Beh... è difficile rispondere a questa domanda. Non perché la domanda in sé sia complessa, la stragrande maggioranza degli utenti di questo forum, me compreso, è arbitro, e sappiamo bene — almeno penso — perché ciascuno di noi ha deciso di intraprendere questa strada. Ma, appunto...
"ciascuno di noi".
Questa non è infatti una domanda alla quale si può rispondere oggettivamente: ognuno di noi ha avuto delle particolari esperienze, dei particolari desideri o condizionamenti, e delle particolari spinte che lo hanno indotto, tanto per dire, a fare l'arbitro e non il venditore di mozzarelle. Quello che io potrei fare sarebbe stilare una lista di pro e contro del divenire arbitri, cosa che sarebbe comunque insoddisfacente: sarebbe sì oggettiva, ma te ne faresti poco o nulla. Se hai la passione, diventi arbitro anche con un pro e mille contro; e viceversa, se proprio non ne vuoi, non diventi arbitro neppure con tutte le agevolazioni del mondo.
Per cui... io posso parlare
personalmente, ma devi essere tu a fare la scelta definitiva. Quindi: essere arbitro non è certamente facile, e questo per i motivi più disparati: la distanza da percorrere per giungere ai campi, i rimborsi che non sempre sono puntuali (nella mia Sezione rimborsi di marzo di quest'anno sono ancora KO, e ho sentito alcuni miei colleghi lamentarsene), il dover essere sempre perfetti dal punto di vista atletico (e questo è un mio tallone d'Achille) e regolamentare (nel senso di conoscenza del Regolamento del Gioco del Calcio); e un sacco di altre cose... fra cui, ad esempio, quella che citi tu: il "difficile confronto" con i calciatori. Però questo è proprio il piede sbagliato con cui partire: sarebbe come non voler diventare falegname per paura che per sbaglio ti amputi un braccio con la sega, o non voler diventare capitano di una nave per paura di affondare dopo essersi scontrati con un iceberg: può succedere, eh; ma una volta ogni chissà quanto, e se già parti con questo presupposto, non farai mai nulla perché niente (e non parlo solo di lavori o cose simili) è privo di rischi. Se tu vuoi divenire arbitro, ma sei indeciso, non è da questo che deve scaturire la tua perplessità.
E poi, andando ancora più a fondo nella questione... dirigere gare è qualcosa che piace, ma proprio per questo ancora una volta ricadiamo nella soggettività: a me piace arbitrare, e non piace il gelato al limone: a un mio amico le cose potrebbero andare esattamente al contrario. Perché in fondo sono gusti, e... de gustibus disputandum non est. La differenza che perciò descrivi tu, perciò, ovvero quella del fatto che la maggior parte dei ragazzi vogliono divenire calciatori e non arbitri... risiede in altro. È la figura del calcio, e del calciatore. Non è forse vero che, grazie all'enorme impatto mediatico della Serie A, delle Coppe e dei Campionati, i calciatori sono visti non più come semplici sportivi, ma ormai quasi come degli eroi? Un Totti, un Del Piero o un Messi ormai sono quasi divinità intoccabili, che meritano di essere venerati solo perché con un piede buttano un pallone oltre dei pali; ed è logico che tutti vogliano imitarli. L'arbitro invece no: l'arbitro è bistrattato dai giornali, ignorato dai più e offeso negli stadi: lo stesso capita ai calciatori da parte dei tifosi avversari, ma la differenza è che i calciatori hanno il sostegno dei propri tifosi, l'arbitro l'ostilità di entrambe le curve. Quindi... un determinato calciatore è per almeno metà della gente un Dio, l'arbitro un tizio mandato lì per distruggere la partita, agli occhi della gente.
Agli occhi della gente, appunto: il calciatore non è un maledetto solo perché è offeso dai tifosi avversari... è solo bistrattato, povero diavolo; la stessa cosa l'arbitro: non è un ruolo affatto spiacevole, ma è la gente che lo considera tale. E, per tutti questi motivi... un ragazzo qualunque non è affatto portato per divenire arbitro.
Ma già quando qualcuno inizia a farci un pensierino, ha già intelligentemente capito che tutte queste differenze sono solo delle baggianate, che l'arbitro è una figura come lo è il calciatore, il telecronista, il presidente dell'IFAB o il raccattapalle... e se poi la cosa gli piacerà,
e a lui sta deciderlo, la strada gli è spianata!