha bisogno di Dio e senza di esso non può andare avanti. Partendo dal presupposto che il papa ovviamente tira l'acqua al suo mulino la scienza DEVE essere separata in toto dall'etica(cristiana) a mio parere.


Ti ripeto la domanda: la spe salvi l'hai letta o te l'hanno raccontata? La magra figura dei professori che hanno scritto la lettera dove si sosteneva che il Papa era contro Galileo è dovuta al fatto che la citazione del discorso dell'allora cardinal Ratzinger era stata presa da Wikipedia, dove era stato omesso un "non è vero che...".
La scienza separata dall'etica ci ha regalato il dottor Mengele ed Elena Petrescu (ma la lista è estremamente lunga), magari presto ci porterà alla clonazione umana. A me, francamente, non dà tanta fiducia (e te lo dico da ingegnere, non da seminarista quale non sono). Sono daccordo che le leggi morali a guidare la scienza (anche se preferisco parlare di Tecnica) non debbano necessariamente essere quelle della morale Cristiana. Il punto è che, ad oggi, il problema è posto
con forza solo dalla Chiesa Cattolica (e da Ratzinger in particolare, che probabilmente anche per questo è così contestato). Magari esistessero altre voci a parlarne, invece che lasciare il monopolio della laicità a chi blatera della assoluzione della scienza dai vincoli come una conquista di civiltà!

L'etica viene dal senso comune e dalle leggi civili che regolano la vita del cittadino, non si deve sconfinare nell'ignoto per avere un'etica, o si sta dicendo che tutti quelli non cattolici non hanno un'etica? O che la società moderna non deve progredire per volere di Dio?


Qui non stai più parlando di Ratzinger, anche se ne sei convinto. Questa è la macchietta ideologica che sta solo sulle pagine del Manifesto (o di Liberazione, o di Repubblica...). Nessun Papa quanto questo ha mai battuto con tanto vigore sul tasto della ragionevolezza della Fede cristiana, a dire: i valori Cristiani sono ragionevoli, prima ancora che giusti perchè Divini. Fino al punto di dire: "se non credete in Dio, cercate di cogliere quanto di ragionevole c'è nel cristianesimo". Nel discorso mai pronunciato alla Sapienza si afferma:

che cosa è l’università?(...)Penso ad esempio – per menzionare soltanto un testo – alla disputa con Eutifrone, che di fronte a Socrate difende la religione mitica e la sua devozione. A ciò Socrate contrappone la domanda: "Tu credi che fra gli dei esistano realmente una guerra vicendevole e terribili inimicizie e combattimenti … Dobbiamo, Eutifrone, effettivamente dire che tutto ciò è vero?" (6 b – c). In questa domanda apparentemente poco devota – che, però, in Socrate derivava da una religiosità più profonda e più pura, dalla ricerca del Dio veramente divino – i cristiani dei primi secoli hanno riconosciuto se stessi e il loro cammino. Hanno accolto la loro fede non in modo positivista, o come la via d’uscita da desideri non appagati; l’hanno compresa come il dissolvimento della nebbia della religione mitologica per far posto alla scoperta di quel Dio che è Ragione creatrice e al contempo Ragione-Amore.

Ma verità significa di più che sapere: la conoscenza della verità ha come scopo la conoscenza del bene. Questo è anche il senso dell’interrogarsi socratico: qual è quel bene che ci rende veri? La verità ci rende buoni, e la bontà è vera: è questo l’ottimismo che vive nella fede cristiana, perché ad essa è stata concessa la visione del Logos


Socrate, non cristiano, eppure dotato di "religiosità più profonda e più pura". Ora, lasciando perdere l'esegesi di Ratzinger, il punto è questo: è estremamente più facile dipingere il papa come un nostalgico dei bei tempi dell'inquisizione che contraddirne le parole. Infatti, l'obiettivo dichiarato della protesta alla Sapienza era impedirgli di venire, non dimstrare che ciò che avrebbe detto era sbagliato.

I concetti, se no non esisterebbero le opinioni possono essere letti in diverse maniere, ma tutti devono essere liberi di esprimerle, come di contestarle. Il papa, rifiutando di partecipare all'incontro ha di fatto impedito una protesta nei suoi confronti, allora chi è il censore?(ovviamente è un paradosso....)


La contestazione non è un'opinione, è un modo di esprimere un opinione. E' il modo nel quale si grida più forte, non quello nel quale si esprimono gli argomenti secondo logica. Tantopiù che un'opinione non ha necessariamente alcun legame con la verità, perchè ad esempio io potrei liberamente comprendere nel mio concetto di "2" il fatto che sia uguale a "3". Poi a questo punto potrei, invece che intraprendere una dimostrazione piuttosto improbabile, mettermi a strillare più forte possibile, tacciando di oscurantismo coloro i quali -legati al vecchio e medievale concetto di "2", incapaci di accettare la libertà della ricerca scientifica- non si piegano al nuovo, "meraviglioso, e progressivo", 2-uguale-al-3.
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