Dode ha scritto:Ma sulla carta, che squadra è stata allestita?
Seguo il Bari dal 1979, anno in cui ho messo per la prima volta piede allo stadio della Vittoria (Bari - Cesena), e di squadre allestite per la promozione ne ho viste: dal Bari dei baresi di Catuzzi (1984) a quello di Bolchi con Bivi capocannoniere e 13 rigori a favore, fino ai tempi più recenti del Bari di Salvemini con ex nazionali del calibro di Monelli, Di Gennaro e Scarafoni per finire con quello di Antonio Conte. La squadra allestita quest'anno, oggettivamente, è una buona squadra, costruita sul telaio di quella dello scorso anno, protagonista di un girone di ritorno miracoloso con la promozione in A sfiorata, e probabilmente sfuggita anche per due gravi topiche arbitrali. Ci sono però delle incongruenze legate a diversi fattori che, sperando di non tediare, sintetizzo:
1)non c'è ancora certezza sull'assetto societario e della proprietà: la recente intervista rilasciata da Paparesta alla Repubblica non fuga tutti i dubbi;
2)lo stadio San Nicola, nonostante la giovane età, è fatiscente, inadatto ad un match di calcio, mentre lo stadio della Vittoria, vera casa del tifo biancorosso, necessita di un nuovo terreno di gioco e di costosi adeguamenti alle attuali norme di sicurezza;
3)il pubblico si è riavvicinato alla squadra, ma - a mio parere - più per festeggiare la "liberazione" dai Matarrese che per un'effettiva convinzione: non è semplice ricucire un rapporto logorato da tanti anni di tribolazioni;
4)il tifo organizzato: dopo quasi 40 anni si è sciolto lo storico gruppo di tifosi ULTRAS BARI, anche perchè alcuni dei principali esponenti (non quelli storici, ormai da anni fuori) furono coinvolti nella presunta combine Bari-Lecce;
5)scandalo scommesse: una ferita non ancora rimarginata, la rivalità tra Bari e Lecce è pari a quella tra Roma e Lazio, dunque immaginate cosa vorrebbe dire per un tifoso della Roma scoprire che i propri beniamini, con la collaborazione dei alcuni capitifosi, si siano venduti un derby.
6)il (malcelato) disinteresse della realtà imprenditoriale locale alle sorti della squadra, legato da un lato alla crisi congiunturale, dall'altro alla consapevolezza che, in assenza di introiti certi (che solo la serie A può garantire), il calcio possa essere estremamente rischioso dal punto di vista economico.
Non è che ho paura di morire. Solo che non voglio esserci quando accadrà. W. Allen