da AssistantRef il lun apr 13, 2015 4:57 pm
Dal livello amatoriale più basso fino a quello professionistico, sono numerosissime le corse che si disputano ogni settimana, e spesso ogni giorno in tutto il mondo, e considerando che spesso si corre per più di 5 ore per competizione su oltre 200 kilometri di tracciato, e che le difficoltà della corsa sono legate alle asperità del territorio (salite, discese o, come nel caso della Parigi-Roubaix, strade in pavè) che non possono essere ricreate ovunque, è inevitabile che sia il mondo del ciclismo che deve adattarsi al territorio e non viceversa.
Nel caso specifico, la Parigi-Roubaix rappresenta una classica fuori dal tempo, proprio perché le difficoltà che propone sono le stesse di un secolo fa, su strade appositamente mantenute sconnesse, e il percorso non risulta modificabile.
Si potrebbe chiedere una variazione degli orari dei treni (anche se il disagio per gli utenti, già penalizzati molto spesso dai blocchi alla viabilità auto sul percorso, sarebbe notevole, visto l'estensione in termini spaziali e temporali di una corsa ciclistica), ma la soluzione più pratica ieri sarebbe stata presidiare il passaggio a livello con più di un gendarme per dissuadere qualsiasi ciclista dall'attentare alla propria vita e non solo.