Una sentenza che va contro la scienza

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Re: Una sentenza che va contro la scienza

Messaggioda tony il lun nov 10, 2014 8:07 pm

Ho due domande tecniche per Luca:
1. se le motivazioni saranno disponibili fra qualche mese e nel frattempo l'unico elemento è la decisione letta del giudice in aula, il passaggio "l’avvocatura dello Stato è riuscita a dimostrare in Appello che non fu una riunione ufficiale della Commissione, ma gli intervenuti parlarono a titolo personale" è solo un'ipotesi?
2. Cosa diamine scrivono in 781 pagine di sentenza (ma a volte superano il migliaio)? Corpo 16 e interlinea doppia?
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Re: Una sentenza che va contro la scienza

Messaggioda Luca Marelli il lun nov 10, 2014 8:22 pm

Rispondo a spanne, sarebbe troppo complesso entrare nel dettaglio.

Il dispositivo, in sostanza, riassume la decisione assunta dal giudice (monocratico o collegiale a seconda delle circostanze). Solitamente si tratta di poche righe nelle quali viene sintetizzata la commisurazione della pena (o l'assoluzione) con indicazione generiche dei motivi.

Sull'affermazione relativa all'Avvocatura dello Stato mi cogli alla sprovvista: sei sicuro che questa frase sia contenuta nel dispositivo? Peraltro, letta così, non ha un gran senso, andrebbe contestualizzata.

Per comodità copio/incollo l'art. 544 c.p.p.:

"1. Conclusa la deliberazione, il presidente redige e sottoscrive il dispositivo. Subito dopo è redatta una concisa esposizione dei motivi di fatto e di diritto su cui la sentenza è fondata.
2. Qualora non sia possibile procedere alla redazione immediata dei motivi in camera di consiglio, vi si provvede non oltre il quindicesimo giorno da quello della pronuncia.
3. Quando la stesura della motivazione è particolarmente complessa per il numero delle parti o per il numero e la gravità delle imputazioni, il giudice, se ritiene di non poter depositare la sentenza nel termine previsto dal comma 2, può indicare nel dispositivo un termine più lungo, non eccedente comunque il novantesimo giorno da quello della pronuncia.
3 bis. Nelle ipotesi previste dall'articolo 533, comma 3 bis, il giudice provvede alla stesura della motivazione per ciascuno dei procedimenti separati, accordando precedenza alla motivazione della condanna degli imputati in stato di custodia cautelare. In tal caso il termine di cui al comma 3 è raddoppiato per la motivazione della sentenza cui non si è accordata precedenza".

Le 781 pagine della motivazione di primo grado sono (a mio modestissimo avviso) un esempio eclatante di voluta confusione per arrivare ad una condanna su basi scientifiche inesistenti.

Qui trovate il link per leggere (se avete pazienza) le motivazioni complete:

http://processoaquila.files.wordpress.c ... leta-1.pdf

Vi invito a leggere (in particolare) le pagine 220 e seguenti che, a mio parere, hanno contorni incredibili che prescindono totalmente dal metodo di formazione della convinzione del giudice, basandosi unicamente su speculazioni personali.
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Re: Una sentenza che va contro la scienza

Messaggioda tony il lun nov 10, 2014 10:38 pm

la citazione dell'avvocatura l'ho tratta dall'articolo di stampa citato.
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Re: Una sentenza che va contro la scienza

Messaggioda gadamer il mar nov 11, 2014 10:56 am

Come fai (per esempio) a scrivere "in appello hanno lasciato in piedi, eccome la validità dell'impianto accusatorio, della tipologia dell'imputazione che, se dimostrabile, è tutt'altro che campata in aria"? Dove hai letto questa affermazione?

Non l’ho letta da nessuna parte e comunque ho la piccola presunzione di trarre qualche deduzione liberamente, senza la pretesa di portare alcun messaggio di verità. Ho scritto, mi pare e se non l'ho fatto lo faccio ora, che sulla base delle notizie disponibili (stampa) gli imputati sono stati assolti (lasciando perdere la formula tecnica) per i motivi che alcune comunicazioni sono state considerate come private e quindi come tali non rientranti nel capo d'accusa. Detto altrimenti le comunicazioni falsamente rassicuranti non sono state negate come fattispecie criminale di per sé, solamente decontestualizzate. Altre assoluzioni per mancanza di elementi probatori. Nuovamente non è negata la sussistenza di un capo d’accusa fondato, ma la prova della commissione del fatto.
Poi se, quando si conoscerà il testo, risulterà diversamente, è pacifico che ne prenderò atto.
Poi ti rivolgo una domanda. Posto che, a oggi, non è possibile prevedere i terremoti, cosa avrebbero dovuto fare in presenza di sciame sismico (come ce ne sono 1000 ogni anno in Italia, dato che si tratta di territorio sismico)? Far dormire all'addiaccio centinaia di migliaia di persone? E per quanto tempo? Vorrei far sommessamente notare che, a inizio Aprile, a L'Aquila si raggiungono spesso temperature molto basse di notte.


Vedi Luca c’è una fallacia argomentativa in questa tua considerazione. Solitamente, nello studio della logica dell’argomentazione, questo è definito “falso dilemma”. Non esistono solo due corni del dilemma cioè tacere (o peggio tranquillizzare ammesso che sia avvenuto, non mi avventuro in giudizi senza conoscere a fondo gli atti) e allarmare facendo dormire all’addiaccio. L’ho scritto e lo ripeto: una comunicazione di attenzione costante, a un allertarsi ai primi segnali sarebbe stata la soluzione intermedia che avrebbe limitato morti e feriti.
Comunque mi pare che gli imputatati non siano stati accusati di non aver dato allarmi, né di aver taciuto pericoli, ma di aver diffuso notizie falsamente rassicuranti. Cosa che, se permetti, è ben diversa.
Così, tanto per citare un imputato: “non è possibile fare previsioni”, ovvio lo sappiamo, segue: “la semplice osservazione di molti piccoli terremoti non costituisce fenomeno precursore”. A seguire:
“non c’è un pericolo, io l’ho detto al Sindaco di Sulmona…” Quindi la previsione la fa o no?
E qui mi fermo perché non è proprio il caso di addentrarci oltre ma porsi qualche interrogativo ci sta.
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Re: Una sentenza che va contro la scienza

Messaggioda Luca Marelli il mar nov 11, 2014 11:31 am

L'hai presa sul personale e mi dolgo di questa piega. Da parte mia ho semplicemente sollevato alcune domande che sorgono spontanee in chi ha letto le 781 pagine di motivazioni (che, in altra sede, ho definito "un oceano di nulla per giustificare una decisione abnorme ingenerando una colossale confusione di dati sparsi").

Non ti nascondo che, dopo aver lungamente riflettuto, uno dei motivi per cui ho deciso di abbandonare la professione è stato proprio questo, l'incapacità nell'ambiente di confrontarsi senza attaccarsi. La vita è troppo breve per passarla a litigare con chiunque.

Da parte mia ritengo corretto ascoltare e leggere le argomentazioni altrui e non nascondo che trovo interessante l'ultima parte del tuo post.
Meno interessante il concetto di falso dilemma che viene utilizzato in grande quantità nella comunicazione odierna (soprattutto elettorale) ma che è lontana da me anni luce.

E' vero, la soluzione corretta sarebbe dovuta essere un'allerta tranquillizzante. Esattamente ciò che è stato fatto e che puoi tranquillamente visionare ed ascoltare alla fine della pagina 1 di questa discussione e precisamente nel post di rattlesnake.

In particolare credo che assuma enorme rilevanza il documento del 31 marzo 2009 dal quale si evince grande professionalità basata sull'esperienza personale E scientifica.
Il motivo per cui sono stati assolti, a mio parere, è proprio da rinvenire in un'accusa senza alcuna base dato che la documentazione a nostra disposizione dimostra esattamente il contrario, cioè una grande attenzione ai fenomeni in corso con la consapevolezza di essere inermi di fronte alle "decisioni" della natura.

Per quanto riguarda le frasi da te citate, effettivamente paiono contraddittorie. Ma se leggi il documento che linko (ripreso da pagina 1 di questo thread) forse potresti cambiare idea sulla reale portata di parole all'interno di un contesto e non estrapolate strumentalmente ;)

http://www.blitzquotidiano.it/wp/wp/wp- ... o_2009.pdf

Ciao.
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Re: Una sentenza che va contro la scienza

Messaggioda Dode il mar nov 11, 2014 12:51 pm

Vorrei approfondire un "ramo" becero di queste vicende, becero ma comunque reale su cui non ho mai capito un accidente.

Premesso che non riesco a capire nitidamente che sollievo puo avere una famiglia dalla condanna (per la perdita del proprio caro) di un soggetto terzo seduto su una sedia a 1000km di distanza o magari a letto in quel momento, per non aver predetto (non per averla causata) una tragedia di quelle proporzioni, volevo chiedere:

a queste sentenze sono legate in qualche modo anche eventuali assicurazioni su beni immobili, mobili, invalidi o morti legati al sisma?
# Dode e Torqui ti disprezzano
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Re: Una sentenza che va contro la scienza

Messaggioda gadamer il mar nov 11, 2014 2:07 pm

Ti ringrazio dell'attenzione Luca e lo dico senza ipocrisia credimi. Forse l'ho presa sul personale, non mi sembrava, ma se questa è la percezione ho evidentemente torto su questo aspetto e me ne dispiaccio.
Quanto al resto, come ho detto il tema è di ampiezza tale da renderlo irriducibile. Sto leggendo la sentenza (vado piano, età e interesse non spasmodico giustificano). Senza voler rifare neppure metaforicamente il processo noto però e lo dico, a rischio di apparire pedante, stucchevole e inutilmente polemico, che il verbale linkato (peraltro già a me noto) spiega poco se non l'evidente intenzione di pararsi il... diciamo là dove la schiena cambia nome da parte della Commissione Grandi Rischi e sarebbe utile leggersi anche la bozza dello stesso, che è agli atti. Chi possiede sufficiente attitudine alla sofferenza potrà constatare, dagli atti, che detto verbale è stato redatto e sottoscritto in data 6/4 post terremoto, sarà un caso?
Così come non è un caso che a De Bernardinis (quello che dichiarò in un'intervista pronunciò l'ultima frase da me citata) è confermata la condanna.
Insomma, se devo dirla tutta, indipendentemente dalla colpevolezza accertata o meno, quello che personalmente m'irrita è il taglio ideologico. Lo si può riassumere nel titolo del thread Una sentenza che va contro la scienza. Come se fosse sotto processo ci fosse finita la sismologia e non i sismologi, come se lo scienziato non sia fallibile o disattento o peggio come tutti noi.
Io non sposo né la tesi colpevolista né quella innocentista ma divorzio da tutte quelle espresse a prescindere per simpatia ideologica. E tecnicamente mi rifiuto di accettare l'opinione (fatto salvo il diritto ad esprimerla, pleonastico dirlo) che il giudice di primo grado abbia commesso chissà quali sciaguratezze. E' un'opinione che, per quanto trapela fino ad ora, non è smentita neppure nel giudizio d'appello.
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