Casarin: “Arbitri italiani: poveri e intempestivi”

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Casarin: “Arbitri italiani: poveri e intempestivi”

Messaggioda trmx27 il gio nov 08, 2012 10:35 pm

Paolo Casarin – Il Corriere della Sera


Che cos’è diventato l’arbitraggio oggi in Italia? Un insieme di fischi poveri, intempestivi, senza una radice originale, si direbbe fischi di seconda mano. Frettolosi o lenti, perfino cancellati dall’incertezza e mescolati alla paura. Una vita arbitrale ormai scandita da questo modo di fischiare, che deve far quadrare i bilanci domestici, certamente onesti ma anche presuntuosi, privi dello splendore della ricerca faticosa e infinita. Fischi sottoposti a contratto. Fischi senza l’arte coraggiosa della meditazione, avvolti nell’imballaggio anonimo della confezione di serie, fogli sgradevoli come le multe per divieto di sosta. E pensare che il fischio di quel tipo di uomo che è l’arbitro è sempre stato e potrebbe ancora rappresentare la sintesi di una conoscenza sempre incompleta e perciò stimolante, dello studio di una regola del gioco elementare, ma per tutti difficile perché onesta e giusta. Un messaggio forte che ogni arbitro, anche il più giovane e sconosciuto, potrebbe trasmettere con gioia, perché il servizio è realmente prezioso, in nome di tutti e non solo per i ventidue. Un canto armonioso più che un sibilo prodotto dalla plastica. E pensare che il campo di calcio con centomila respiri, con il tifo liberato dai sentimenti, è il luogo perfetto per far nascere quel fischio, che è arte proprio nel momento in cui l’arbitro è riuscito a farsi circondare e sommergere nel proprio silenzio neutrale, è riuscito a calmare il battito del cuore mentre entrava in area di rigore e può, solo in quel momento e in quello stato, aprire con volontà e ostinazione gli occhi in direzione della realtà del gioco che vuole essere arbitrato. È ancora possibile frequentare quella scuola di arbitraggio, che sembra così lontana e a taluni mai esistita? È sempre aperta, ha bisogno soltanto di studenti senza programmi di studio semplificati. L’arbitraggio non è un quiz, che con fortuna si può centrare subito. Ha bisogno di lavorare sugli errori, sui pregiudizi, sulla limitazione della propria autorità, sulla capacità di raggiungere l’indipendenza da tutti. Ma proprio da tutti.
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Re: Casarin: “Arbitri italiani: poveri e intempestivi”

Messaggioda f_brych il ven nov 09, 2012 1:12 am

Il solito linguaggio immaginifico di Casarin per dire sostanzialmente due cose:

1. gli arbitri italiani sono mediocri ed il livello arbitrale complessivo nel nostro Paese si è abbassato;

2. gli arbitri italiani non sono autonomi, subiscono pesanti condizionamenti esterne e ciò comporta conseguenze negative anche sul terreno di gioco.

Mi sa tanto di articolo piazzato proprio adesso ad arte, giusto per far capire esattamente quello che pensa Casarin dell'attuale gestione dell'A.I.A, alla vigilia dell'Assemblea Nazionale Elettiva. ;)
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Re: Casarin: “Arbitri italiani: poveri e intempestivi”

Messaggioda KarenB il ven nov 09, 2012 11:08 am

No, Casarin sono anni che sostiene queste cose. Certamente prima certe criticità erano meno evidenti perchè il tasso tecnico offerto dalla Serie A era buono. Ora, invece, che siamo diventati "pizza e fichi", si avverte il terribile schiacciamento verso la mediocrità della Can A e pure della Can B. Ho sentito alla radio dire a Casarin che non ha senso trattare gli arbitri e gli assistenti come impiegati statali. L'Aia è un'associazione tecnica e non può portare a "fine mandato" tutti i suoi elementi che operano alle varie Can. A riprova di quanto sostengo, vale la pubblicazione dell' elenco Uefa degli internazionali. Oltre ai nuovi immessi, Mazzoleni e Valeri, abbiamo Banti in Cat. 2 ma Bergonzi e De Marco sono in Categoria 3 dall'inizio della loro nomima e non si sono mossi. Dunque...
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Re: Casarin: “Arbitri italiani: poveri e intempestivi”

Messaggioda f_brych il ven nov 09, 2012 12:27 pm

Chiedo scusa, KarenB, mi sono espresso male. So benissimo che Casarin sono anni che sostiene queste cose e condivido la tua / sua analisi su tutti gli aspetti. Io mi riferivo alla tempistica dell'uscita dell'articolo, che - pur adornato da un linguaggio ricercato - tira pesanti bastonate all'attuale dirigenza ed all'attuale sistema arbitrale italiano.
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Re: Casarin: “Arbitri italiani: poveri e intempestivi”

Messaggioda AssistantRef il ven nov 09, 2012 12:32 pm

KarenB ha scritto: A riprova di quanto sostengo, vale la pubblicazione dell' elenco Uefa degli internazionali. Oltre ai nuovi immessi, Mazzoleni e Valeri, abbiamo Banti in Cat. 2 ma Bergonzi e De Marco sono in Categoria 3 dall'inizio della loro nomima e non si sono mossi. Dunque...


Quello delle categorie UEFA non è un segnale della presunta tendenza alla mediocrità dei nostri arbitri, anzi forse ne sarebbe la smentita (Orsato e Damato, graduati dopo Bergonzi e De Marco, sono rispettivamente in Elite Development e cat. 1, Rocchi, promosso dopo De Marco è Elite: e ricordo che l'Italia è l'unica Federazione che vanta attualmente in Europa 3 arbitri Elite + 1 Development + 2 1st category)
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Re: Casarin: “Arbitri italiani: poveri e intempestivi”

Messaggioda Avion il ven nov 09, 2012 1:11 pm

Io penso che c'è un dato certo su cui ragionare, un dato praticamente oggettivo: la qualità media degli arbitri si è abbassata evidenziando uno schiacciamento verso il basso. Secondo voi perchè? A mio avviso una delle principali cause è l'ostinata ricerca dell'accorciamento delle carriere. Un arbitro ha necessità di effettuare con gradualità alcuni percorsi formativi che non solo gli permetto di crescere tecnicamente ma anche di maturare come uomo. Stressare il concetto di rapido raggiungimento delle massime categorie nazionali ha come conseguenza (fatte salve rare eccezioni) che questo processo formativo non si compia appieno e ci si ritrovi in serie A o serie B non pronti e maturi per tali "sfide".
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Re: Casarin: “Arbitri italiani: poveri e intempestivi”

Messaggioda aladar il ven nov 09, 2012 3:11 pm

O peggio, non solo in serie A ma qui ci troviamo con arbitri che fanno fatica pure in Eccellenza o Promozione, proprio perché non hanno maturato la necessaria esperienza nelle categorie precedenti. Un percorso oggigiorno verosimile all'ingresso di un arbitro al CRA é che dopo una quindicina di gare tra 1 cat e Promozione si puo' ritrovare in Eccellenza!
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Re: Casarin: “Arbitri italiani: poveri e intempestivi”

Messaggioda emiro1965 il ven nov 09, 2012 9:11 pm

Bellissimo articolo. Complimenti Paolo
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Re: Casarin: “Arbitri italiani: poveri e intempestivi”

Messaggioda cecco25 il ven nov 09, 2012 9:46 pm

Per capire la situazione critica degli arbitri italiani analizzo la situazione del Lazio. Ora è la regione più presente tra serie A e B ed è quella che rifornisce di più la Can e Can B . Tra qualche anno non ci saranno arbitri buoni nemmeno in serie D del lazio ... .Questo a parer mio è dovuto dalle cattive gestioni che si sono avute alla base, gestioni affidate più per politica che per competenza e alle promozioni che si sono susseguite anche qua più per geopolitica che per meriti.
credi sempre in ciò che fai e se ad un tratto tutto sembra perduto non ti fermare perchè se vali veramente, il campo, prima o poi, lo riconosce
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Re: Casarin: “Arbitri italiani: poveri e intempestivi”

Messaggioda bracco75 il lun nov 12, 2012 5:37 pm

Leggo sempre con molta attenzione quanto scrive Casarin, e qualche osservazione voglio farla: innanzi tutto, lo ritengo il miglior designatore che la Can abbia mai avuto, soprattutto nei primi 4-5 anni del suo settennato: con lui sono nati i vari Collina, Braschi, Cesari, Rodomonti, Borriello, ecc, ecc. Quando fu nominato designatore, c'era l'abitudine, in Can, di far invecchiare gli arbitri in serie B, e farli esordire in A (se andava bene) dopo 2-3 anni di B. I big match erano appannaggio dei soliti D'Elia, Agnolin, Lo Bello jr, Lanese e pochi altri. Ricordo solo il caso di un arbitro, Merlino di Torre del Greco, che esordì in A il primo anno, ma all'ultima giornata in un match insignificante. Quando arrivò Casarin si trovò in una situazione pazzesca: 15 arbitri senza mai aver diretto una gara in A; arbitri stagionati (i vari Coppetelli, Felicani, Bruni, Quartuccio, Cornieti) confinati a dirigere match di bassa classifica e stop. Età media degli internazionali molto elevata. Il primo anno Casarin fece esordire tutti, ma proprio tutti gli arbitri in A, tranne Monni di Sassari e Iori di Parma, dismessi a fine stagione. Diede fiducia ai senatori non internazionali. Lanciò Beschin, Stafoggia, Cardona oltre ai big sopra citati. Ringiovanì gli organici, e non ebbe timore di gettare nella mischia dei big match anche arbitri con 4.5 gare alle spalle. Fece errori, certo, ma l'ultimo vero boom arbitrale italiano si è avuto con lui. Poi il vuoto, un pò per la caratura dei designatori (la strana coppia su tutti) un pò per le oggettive difficoltà ambientali e politiche (2 galantuomini come Mattei e Tedeschi non sono stati messi nelle condizioni di far bene, soprattutto il bolognese). Paolo avrebbe fatto le barricate di fronte alla divisione della Can, e non avrebbe consentito la minima intrusione al Presidente dell'Aia.
Non è che ho paura di morire. Solo che non voglio esserci quando accadrà. W. Allen
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