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Messaggioda Aspide1979 il lun ago 25, 2008 8:47 pm

Il mensile GQ entra nel luogo proibito del calcio, lo spagliatoio, e vive tre giorni con i giocatori. Il presidente Andrea Della Valle lancia l'invito: "Caro Toni, ti aspettiamo tra due anni". I giocatori dichiarano sicuri: "I gay nel calcio? Non esistono"

MILANO, 25 agosto 2008 - GQ nel suo nuovo numero in edicola dal 26 agosto, propone un particolare Speciale Fiorentina, grazie a un evento straordinario nel calcio moderno: aver infiltrato i suoi inviati nel luogo solitamente più inaccessibile di una società di calcio, lo spogliatoio. Lo scopo? Capire come si passa dalla C2 del fallimento alla Champions League in soli 6 anni. Per GQ, infatti, sono proprio i viola la squadra più cool del momento. Una lunga marcia separa la squadra viola da quella del fallimento. Il presidente Andrea Della Valle ha fatto incorniciare una foto scattata nel settembre 2002, prima di Sangiovannese – Florentia Viola: "Sono io con tre amici davanti alla nostra panchina, sembra una foto fatta in vacanza, è l’inizio del campionato di C2. Sei anni, ma sembra passata una vita". Da allora non è cambiata solo la ragione sociale, la categoria, la rosa, le ambizioni: sono cambiati, molto in meglio, anche i tifosi, un tempo tra i più aggressivi d’Italia, perchè, sono parole del Presidente: "Il patto con la città è chiaro: la violenza è l’unico motivo per cui la famiglia Della Valle se ne va in 24 ore". Il d.s. Pantaleo Corvino s’accontenterebbe di placare una piazza mediatica: "Se la stampa ti spara 200 giorni l’anno è critica, ma se lo fa 365 quando pure arrivi in Champions c’è qualcosa che non quadra. Ma io mica m’arrendo, lo farò soltanto quando alla mattina invece di alzarmi per andare a lavoro mi verrà da girarmi dall’altra parte. Solo così capirò che le energie dovrò dedicarle ad altro". Ma è negli spogliatoi che si scopre la vera anima della Fiorentina, questa è un’estrema sintesi dell’esclusiva chiacchierata che i big viola (Donadel, Frey, Gamberini, Gilardino e Pazzini) hanno fatto con GQ.
CALCIO E OMOSSESSUALITA' -GQ: "Luciano Moggi, in una sua recente uscita, ha dichiarato che il calcio non è per i gay".
Donadel: "Magari qualcuno ci sarà pure, però io credo di non averlo mai incontrato".

GQ: "Statisticamente mi pare improbabile".
Gamberini: "Per me, qualcuno ci sarà pure".
Frey: "Però, sai, visto che l’argomento principale nello spogliatoio è quell’altro là… Insomma, se c’è, deve dissimulare proprio bene". Gamberini: "Okay, ma se qualcuno tirasse fuori il problema, cambierebbe anche l’atteggiamento di tutti gli altri, no?".
Frey: "Scherzi? In questo mondo dove la tifoseria già ti attacca mogli e fidanzate, figurati se uno si dichiara gay. Lo massacrano. Striscioni, cori. Un inferno".
Donadel: "Comunque, negli sport Usa ci sono molti che hanno fatto coming out e sono stati accettati tranquillamente".
Pazzini: "Verissimo. Però, magari mi sbaglio, ma la mia sensazione è di non aver mai incontrato un calciatore gay".
VOGLIA DI PREMIERSHIP -GQ: "Perché Premier e Liga hanno più fascino della serie A?"
Gilardino: "Chi lo dice? Il nostro è il campionato migliore d’Europa".
Pazzini: "Be’, dai, il contorno, la tifoseria, gli stadi, il modo di vivere il calcio là sono un’altra cosa".
Donadel: "L’Italia paga lo scotto di una tassazione troppo sfavorevole. I club di Premier e Liga pagano molte meno tasse e hanno un potere contrattuale troppo forte".
Frey: "Però poi i campioni tornano tutti qui".
Donadel: "La vera differenza con la Premier è che lì non c’è un giornale che dia un voto. Vero, Gambero?".
Gamberini: "Io difficilmente guadagno l’attenzione della stampa, ed è giusto così: le prime donne sono gli attaccanti, gli Adrian Mutu, gli Jovetic, il nostro nuovo fenomeno".
Pazzini: "Be’, guarda che essere primedonne va considerato nel bene, ma anche nel male".
Frey: "Ma dai, nell’ultima amichevole c’è stato uno di noi che è stato una vergogna. Prima pagina: 'Questo giocatore da sballo'. Gamberini per 90 minuti si fa il mazzo? È un difensore e non lo vede nessuno".
Frey: "Prendete con l’Everton, abbiamo fatto barricate per 120’. Ci siamo fatti un mazzo così, poi uno tocca un pallone e fa gol. Il titolo è: 'Grande difesa'? No, è: 'Tizio trascina la Fiorentina'. Noi difensori ci mettiamo a ridere e amen".
E fuori dagli spogiatoi GQ incontra Andrea Della Valle, che racconta come in realtà col calcio italiano è dura fare soldi.
Presidente Della Valle, quale molla vi ha spinto a prendere una patata bollente come la Fiorentina, al tempo del fallimento?
"Senza un po’ di incoscienza, pure nel mondo dell’imprenditoria certi traguardi non li raggiungi. Ma qui si trattava di salvare la squadra di una delle città più belle e famose del mondo. Poi c’è chi ci ha letto una scelta legata alla nostra azienda, ma in realtà i nostri prodotti di lusso hanno poco a che fare con il mass-market del calcio".
Sinceramente: quanto guadagnate col calcio?
"Sfatiamo il mito: non si guadagna un bel niente. L’Italia è ben diversa da Inghilterra e Spagna".
Su quali aspetti si deve lavorare per ridurre il gap?
"Molti: la fiscalità è troppo pesante, c’è poca sensibilità verso i settori giovanili, troppe barriere tra società e tifosi. Quest’ultimo aspetto proprio non lo capisco: costa così poco essere educati. Io e mio fratello cerchiamo di esserlo sempre: è l’impronta che ci ha dato mio padre, e a lui mio nonno. La Fiorentina è una famiglia con 25 ragazzi? Credo di sì, con gli inevitabili problemi di tutte le famiglie".
Come, per esempio, i figli che vogliono andarsene di casa prima del tempo. Mutu però ha capito che i contratti hanno un valore.
"Non mi do pace per questa cultura contrattuale. Ma come, i contratti valgono dappertutto fuorché nel calcio? Non è mentalità italiana, è europea, si pensi al caso Cristiano Ronaldo. A noi era già successo con Luca Toni, però gli sono bastati 5 minuti per capire e rinunciare ai tanti soldi che gli aveva promesso l’Inter. E io gli dico: guadagna più che puoi al Bayern e poi torna da noi fra un paio d’anni".
La trasformazione più straordinaria riguarda la tifoseria.
"Il patto con la città è chiaro: la violenza è l’unico motivo per cui la famiglia Della Valle se ne va in 24 ore. Aspetto con ansia il giorno in cui potremo abbattere le barriere allo stadio. Mi piacerebbe fosse tra tre anni".

Fonte http://www.gazzetta.it
Ultima modifica di Aspide1979 il lun ago 25, 2008 10:55 pm, modificato 1 volta in totale.
Aspide1979
 

Re: Più che notizie, Gossip!

Messaggioda santacruz il mar ago 26, 2008 7:03 am

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Re: Più che notizie, Gossip!

Messaggioda Adler il mar ago 26, 2008 11:31 am

santacruz ha scritto:http://www.calcio-giocato.com/bocciati/vampeta.php

:ok


Che ci azzecca con l'articolo, quel "bidone" di Vampeta? :lol:
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