Il richiamo va fatto bene e per farlo bene ci sono mille fattori di cui tenere conto che si imparano con l'esperienza, e che è impossibile elencare tutti in una risposta alla tua domanda.
Prima ancora di aprire bocca occorre:
- essere "inattaccabili": perchè il richiamo che sta per arrivare sia credibile deve esserlo anche quanto da noi fatto dal momento dell'arrivo al campo al momento del richiamo. Requisiti minimi sono: l'aver instaurato un rapporto di credibilità, limpiegare un giusto ed equo metro tecnico-discilinare, l'essere posizionati correttamente.
- prevedere le conseguenze: se sto per dare un ultimatum devo fare seguito davvero ad una sanzione disciplinare, altrimenti perdo di credibilità
-prendersi il giusto spazio: non frenare bruscamente ad un metro dalla faccia del destinatario, mantenere la distanza di circa un braccio
-creare lo spazio/tempo per un buon richiamo: il richiamo può essere "volante" (ad ex. in movimento, col gioco in svolgimento), o "solenne". Nel primo caso è inutile mettersi a parlare se prevediamo la partenza di un contropiede che ci fa lasciare la frase a metà o se il giocatore deve scappare via per riprendere la posizione. Nel secondo caso è utile che tutti sappiano che noi vogliamo richiamare A e quindi B,C,D,E e pure F se ne devono stare lontano. Nel primo caso bisogna essere superconcisi, nel secondo ci si può prendere un po' di tempo. Il richiamo è per una mezza stupidata: può durare poco, altrimenti facciamo percepire a tutti che ci stiamo soffermando volutamente per dare importanza alla cosa (ovviamente senza esagerare) Alle volte occorre anche essere abbastanza allenati per arrivare in zona cesarini prima di tutti gli altri che vengono per dire la loro.
-non si rincorre la gente per parlarle: se non ci vuole ascoltare è un problema suo e glielo possiamo risolvere con un bel
qualora la situazione lo consenta ("eh, ma perchè?" "tra il richiamo e il giallo hai scelto tu, la prossima volta ti fermi e ascolti") oppure con un bel fischio che fa girare tutti (compreso il calciatore in questione), o ancora spiegando ad alta voce o al capitano se vicino " tranquilli, non penso che duri molto se va avanti così")
Una volta fatto tutto questo possiamo parlare tenendo presente che:
-meno parole usiamo meglio è; meno usiamo congiuntivi e condizionali meglio è, meno usiamo il "lei" o il "tu" meno cadiamo nel rischio di essere pomposi o troppo amicali. Tutto questo serve a dare maggiore incisività a ciò che diciamo. Un " si sposti dalla palla" suona diverso da un "lontano dal pallone".
-io parlo, il calciatore ascolta (l'ideale sarebbe che prendesse appunti) e se così non è lo specifichiamo e poi iniziamo il richiamo (un "adesso parlo io" suona più autoritario di un "adesso mi ascolti").
-esprimere concetti semplici e non complessi: "mister si sieda" è diverso da "una persona sola in piedi in area tecnica"
-essere cortesi: "un mister si sieda, perfavore" è tanto perentorio quanto educato; quando poi dopo la terza volta che glielo si dice il "mister si sieda" detto senza il perfavore avrà un suono diverso: molto più perentorio.
-colpire nel segno: di colleghi che dicono "non bestemmiare" è pieno il mondo; trovare un modo alternativo di dire la stessa cosa può spiazzare un po' ed amplificare l'effetto del richiamo "va che non siamo a Bergamo"...
-non minacciare in modo diretto: si, avvisare che la prossima volta arriva il giallo si può fare ed è certamente utile; ma non si deve esagerare prospettando squalifiche epiche e simili.
-si può anche accompagnare il cartellino con un richiamo.
Dopo il richiamo puntualmente arriverà una risposta del tipo " ma non ho fatto apposta", "ma non sono stato io", " ma ha visto male": qui è importante far capire che questo atteggiamento non va bene e le cose stanno come vogliamo noi in modo secco e perentorio: un "te l'ho spiegato", un "non c'è niente da discutere", un "ancora parli, gli ha spezzato la gamba e ancora parli".
Finito il richiamo ci si allontana con un occhio al calciatore, non per accorgersi che ci sta per mandare a quel paese (che poi dobbiamo dargli pure il rosso) ma per prevenire che lo faccia.
Per finire
-non necessariamente si deve essere "negativi" nei contenuti ma anche positivi: "dai che sei un campione, non hai bisogno di queste cose....", "la testa ce l'hai per capire queste cose". Ovviamente bisogna inquadrare le persone nel modo giusto per poterlo fare.
-non necessariamente bisogna essere seri ma si può anhce far capire le cose "scherzando": dopo un entrataccia gli si può dire che so "va che non siamo in terza categoria, datti una regolata".
Un cartellino rosso è come l'esplosione di una bomba;il giallo l'accensione di un timer. Possiamo dare al pubblico 15 secondi di sorpresa o 15 minuti di suspence. -A. Hitchcok-