Io ti posso parlare di Agnolin, perché era il nostro punto di riferimento. Nostro ... ovvero della generazione dei 40 enni di adesso, che negli anni '80 iniziavano la carriera.
Gigi Agnolin era il genio assoluto, innovatore nel modo di spostarsi (spezzava la diagonale quando pareva blasfemia fare questo, e per rendersi conto delle differenze tattiche basta guardare una sua partita, ed una partita diretta da Vautrot che era l'ortodossia impersonificata nello spostamento) eccezionale carisma unito ad un'ottima preparazione atletica (che per gli anni '80 era un plus non indifferente) un protagonista nato. Temperamento un po' irruente in campo, ma gran signore sia in campo che nella vita, apparteneva alla sezione di Bassano del Grappa.
Figlio d'arte, il padre era arbitro internazionale, si diplomò isef ed era insegnante di educazione fisica. Per l'epoca era un personaggio, ad esempio quando si scrivevano i tipici articoli sugli arbitri e si mettevano dei dati anagrafici e biografici, quando si metteva "idea politica" lui rispondeva sempre: mutevole. Mentre per esempio si sapeva che Lanese era della DC, ed Amendolia di sinistra (per fare un esempio dei primi nomi che mi venivano in mente).
Come carriera, vanta una finale di coppa dei campioni e la partecipazione a due mondiali, 1986 (guidicato miglior Arbitro ed Arbitro della semifinale Germania Ovest - Francia mi pare) e 1990 dove diresse solo l'eliminatoria Jugoslavia-Colombia 1-0 su calcio di rigore, eccezionale valutazione (ci vollero 3 telecamere per rendersi conto che quel fallo di mano era avvenuto in area, ed aveva ragione lui). Insofferente alla disciplina, aveva già litigato con Blatter un anno prima per la sua direzione di USA-Trinidad e Tobogo 1-1 che non era piaciuta al capo. Questo perchè, si dice, voveva favorire gli USA che nel 1994 avrebbero organizzato i mondiali. Fatto fu che lo fecero fuori dopo quella partita, e tutti gli Arbitri italiani entrarono in sciopero durante Italia '90 per solidarietà verso di lui.
Memorabili i modi in cui risolveva le risse, acchiappando la gente per la maglietta. Ne fece le spese Falcao in un Inter-Roma dove in una rissa Agnolin pare gli lussò una spalla.
Altri episodi memorabili, l'espulsione di Bettega in un derby di Torino perché contava i passi in barriera sostenendo che la distanza non era di 9,15 metri ... oppure quella volta dove gli tirarono un mandarino in campo, e lui a partita in corso lo prese, lo sbucciò e se lo mangiò. Galeazzi a fine partita gli chiese il motivo, e lui rispose: "la frutta costa cara, è un peccato sprecarla".
Ti posso dire che correva sempre con due fischietti in mano, e non si segnava mai i provvedimenti disciplinari che assumeva perchè preferiva riprendere il gioco immediatamente dopo aver comminato un'ammonizione. Scriveva tutto alla prima rete segnata, dove c'era un'interruzione, o a fine primo tempo (tanto poi scrivevano gli allora guardalinee per lui, mi pare che una delle sue terne fisse fosse con Pederzini e Nicoletti ma vado a memoria e forse mi confondo).
Agnolin era personalità e carisma, mentre Casarin era aplomb e classe. Nella nostra epoca ci dividevamo in due categorie, gli agnoliniani, ed i casariniani. I primi anche nel vestire portavano la casacca della divisa (rigorosamente Diadora, perché era delle sue parti l'azienda) di fuori, i capelli lunghi ... mentre i secondi vestivano rigorosamente Adidas (il meglio del meglio ai tempi) ed erano curatissimi e signorili nei modi.
Si vede che da ragazzino lo studiavo?
see ya