Arbitro preso a sberle dal padre e quasi strozzato dal figlio: calciatore squalificato per 3 anni
Pesante punizione del giudice sportivo per un giovane giocatore della società Emmegross che al termine della partita ha messo la mano al collo dell’arbitro impedendogli di respirare e parlare. Lo stesso era stato già aggredito dal dirigente della squadra di calcio a 5, padre della giovane promessa, che ora non potrà più toccare palla per i prossimi tre anni.
Campobasso. Brutta avventura per un arbitro del campionato regionale di serie C1 di calcio a 5 aggredito, il 13 febbraio scorso, al termine di una partita, da padre e figlio, rispettivamente dirigente e calciatore della società Emmegross Campobasso.
La giustizia sportiva ci è andata giù duro soprattutto con il ragazzo, Bruno Astorri, di 18 anni, che non potrà più toccare palla per i prossimi tre anni: una squalifica lunghissima quella inflittagli dal giudice sportivo che ha voluto così punire la giovane promessa del calcio per il suo comportamento anti sportivo: Astorri, infatti, dopo la gara della sua squadra contro l’Us. Santa Croce del Sannio, ha cercato di strozzare uno dei due arbitri stringendogli il collo con una forza tale da “impedirgli di parlare e respirare per diversi istanti” come c’è scritto nel provvedimento disciplinare pubblicato sul sito della Lega nazionale dilettanti. Il ragazzo ha fatto indietreggiare di qualche passo l’arbitro “fino a fargli sbattere la testa contro lo stipite della porta degli spogliatoi”. Non è stato semplice separare il carnefice dalla sua vittima tanto che, anche l’altro direttore di gara presente in campo, ha avuto non poche difficoltà “a fargli togliere la mano dal collo”.
Cervicodorsalgia post traumatica, questo il referto del pronto soccorso del Cardarelli che ha dato 10 giorni di prognosi all’arbitro.
Lo stesso che poco prima se l’era già vista col padre di Bruno Astorri, il signor Giuseppe, dirigente della Emmegross inibito a svolgere l’attività fino al 31 agosto 2016 “perché –leggiamo sempre nel comunicato - al termine della gara si avvicinava ai due arbitri, protestando nei loro confronti e tirando, all’improvviso, uno schiaffo alla testa di uno dei due".
Tammaro, questo il nome dello sfortunato fischietto molisano, potrebbe ottenere l’autorizzazione da parte degli organi dirigenziali del comitato nazionale arbitri per denunciare sul piano penale padre e figlio per la violenza subita.
Link: http://www.primonumero.it/attualita/pri ... p?id=21388