I vertici dell'AIA e la politica associativa

Il luogo dove puoi conoscere altri arbitri della tua sezione, parlare di raduni, riunioni tecniche, tornei e tutto ciò che riguarda la tua sezione

Re: I vertici dell'AIA e la politica associativa

Messaggioda w1llys il mer mar 03, 2010 10:38 am

Buio ha scritto:Sì anch'io.
Cerchiamo di non litigare. Ragazzi, siamo tutti dalla stessa parte: vogliamo tutti migliorare quest'associazione. Magari avremo idee diverse su come fare, ma l'importante è non metterci l'uno contro l'altro.
Ho creato questo sito per unire gli arbitri,non certo per dividerli.
A volte mi sembra che questo obiettivo venga dimenticato. Se iniziamo a litigare fra di noi,come faremo a cambiare le cose?
Cerchiamo di cooperare!


Esattamente quello che ho sempre sostenuto, anche nelle mie piccate risposte ad osservatore. Se chi si adopera per un'opposizione costruttiva trova motivi per "litigare", allora è meglio lasciar perdere: non saremmo più costruttivi ma distruttivi... Bene la critica, bene il dialogo, totalmente inutile l'ironia e la polemica fine a se' stessa.
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Re: I vertici dell'AIA e la politica associativa

Messaggioda tomtom il mer mar 03, 2010 11:08 am

Vi state facendo un po' troppe menate mentali. Occhio perchè così ci si allontana dai problemi che vogliamo trattare. Se il riferimento ai " litigi " è il simpatico ( e non sarcastico ) botta e risposta avuto con javasup evidentemente non avete capito lo spirito. Mi sono permesso di essere ironico perchè so che il carattere campano fa dell'ironia uno dei suoi migliori pregi. E mi pare che, finora, il simpatico scambio sia stato ben accettato da entrambe le parti. Dunque nessun ma proprio nessun litigio. Vediamo di non essere retorici e di adeguarci allo spirito anche un po' goliardico che giustamente deve albergare in noi. Il resto è aria fritta o "depistaggio". Atteniamoci ai fatti ( che mi pare di aver sempre portato con fonti e riferimenti precisi ) e su questi, se abbiamo "materiale" ed idee confrontiamoci.
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Re: I vertici dell'AIA e la politica associativa

Messaggioda w1llys il mer mar 03, 2010 12:05 pm

Se non vi dispiace approfondisco un argomento alla volta, per evitare di far confusione. D'accordo?

-L'assurda questione Bologna di cui mi parlò una volta a pranzo l'ex resp. del Sin, Salzano di Como.

Partiamo da un presupposto: la sezione di Bologna è una sorta di paradiso, una sezione che tutti vorrebbero, per la comodità, la modernità, l’intelligenza con cui è stata costruita.
Il nodo è un altro. Il regolamento…
Durante il Regno di Gussoni a capo del Servizio Ispettivo Nazionale c’era Antonio Salzano.
In occasione di una delle “visite” periodiche alla sezione di Bologna vennero riscontrate alcune irregolarità, formalizzate in un fascicolo come prevede il regolamento.
Il problema fondamentale fu quello relativo all’utilizzo di fondi e personale che nulla avevano a che fare con la Nostra Associazione. In particolare la sezione di Bologna è dotata di impianti sportivi. Le rendite derivanti dall’utilizzo di tali strutture sono utilizzate in vario modo, per pagare un custode (risulta improbabile trovare un associato che, gratuitamente, possa svolgere questo compito ogni giorno), per la manutenzione e, infine, per la sezione. Insomma un sistema omogeneo per finanziare le sempre vuote casse dell’Associazione, una sorta di intelligentissimo autofinanziamento.
Però, c’è un però… L’AIA non prevede la possibilità di certe iniziative, non prevede la possibilità per la singola sezione di avere una attività economica.
Il risultato fu la verbalizzazione di questa ed altre (meno importanti) irregolarità e la raccolta di tutto il materiale in un fascicolo correttamente inviato alla sede centrale.
Ebbene, l’ispezione del SIN di cui si sta parlando avvenne durante il breve mandato di Nicola Rizzoli. E questa rappresenta un bel problema per la dirigenza: inviare il fascicolo alla Procura, coinvolgendo gioco forza il nostro miglior arbitro, oppure… che fare?
Gussoni risolse il problema non facendo nulla… Eh sì, quando Nicchi dice (con vena polemica totalmente inutile al bene dell’Associazione) che arrivato allo scranno presidenziale ha dovuto affrontare un sacco di fascicoli rimasti inevasi dalla precedente gestione si riferiva anche al caso-Bologna. Il fatto è, che dopo un anno, non ha risolto assolutamente nulla. Il fascicolo è ancora lì, a prendere polvere, ogni tanto viene osservato e poi si rinvia una decisione.
Che fare? Bella domanda.
Se è vero che, spesso e come ben sappiamo, vengono “creati” ad arte dei deferimenti per colpire talune persone, è anche vero che un fascicolo (leggero o pesante che sia) non si può far sparire, soprattutto se molti ne sono a conoscenza (in parte anche del contenuto).
Ma mandare il fascicolo alla Procura significa mettere a rischio anche Rizzoli. Eh già, perché se è vero che Rizzoli è stato presidente della sezione per poco tempo (onestamente non so per quanto) è anche vero che l’ispezione di cui si tratta avvenne proprio nel periodo in cui la poltrona presidenziale era occupata da quello che, a mio modesto avviso , è il miglior arbitro italiano.
Ciò significa mettere a rischio la posizione di Rizzoli stesso perché, in caso di approfondimento della questione, non si potrebbe procedere disciplinarmente contro alcuni (Armienti e altri) e non contro Rizzoli. Purtroppo, presidente per poco o tanto tempo, le responsabilità gravano anche su Rizzoli.
Provate per un momento ad immaginare quel che potrebbe accadere. Rizzoli, nel caso le irregolarità di Bologna fossero acclarate (a termini di regolamento non ci piove, purtroppo…) andrebbe deferito, dovrebbe essere sottoposto a giudizio e, se condannato, sospeso per un periodo di tempo non potendo, pertanto, arbitrare né a livello nazionale né, tantomeno, a livello internazionale.
Pensate al danno di immagine, in primo luogo per l’arbitro ed anche per l’AIA. L’arbitro più stimato sul suolo italico ed in procinto di giocarsi concrete possibilità di rappresentare l’Italia ai mondiali del 2014 deferito e magari sospeso? Un danno enorme per la credibilità del singolo e del movimento.
Insomma un pasticcio pazzesco. E di questo si accusa Salzano e quel SIN: paradossale, si accusa qualcuno per aver fatto bene IL SUO INCARICO! Eh già, perché ricordo un passaggio del discorso all’assemblea del presidente Nicchi, in cui diceva che le ispezioni amministrative non potevano essere finalizzate all’eliminazione di taluni personaggi per 12 centesimi (esattamente quello che accadde per Bologna…), non potevano assomigliare a dei servizi segreti. Infatti… Che fece il buon Nicchi? Appena eletto ha sostituito il SIN, dal presidente fino ad ogni componente. Immagino abbia messo persone che lo contrastano ogni ora (ironico). Piccolo particolare: il SIN funziona esattamente come funzionava prima di Nicchi, solo le persone sono cambiate, sic…
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Re: I vertici dell'AIA e la politica associativa

Messaggioda tomtom il mer mar 03, 2010 12:17 pm

Purtroppo non hanno potuto lasciare cadere la cosa. Rizzoli ed il suo predecessore ( Felicani, oggi componente CAI ) sono stati deferiti. Diverso, per tutte le giuste considerazioni che facevi, l'esito che si avrà... ;) ;) ;)
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Re: I vertici dell'AIA e la politica associativa

Messaggioda w1llys il mer mar 03, 2010 12:46 pm

-Le limitazioni imposte a Tedeschi e Boggi come ad esempio la verbalizzazione dei lavori delle CAN.
Fa piacere leggere la domanda impostata in questo modo, sottolineando un aspetto che, evidentemente, molti conoscono ma che, a memoria, non ricordo di aver mai letto in alcun luogo. Si parla sempre della situazione Zega-Baratta ma mai di questo aspetto, enormemente più grave.
Andiamo con ordine.
Gussoni, appena eletto, convocò Roberto Boggi in Presidenza per avere spiegazioni relativamente alla posizione di Zega e Baratta che, come tutti sanno, non avevano superato i test atletici (in particolare il test di Cooper) ma, nonostante ciò, arbitravano regolarmente.
La spiegazione di Boggi non convinse Gussoni (sinceramente non posso che essere dello stesso avviso: se le regole valgono per tutti devono valere anche per tutti gli arbitri della CAN – C, come si chiamava allora) e, approfittando di questo, impose alla CAN ed alla CAN-C ciò che voleva comunque fare, vale a dire impose la verbalizzazione dei lavori delle commissioni e la spiegazione di ogni singola gara, in tal modo limitando gravemente e pesantemente la libertà decisionale degli organi tecnici nominati (non dimentichiamolo) dall’acerrimo nemico Luigi Agnolin (nel breve periodo in cui questi occupò la poltrone di Commissario dell’Associazione).
Nel volgere di un mese circa si dimisero dai loro incarichi sia Boggi che Tedeschi i quali, per le loro non certo esigue condizioni economiche, avevano accettato l’incarico certamente come un onore ma anche come un onere non limitato all’aspetto contrattuale. Limitati gravemente nella loro potestà decisionale decisero di presentare le proprie dimissioni, prontamente accettate dall’allora Presidente. In modo elegante Tedeschi (adducendo l’inaccettabilità delle troppe polemiche personale mosse dai mass-media nei suoi confronti) in modo molto più polemico Boggi che, ricorderanno in più, scrisse una lunga lettera-denuncia pubblicata su alcuni quotidiani in cui spiegava il comportamento di Gussoni e le gravi violazioni alla libertà decisionale del commissario nominato. Per questa lettera, come in ogni stato di polizia che si rispetti, Boggi venne deferito e colpito da sospensione temporale (non ricordo la quantificazione, mi si perdoni).
Si apriva così la problematica relativa alla sostituzione del designatore Tedeschi.
Secondo logica il posto avrebbe dovuto essere occupato dal Presidente del settore tecnico che, peraltro, già conosceva sia l’ambiente che i singoli arbitri ed assistenti, essendo stato il designatore fino al giugno precedente. Eh sì, in quel momento a capo del settore tecnico vi era proprio Maurizio Mattei. Il quale non venne nemmeno contattato, così come non venne interpellato (se non in modo ufficioso) nemmeno il Comitato Nazionale.
Gussoni tenendo fede ad un principio enunciato più volte senza vergogna (chi lo ha sentito parlare non può negarlo: spesso ho io stesso sentito Gussoni dire che lui prima che uomo AIA si sente uomo CAN…) assunse l’incarico di designatore ad interim della CAN, occupando ben due poltrone contemporaneamente, Presidente dell’AIA e designatore della CAN. Per non dire poi della terza poltrona occupata poco dopo, vale a dire quello di vice presidente vicario della Federazione. Se a questo aggiungiamo che doveva far fronte anche ai suoi impegni come magnate industriale, con svariati viaggi all’estero per seguire le sue aziende possiamo ben immaginare quanto tempo potesse dedicare alla base. D’altronde ci sarà un motivo se da 150 e passa voti è passato a dover rinunciare alla corsa presidenziale lo scorso anno, avendo dovuto prender atto che forse avrebbe potuto contare sul voto della sezione di Viareggio, forse…
In ogni caso, appena auto-nominatosi designatore della CAN si fece affiancare da Pierluigi Collina, in quel momento commentatore di Sky (non dimentichiamoci che Collina si era dimesso 18 mesi prima dall’AIA, non dalla CAN, per i soldi della Opel, sponsor del Milan, società di serie A, che oggi viene arbitrata da colleghi designati da Collina stesso…) nel ruolo di collaboratore esterno. Ovviamente in modo gratuito: altrettanto ovviamente posso immaginare che lo stesso Collina abbia accettato ben sapendo che l’anno successivo avrebbe occupato il ruolo di designatore per la modica cifra di euro 500mila (aumentati quest’anno a 580mila) per l’immenso compito di designare 21 (ventuno) gare alla settimana.
Naturalmente, dato che Gussoni è un uomo rispettoso dei regolamenti, fece inserire nel regolamento una norma ad hoc, che consentiva ad un numero circoscritto ed in possesso di taluni requisiti (si veda il sito, nella pagina relativa al regolamento) di rientrare nell’AIA. Norma ad personam (o quasi…) di cui Collina approfittò immediatamente. L’anno successivo Collina (con grande sorpresa generale, ironico…) divenne designatore della CAN.
Chi è attento osservatore si sarà reso conto che i nomi lanciati da Gussoni sono rimasti i medesimi lanciati da Collina, come pure che coloro che non rientravano nelle grazie di Gussoni sono rimasti ai margini anche con Collina. Esempi? Nei sei mesi di regno Gussoni non videro più la serie A arbitri come Herberg, Squillace e Pantana, i quali, chi più (il maceratese) chi meno (gli altri due) venivano designati ogni tanto in serie A. L’anno successivo tutti e tre non fecero nemmeno una singola apparizione nella massima serie per essere poi dismessi a fine anno. Strano, sembra quasi che tutto fosse già deciso a tavolino (ironico)… Idem dicasi per Salati di Trento, una gara in A a fine stagione con Gussoni (che non aveva necessità di dismetterlo), nessuna l’anno successivo. Permettetemi: c’è qualcosa che non va…
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Re: I vertici dell'AIA e la politica associativa

Messaggioda OldReferee il mer mar 03, 2010 12:48 pm

Bel pasticcio non c'e' che dire; non mi piace l'idea che la cosa sia stata "insabbiata" solo per riguardo a Rizzoli, ma come, se ci fosse stato un qualsiasi altro al posto suo l'avrebbero fantozzianamente crocefisso in sala mensa ?

Non vorrei apparire superficiale nel dire che, sopratutto, non mi piace l'idea che l'Aia debba perseguire chi lavora per il bene sezionale utilizzando criteri manageriali senza fini di lucro personale, e, se ho letto bene, questa faccenda si inquadra in quest'ultima casistica.

Se il regolamento risulta obsoleto, non lo si puo' revisionare ? Non conosco bene la realtà bolognese, ne ho solo visitato i locali e gli impianti qualche anno fa trovandola semplicemente magnifica, ben altra cosa rispetto alle misere stanzette della maggior parte delle ns sezioni.
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Re: I vertici dell'AIA e la politica associativa

Messaggioda tomtom il mer mar 03, 2010 12:54 pm

w1llys ha scritto:-Le limitazioni imposte a Tedeschi e Boggi come ad esempio la verbalizzazione dei lavori delle CAN.
Fa piacere leggere la domanda impostata in questo modo, sottolineando un aspetto che, evidentemente, molti conoscono ma che, a memoria, non ricordo di aver mai letto in alcun luogo. Si parla sempre della situazione Zega-Baratta ma mai di questo aspetto, enormemente più grave.
Andiamo con ordine.
Gussoni, appena eletto, convocò Roberto Boggi in Presidenza per avere spiegazioni relativamente alla posizione di Zega e Baratta che, come tutti sanno, non avevano superato i test atletici (in particolare il test di Cooper) ma, nonostante ciò, arbitravano regolarmente.
La spiegazione di Boggi non convinse Gussoni (sinceramente non posso che essere dello stesso avviso: se le regole valgono per tutti devono valere anche per tutti gli arbitri della CAN – C, come si chiamava allora) e, approfittando di questo, impose alla CAN ed alla CAN-C ciò che voleva comunque fare, vale a dire impose la verbalizzazione dei lavori delle commissioni e la spiegazione di ogni singola gara, in tal modo limitando gravemente e pesantemente la libertà decisionale degli organi tecnici nominati (non dimentichiamolo) dall’acerrimo nemico Luigi Agnolin (nel breve periodo in cui questi occupò la poltrone di Commissario dell’Associazione).
Nel volgere di un mese circa si dimisero dai loro incarichi sia Boggi che Tedeschi i quali, per le loro non certo esigue condizioni economiche, avevano accettato l’incarico certamente come un onore ma anche come un onere non limitato all’aspetto contrattuale. Limitati gravemente nella loro potestà decisionale decisero di presentare le proprie dimissioni, prontamente accettate dall’allora Presidente. In modo elegante Tedeschi (adducendo l’inaccettabilità delle troppe polemiche personale mosse dai mass-media nei suoi confronti) in modo molto più polemico Boggi che, ricorderanno in più, scrisse una lunga lettera-denuncia pubblicata su alcuni quotidiani in cui spiegava il comportamento di Gussoni e le gravi violazioni alla libertà decisionale del commissario nominato. Per questa lettera, come in ogni stato di polizia che si rispetti, Boggi venne deferito e colpito da sospensione temporale (non ricordo la quantificazione, mi si perdoni).
Si apriva così la problematica relativa alla sostituzione del designatore Tedeschi.
Secondo logica il posto avrebbe dovuto essere occupato dal Presidente del settore tecnico che, peraltro, già conosceva sia l’ambiente che i singoli arbitri ed assistenti, essendo stato il designatore fino al giugno precedente. Eh sì, in quel momento a capo del settore tecnico vi era proprio Maurizio Mattei. Il quale non venne nemmeno contattato, così come non venne interpellato (se non in modo ufficioso) nemmeno il Comitato Nazionale.
Gussoni tenendo fede ad un principio enunciato più volte senza vergogna (chi lo ha sentito parlare non può negarlo: spesso ho io stesso sentito Gussoni dire che lui prima che uomo AIA si sente uomo CAN…) assunse l’incarico di designatore ad interim della CAN, occupando ben due poltrone contemporaneamente, Presidente dell’AIA e designatore della CAN. Per non dire poi della terza poltrona occupata poco dopo, vale a dire quello di vice presidente vicario della Federazione. Se a questo aggiungiamo che doveva far fronte anche ai suoi impegni come magnate industriale, con svariati viaggi all’estero per seguire le sue aziende possiamo ben immaginare quanto tempo potesse dedicare alla base. D’altronde ci sarà un motivo se da 150 e passa voti è passato a dover rinunciare alla corsa presidenziale lo scorso anno, avendo dovuto prender atto che forse avrebbe potuto contare sul voto della sezione di Viareggio, forse…
In ogni caso, appena auto-nominatosi designatore della CAN si fece affiancare da Pierluigi Collina, in quel momento commentatore di Sky (non dimentichiamoci che Collina si era dimesso 18 mesi prima dall’AIA, non dalla CAN, per i soldi della Opel, sponsor del Milan, società di serie A, che oggi viene arbitrata da colleghi designati da Collina stesso…) nel ruolo di collaboratore esterno. Ovviamente in modo gratuito: altrettanto ovviamente posso immaginare che lo stesso Collina abbia accettato ben sapendo che l’anno successivo avrebbe occupato il ruolo di designatore per la modica cifra di euro 500mila (aumentati quest’anno a 580mila) per l’immenso compito di designare 21 (ventuno) gare alla settimana.
Naturalmente, dato che Gussoni è un uomo rispettoso dei regolamenti, fece inserire nel regolamento una norma ad hoc, che consentiva ad un numero circoscritto ed in possesso di taluni requisiti (si veda il sito, nella pagina relativa al regolamento) di rientrare nell’AIA. Norma ad personam (o quasi…) di cui Collina approfittò immediatamente. L’anno successivo Collina (con grande sorpresa generale, ironico…) divenne designatore della CAN.
Chi è attento osservatore si sarà reso conto che i nomi lanciati da Gussoni sono rimasti i medesimi lanciati da Collina, come pure che coloro che non rientravano nelle grazie di Gussoni sono rimasti ai margini anche con Collina. Esempi? Nei sei mesi di regno Gussoni non videro più la serie A arbitri come Herberg, Squillace e Pantana, i quali, chi più (il maceratese) chi meno (gli altri due) venivano designati ogni tanto in serie A. L’anno successivo tutti e tre non fecero nemmeno una singola apparizione nella massima serie per essere poi dismessi a fine anno. Strano, sembra quasi che tutto fosse già deciso a tavolino (ironico)… Idem dicasi per Salati di Trento, una gara in A a fine stagione con Gussoni (che non aveva necessità di dismetterlo), nessuna l’anno successivo. Permettetemi: c’è qualcosa che non va…


Non manca una virgola. Che spettacolo!!! :D :D :D
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Re: I vertici dell'AIA e la politica associativa

Messaggioda w1llys il mer mar 03, 2010 1:04 pm

L'affare Ramaglia, Gregoroni, rapporti con il c.r. LND Campania.
Vogliate perdonarmi, di questo argomento non so assolutamente nulla. Come mio costume se non so nulla non ne parlo ;)
Per altri argomenti a più tardi, sempre che qualcuno sia interessato :D :D :D :D :? :? :? :?

-- mer mar 03, 2010 1:06 pm --

tomtom ha scritto:Purtroppo non hanno potuto lasciare cadere la cosa. Rizzoli ed il suo predecessore ( Felicani, oggi componente CAI ) sono stati deferiti. Diverso, per tutte le giuste considerazioni che facevi, l'esito che si avrà... ;) ;) ;)


Sinceramente non lo sapevo. Ma non sono affatto stupito di non averne avuta notizia, d'altronde il sito del SOCING fa disinformazione. Tra poco ci imporranno di credere che siamo da sempre in guerra con l'Eurasia...

Piccolo inciso: Felicani nominato componente della CAI deferito per una questione già in precedenza ben nota a Nicchi che, nonostante ciò, lo ha nominato per poi deferirlo: fantastico! Aggiungiamo Dondarini dimessosi, tra poco Nicchi farà parte della CAI ad interim. Pazzesco...
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Messaggioda tomtom il mer mar 03, 2010 4:11 pm

w1llys ha scritto:L'affare Ramaglia, Gregoroni, rapporti con il c.r. LND Campania.
Vogliate perdonarmi, di questo argomento non so assolutamente nulla. Come mio costume se non so nulla non ne parlo ;)
Per altri argomenti a più tardi, sempre che qualcuno sia interessato :D :D :D :D :? :? :? :?

-- mer mar 03, 2010 1:06 pm --

tomtom ha scritto:Purtroppo non hanno potuto lasciare cadere la cosa. Rizzoli ed il suo predecessore ( Felicani, oggi componente CAI ) sono stati deferiti. Diverso, per tutte le giuste considerazioni che facevi, l'esito che si avrà... ;) ;) ;)


Sinceramente non lo sapevo. Ma non sono affatto stupito di non averne avuta notizia, d'altronde il sito del SOCING fa disinformazione. Tra poco ci imporranno di credere che siamo da sempre in guerra con l'Eurasia...

Piccolo inciso: Felicani nominato componente della CAI deferito per una questione già in precedenza ben nota a Nicchi che, nonostante ciò, lo ha nominato per poi deferirlo: fantastico! Aggiungiamo Dondarini dimessosi, tra poco Nicchi farà parte della CAI ad interim. Pazzesco...


Oppure farà lui il designatore della CAI! Del resto abbiamo già precedenti illustri con Gussoni...! Per le nomine inopportune ormai lo si dice da tempo e si sta verificando quanto ampiamente preventivato...
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Re: I vertici dell'AIA e la politica associativa

Messaggioda saggio71 il mer mar 03, 2010 11:51 pm

Per chi conosce bene la realtà della sezione di Bologna è veramente assurdo che i vertici siano deferiti per irregolarità amministrative senza considerare i soldi che sono entrati nelle casse sezionali...preciso che se fossero state rilevate gravi mancanze amministrative, se fossero stati violati gravemente i regolamenti contabili e che soprattutto ci fossero stati danni economici (ammanchi notevoli) a carico dell'Associazione allora sì che bisognerebbe perseguire (sportivamente) i colpevoli...
Non ho ben compreso se veramente Felicani e Rizzoli siano stati deferiti, se fosse confermato ciò va comunque precisato che sono persone,per quello che ho avuto occasione di conoscerli specialmente Mauro Felicani, veramente molto competenti e che rappresentano un patrimonio per la nostra Associazione. Chi ha avuto come osservatore Mauro Felicani è stato veramente fortunato per la competenza e le capacità tecniche di Mauro...
Già solo il deferimento sarebbe sbagliato ed è la dimostrazione di come l'AIA possa essere piena di incomprensioni: mi pare che il ns. Presidente Nicchi abbia ripetuto più vole che dobbiamo aprirci all'esterno, fare marketing, ricercare risorse economiche...e allora perchè deferire i vertici bolognesi? Se hanno sbagliato delle formalità o le procedure adottate non sono state corrette secondo i regolamenti contabili, ma la sostanza è corretta, trovate giusto che queste persone siano punite? ricordo comunque che il deferimento non comporta una sanzione automaticamente
Qualche tempo fa ci fu uno "scandalo" nella gestione del Comitato Regionale del Settore Giovanile Scolastico dell' Emilia Romagna quando l'allora presidente Roberto Pasini e il segretario Terlizzi sono stati inibiti rispettivamente per 2 anni e 18 mesi per un ammanco nelle casse del comitato per circa 200.000 € (è in corso anche un procedimento penale).
Nell'allegato a pagina 9 c'è la sentenza della CAF.
Se la stessa cosa fosse successa nell'AIA (non so dove un presidente di sezione avesse trovato 200.000 €) a cosa sarebe andato incontro il colpevole
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