da BlueLord il mer mar 20, 2024 12:07 pm
Cadono dunque tutti i principi della giustizia ordinaria, tra cui quello cardine di "in dubio pro reo". Se manca l'evidenza si scagiona, invece qui l'accusato deve dimostrare di essere innocente portando le prove. Mi sembra un po' ingiusto (questo discorso ovviamente esce dallo specifico della situazione di cui stiamo parlando ed è generico).
Perché così non è che ci voglia molto, se qualcuno ne vuole approfittare, a mettere qualcun altro in difficoltà. Il mio dubbio poi è: siccome la giustizia ordinaria è più importante e viene prima di quella sportiva, non dovrebbe questa giustizia ordinaria inglobare anche quella sportiva come "parte" di essa? E quindi questa peculiarità della giustizia sportiva di dover per forza dimostrare una innocenza, sulla base di una accusa e basta, altrimenti si rimane "presunti colpevoli" sarebbe illecita. Ma non mi voglio dilungare troppo sul tema, perché non sono esperto.
Comunque i fatti oggi dicono che Acerbi avrebbe fornito la versione di "Ti faccio nero", che sarebbe stata equivocata invece e capita male come insulto razzista. Frase "ti faccio nero" di per sé già non bellissima, comunque, ma possono essere cose di campo.
Il mio dubbio è il seguente: se alla fine non si riuscirà a capire direttamente cosa Acerbi abbia realmente detto, se l'una o l'altra cosa, come si chiuderà il tutto, specie senza testimoni a garantire versioni specifiche (magari non ha sentito nessuno)?