Arbitro donna picchiata da un calciatore

Documentiamo qui tutti i casi di aggresioni agli arbitri di cui veniamo a conoscenza, perchè non passino inosservati.

Re: Arbitro donna picchiata da un calciatore

Messaggioda tony il dom ott 16, 2016 4:47 pm

Plaudo a chi ha scritto: "fai ricorso, minimizzi il fatto che è grave, non dici chi è stato, chiedi uno sconto di pena e dell'ammenda al minimo edittale, senza manco dire perché (o almeno, dalla risposta non emergono motivazioni partocolari), e io ti faccio pagare anche questa".
Ieri in una puntata dei Simpson il giudice Snyder ha sentenziato una condanna a pagare "800 milioni di dollari, che saranno ridotti in appello". Se al posto di rivedere al ribasso il 90% delle sentenze impugnate, a volte già partite parecchio al ribasso, si eviterebbero parecchi ricorsi fatti "per prassi".
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Re: Arbitro donna picchiata da un calciatore

Messaggioda andrew25 il dom ott 16, 2016 5:01 pm

papero nero ha scritto:Come avete visto, la società ha preferito far ricorso e prendere un' ulteriore multa piuttosto che dare il nome o i nomi dei giocatori autori dei gesti ignobili nei confronti dell' arbitro.
Il Capitato della squadra( è stato anche giocatore della rappresentativa regionale nel 2016 ) sbattuto in prima pagina sul giornale " Alto Adige " e in seconda pagina del giornale " Dolomiten " come un CRIMINALE http://altoadige.gelocal.it/bolzano/cro ... 1.14213791
Cosa si è ottenuto?
1 - Daniel, questo è il nome del Capitano, si è reso conto che dalla sua squadra non uscirà mai il o i nomi dei " vigliacchi " perciò è inutile continuare gli allenamenti e così, dello sport che tanto ama, ne resterà solo un brutto ricordo.
2 - I giocatori violenti e colpevoli continueranno tranquillamente a scorrazzare nei campi di calcio, consapevoli che se agiranno da " furbi " nessuno li toccherà mai.
PECCATO ....... il calcio ha perso un bravo giocatore corretto e leale in cambio si tiene giocatori che picchiano gli arbitri soprattutto se sono femmine


1 Intanto "corretto" il cavolo. Riporto testuali parole del comunicato: "sul terreno di gioco, a tal punto, la direttrice di gara notava che i calciatori n.5 (LAZZERI Michael) e n.7 (SALMANI Albert) del Salorno e altri due compagni di squadra nonidentificati, venivano spintonati e insultati da diversi calciatori dell'Olimpia Holiday tra i quali identificava il n.2 VASIC Stefan, il n.4 NEGRENTE Daniel, il n.6 JELLA Qazim, il n.7"
Dunque dal comunicato si evince che il capitano, il sig. Negrente, spintonava ed insultava giocatori della squadra avversaria, e questo secondo te sarebbe un giocatore corretto e leale?!? Leggiamoli i comunicati prima di sparare sentenze sulla giustizia sportiva.
2 Le regole sono queste, se il responsabile di un condotta violenta non viene individuato il responsabile è il capinato nei confronti del direttore di gara e degli organi di giustizia sportiva e questo lo dice il R E G O L A M E N T O!
In conclusione il calcio non ha perso un bel niente, se una persona che insulta e che spintona come il sig. Negrente sta fuori dai campi di gioco può essere solo una cosa buona per tutti gli arbitri e i tesserati italiani.
Basta buonismo, se ti piacciono le regole paghi la tassa di iscrizione e partecipi al campionato, in caso contrario buona fortuna e addio.
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Re: Arbitro donna picchiata da un calciatore

Messaggioda gad il mar ott 18, 2016 1:12 pm

se una persona che insulta e che spintona come il sig. Negrente sta fuori dai campi di gioco può essere solo una cosa buona per tutti gli arbitri e i tesserati italiani.

Il tizio in questione ha tutto il diritto di pagare per i propri gesti (li insulti e le spinte) in maniera eguale a tutti gli altri tesserati FIGC; e questa cosa indipendentemente dal dovere che ha come capitano di rispondere per le gesta di chi ha marcato visita. Certo, forse per quello che ha fatto, non è l'eroe del momento; ma ciò non toglie che non meriti addebiti superiori a quelli che gli spettano per quanto compiuto e per quanto addossatogli a causa di terzi.
In conclusione il calcio non ha perso un bel niente, se una persona che insulta e che spintona come il sig. Negrente sta fuori dai campi di gioco può essere solo una cosa buona per tutti gli arbitri e i tesserati italiani.

A mio avviso se un calciatore di 16 anni non può permettersi di sbagliare e non può essere "recuperato" il calcio ha perso e non poco, lo sport ha perso e anche la società stessa intesa in senso più ampio. Un calciatore a 16 anni ha tutto il diritto di sbagliare, di essere sanzionato, aiutato a comprendere i propri errori e più avanti a riprendere la propria esistenza in modo migliore: certo questo processo può avere più o meno successo ma è comunque l'unica strada che ha senso percorrere.
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Re: Arbitro donna picchiata da un calciatore

Messaggioda claudio80 il ven ott 28, 2016 11:15 am

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Re: Arbitro donna picchiata da un calciatore

Messaggioda RSM_Assistant il ven ott 28, 2016 12:55 pm

Qualcuno potrà giudicarmi troppo duro, ma, a mio parere, per stroncare le violenze nei confronti dei D.D.G. (uomo o donna non importa), in questi casi l'unica soluzione è approvare una modifica del Codice di Giustizia Sportiva introducendo le seguenti innovazioni:
1) - sospensione sine die della società d'appartenenza degli atleti colpevoli delle violenze da ogni attività federale (ivi compreso il calcio a 5), sino all'effettiva comunicazione dei nominativi dei responsabili;
2) - sconfitta a tavolino della società d'appartenenza degli atleti colpevoli delle violenze per ogni partita fissata in calendario, sino all'effettiva comunicazione dei nominativi dei responsabili;
3) - perdita del titolo sportivo e cancellazione dai ruoli federali della società d'appartenenza degli atleti colpevoli in caso di rifiuto o mancata comunicazione dei nominativi dei violenti;
4) - preclusione ad vitam alla permanenza a qualsiasi titolo nei ruoli della F.I.G.C., e in quelli delle altre federazioni e enti di promozione sportiva riconosciuti e/o affiliati al C.O.N.I., dei tecnici e dei dirigenti della società d'appartenenza degli atleti colpevoli che rifiuta od omette di comunicare i nominativi dei violenti;
5) - revoca delle onorificenze sportive (stella al merito dello sport, ecc.) eventualmente concesse ai tecnici e dirigenti della società d'appartenenza degli atleti colpevoli di violenze ai D.D.G. che rifiuta od omette di comunicare i nominativi dei violenti;
6) - revoca di tutte le medaglie (oro, argento e bronzo), e di ogni altro titolo eventualmente vinto in qualsiasi disciplina sportiva riconosciuta dal C.O.N.I., dai tecnici e dirigenti della società d'appartenenza degli atleti colpevoli di violenze ai D.D.G. che rifiuta od omette di comunicare i nominativi dei violenti ;
7) - se lavoratori dipendenti della F.I.G.C., del C.O.N.I. e/o di altre federazioni e enti di promozione sportiva riconosciuti e/o affiliati al C.O.N.I., il rifiuto o la mancata comunicazione dei nominativi degli atleti colpevoli di violenze ai D.D.G. costituisce motivo di licenziamento per giusta causa e senza preavviso dei tecnici e dirigenti della società d'appartenenza degli atleti colpevoli, che rifiuta od omette di comunicare i nominativi dei violenti;
8) - i provvedimenti di cui ai punti da 1 a 7 non possono essere oggetto di ricorso ne di provvedimenti di "grazia", a qualsiasi titolo e da chiunque erogabile;
9) - se, posteriormente all'irrogazione delle sanzioni, vengono comunicati i nomi degli atleti violenti potrà essere concessa la grazia, a condizioni e con modalità e procedure uguali a quelle previste per tutti gli altri casi di grazia,nei soli confronti della persona segnalatrice. Non sono ammissibili segnalazioni a nome di società o sottoscritte da più di una persona;
10) - le disposizioni previste dai punti da 1 a 9 si applicano anche ai casi di violenza nei confronti degli A.A., se ufficiali, e non sono soggetti a prescrizione anche se le vittime delle violenze non facessero più parte, a qualsiasi titolo dell'A.I.A..
Vogliamo scommettere che introducendo queste 10 semplici novità stronchiamo la violenza in campo nei confronti degli Ufficiali di gara?
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Re: Arbitro donna picchiata da un calciatore

Messaggioda gadamer il ven ott 28, 2016 2:49 pm

RSM_Assistant ha scritto:Qualcuno potrà giudicarmi troppo duro, ma, a mio parere, per stroncare le violenze nei confronti dei D.D.G. (uomo o donna non importa), in questi casi l'unica soluzione è approvare una modifica del Codice di Giustizia Sportiva introducendo le seguenti innovazioni:
1) - sospensione sine die della società d'appartenenza degli atleti colpevoli delle violenze da ogni attività federale (ivi compreso il calcio a 5), sino all'effettiva comunicazione dei nominativi dei responsabili;
te le medaglie (oro, argento e bronzo), e di ogni altro titolo eventualmente vinto in qualsiasi disciplina sportiva riconosciuta dal C.O.N.I., dai tecnici e dirigenti della società d'appartenenza degli atleti colpevoli di violenze ai D.D.G. che rifiuta od omette di comunicare i nominativi dei violenti ;


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Ti cito solo l'incipit del primo articolo del codice di giudice sportivo
1. Il presente Codice di giustizia sportiva della FIGC (d’ora in poi Codice) è adottato in conformità alle norme dell’ordinamento statale, …..
Questo ci dice già che è insostenibile una presunzione di colpa o dolo individuale da parte di chi non rivela ecc.
Vanno dimostrati e l'onere della prova è a carico di chi imputa una mancanza. In altre parole in punta di diritto (e non si può fare meno di ragionare in questi termini nei provvedimenti che caldeggi). La responsabilità oggettiva riguarda le società. Non può, a meno di sfondare un caposaldo dell'intero sistema giuridico, attribuire una responsabilità personale. Per farla breve e non imbastire un trattato: è perfettamente ipotizzabile che in qualche caso nessuno della società sia in grado di aver contezza del/dei responsabili. Capisco che sarebbero casi molto rari ed eccezionali, ma è sulle eccezioni al consueto che si piazza lo steccato della civiltà giuridica sportiva o meno.
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Re: Arbitro donna picchiata da un calciatore

Messaggioda tony il ven ott 28, 2016 11:24 pm

Penso che la conformità alle norme dell'ordinamento statale richiamata non riguardi l'applicazione di stessi principi a ordinamenti diversi come il diritto penale e la giustizia sportiva (come è vero che il concetto di certezza del colpevole è diverso in diritto penale e in diritto civile), ma il fatto che le "leggi" della FIGC non possano essere in contrasto con le norme dello stato, ad esempio non si può avere una norma che prevede che un arbitro porti a casa i documenti (carte di identità) dei tesserati oppure che deroghi alle norme di legge sul doping.
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Re: Arbitro donna picchiata da un calciatore

Messaggioda gadamer il sab ott 29, 2016 8:11 am

Tony la faccenda è un poco più complessa. Le norme del diritto ordinario, nel loro intero "corpus" presuppongono che nessun cittadino può essere sottoposto a sanzione ne' civile ne' penale senza un accertamento della sua reale responsabilità o colpa o dolo. Non esiste una responsabilità individuale presunta e assunta per funzione o ruolo. Così come non regge giuridicamente il giornalistico "non poteva non sapere". La giustizia sportiva presenta l'eccezione, peraltro molto discussa in ambito di studi di legittimità, l'istituto della responsabilità oggettiva che però riguarda le società e non i singoli. Oltre è impensabile, sarebbe una mostruosità destinata alla demolizione al primo ricorso ad un organo della giustizia ordinaria.
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Re: Arbitro donna picchiata da un calciatore

Messaggioda RSM_Assistant il sab ott 29, 2016 8:42 am

gadamer ha scritto:
RSM_Assistant ha scritto:Qualcuno potrà giudicarmi troppo duro, ma, a mio parere, per stroncare le violenze nei confronti dei D.D.G. (uomo o donna non importa), in questi casi l'unica soluzione è approvare una modifica del Codice di Giustizia Sportiva introducendo le seguenti innovazioni:
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1. Il presente Codice di giustizia sportiva della FIGC (d’ora in poi Codice) è adottato in conformità alle norme dell’ordinamento statale, …..
Questo ci dice già che è insostenibile una presunzione di colpa o dolo individuale da parte di chi non rivela ecc.
Vanno dimostrati e l'onere della prova è a carico di chi imputa una mancanza. In altre parole in punta di diritto (e non si può fare meno di ragionare in questi termini nei provvedimenti che caldeggi). La responsabilità oggettiva riguarda le società. Non può, a meno di sfondare un caposaldo dell'intero sistema giuridico, attribuire una responsabilità personale. Per farla breve e non imbastire un trattato: è perfettamente ipotizzabile che in qualche caso nessuno della società sia in grado di aver contezza del/dei responsabili. Capisco che sarebbero casi molto rari ed eccezionali, ma è sulle eccezioni al consueto che si piazza lo steccato della civiltà giuridica sportiva o meno.

gadamer ha scritto:Tony la faccenda è un poco più complessa. Le norme del diritto ordinario, nel loro intero "corpus" presuppongono che nessun cittadino può essere sottoposto a sanzione ne' civile ne' penale senza un accertamento della sua reale responsabilità o colpa o dolo. Non esiste una responsabilità individuale presunta e assunta per funzione o ruolo. Così come non regge giuridicamente il giornalistico "non poteva non sapere". La giustizia sportiva presenta l'eccezione, peraltro molto discussa in ambito di studi di legittimità, l'istituto della responsabilità oggettiva che però riguarda le società e non i singoli. Oltre è impensabile, sarebbe una mostruosità destinata alla demolizione al primo ricorso ad un organo della giustizia ordinaria.

Ciao Gadamer,
sarei, in linea di principio, d'accordo con te ma:
1) - attualmente, non è già prevista la squalifica del capitano della squadra che non rivela il nome dei compagni violenti? In questo caso non è previsto che la F.I.G.C. debba provare la sua innocenza, anzi! Il capitano viene squalificato anche se non ha partecipato alle violenze. A mio parere si tratterebbe solo di un aggravare ed estendere le sanzione già previste dal C.G.S.;
2) - che l'onere della prova sia a carico "di chi imputa una mancanza" è certamente vero in campo penale, ma non in quello amministrativo e, in ambito di giustizia sportiva sicuramente non siamo in campo penale. Devo anche dirti che non è sempre vero, come dici, che "Non esiste una responsabilità individuale presunta e assunta per funzione o ruolo". Anzi, proprio l'ordinamento statale richiamato dall'art.1 del C.G.S., in ambito amministrativo già prevede una presunzione di colpa a carico di terze persone nel caso di una violazione, addirittura ponendo in capo a l'interessato l'onere di provare la sua innocenza!
Mi spiego con un esempio impostato in modo assolutamente conforme all'attuale ordinamento statale.
Tu vai a fare una passeggiata con la tua auto insieme a un tuo amico e, ad un incrocio, passi con il semaforo rosso. Una pattuglia della Polstrada vede l'infrazione e essendo impossibilitata a raggiungerti per un legittimo impedimento, rileva il numero di targa ma non può identificare il conducente e, quindi, l'effettivo trasgressore. Successivamente la Polstrada compila il verbale per la violazione dell'art.146 comma 3 del Codice della Strada (semaforo rosso) e, nonostante non abbia potuto accertare chi guidava, lo spedisce a te poichè, quale proprietario del veicolo, ai sensi dell'art.196 comma 1 del Codice della Strada ne rispondi tu. Ma vi è di più. Poichè per il transito con il semaforo rosso è prevista la decurtazione dei punti dalla patente, nel medesimo verbale la Polstrada ti intima di comunicare chi fosse effettivamente alla guida. Se tu ti scordi o non comunichi chi fosse alla guida al momento dell'infrazione, la Polstrada ti invia un ulteriore verbale ai sensi dell'art.126 bis comma 2 del Codice della Strada per l'omessa comunicazione dell'effettivo trasgressore.
Se il Codice di Giustizia sportiva "è adottato in conformità alle norme dell’ordinamento statale", può benissimo mutuare questo principio e introdurre le sanzioni che ho precedentemente ipotizzato, non pensi?

-- sab ott 29, 2016 2:01 pm --

Ovviamente non ho la pretesa di erigermi a censore dell'attuale C.G.S..-
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Re: Arbitro donna picchiata da un calciatore

Messaggioda gadamer il sab ott 29, 2016 4:04 pm

Ciao Tony,
Ciao Gadamer,
sarei, in linea di principio, d'accordo con te ma:
1) - attualmente, non è già prevista la squalifica del capitano della squadra che non rivela il nome dei compagni violenti? In questo caso non è previsto che la F.I.G.C. debba provare la sua innocenza, anzi! Il capitano viene squalificato anche se non ha partecipato alle violenze. A mio parere si tratterebbe solo di un aggravare ed estendere le sanzione già previste dal C.G.S.;

Hai ragione. Però, a parte che la considero un obbrobrio giuridico, ma questo non conta nulla, c’è da considerare che parliamo di soggetto in campo e neppure lontanamente paragonabile a un dirigente magari sugli spalti.
2) - che l'onere della prova sia a carico "di chi imputa una mancanza" è certamente vero in campo penale, ma non in quello amministrativo e, in ambito di giustizia sportiva sicuramente non siamo in campo penale. Devo anche dirti che non è sempre vero, come dici, che "Non esiste una responsabilità individuale presunta e assunta per funzione o ruolo". Anzi, proprio l'ordinamento statale richiamato dall'art.1 del C.G.S., in ambito amministrativo già prevede una presunzione di colpa a carico di terze persone nel caso di una violazione, addirittura ponendo in capo a l'interessato l'onere di provare la sua innocenza!
Mi spiego con un esempio impostato in modo assolutamente conforme all'attuale ordinamento statale.
Tu vai a fare una passeggiata con la tua auto insieme a un tuo amico e, ad un incrocio, passi con il semaforo rosso. Una pattuglia della Polstrada vede l'infrazione e essendo impossibilitata a raggiungerti per un legittimo impedimento, rileva il numero di targa ma non può identificare il conducente e, quindi, l'effettivo trasgressore. Successivamente la Polstrada compila il verbale per la violazione dell'art.146 comma 3 del Codice della Strada (semaforo rosso) e, nonostante non abbia potuto accertare chi guidava, lo spedisce a te poichè, quale proprietario del veicolo, ai sensi dell'art.196 comma 1 del Codice della Strada ne rispondi tu. Ma vi è di più. Poichè per il transito con il semaforo rosso è prevista la decurtazione dei punti dalla patente, nel medesimo verbale la Polstrada ti intima di comunicare chi fosse effettivamente alla guida. Se tu ti scordi o non comunichi chi fosse alla guida al momento dell'infrazione, la Polstrada ti invia un ulteriore verbale ai sensi dell'art.126 bis comma 2 del Codice della Strada per l'omessa comunicazione dell'effettivo trasgressore.
Se il Codice di Giustizia sportiva "è adottato in conformità alle norme dell’ordinamento statale", può benissimo mutuare questo principio e introdurre le sanzioni che ho precedentemente ipotizzato, non pensi?

No non lo penso e cerco di spiegarmi. Io sono stato sintetico, quasi telegrafico per questioni di spazio e di leggibilità e comprensione da parte di tutti anche chi di diritto mastica poco. E’ vero che esistono presunzioni di colpa (vedi 2054 cc) e mi assumo la colpa della mia (grave) imprecisione. Tuttavia la ratio di questo genere di norme (e di altre) si fonda sopra una logica precisa: chi ricopre certi ruoli o acquista un certo bene (pensiamo a un’arma) o un’auto si assume un obbligo di custodia e gestione della funzione e/o del bene, ma nel contempo ha la possibilità pratica, fondata su fatti, documenti, testimonianze… di poter dimostrare la propria estraneità alla colpa. Nell’esempio che citi, se ti scordi chiaramente hai una colpa. Se affidi l’auto a persona senza patente hai una colpa. Se te la rubano e non denunci hai una colpa. Hai però modo di uscirne sempre (almeno in teoria) in altri casi almeno per quanto riguarda i punti sulla patente
Se un dirigente non vede, come accidenti fa a dimostrare che è vero. In base a quale principio si può affibbiare un onere di “dovere” vedere per forza un certo fatto e il tutto con la precisione tale da consentirgli un’identificazione. Via… capisco che la nostra giustizia domestica, per tempistica, non possa andare troppo per il sottile ma quando è troppo è troppo. Possiamo ragionevolmente imputare una responsabilità a priori rispetto alla funzione, un obbligo di avere sempre contezza dei fatti? Precludiamo a vita un dirigente perché si è voltato a parlare con un’altra persona o perché guardava l’orologio o il cellulare mentre tizio menava l’arbitro? Nemmeno nella Corea del Nord.
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