VIOLENZA ARBITRI NEL LAZIO

Documentiamo qui tutti i casi di aggresioni agli arbitri di cui veniamo a conoscenza, perchè non passino inosservati.

Re: VIOLENZA ARBITRI NEL LAZIO

Messaggioda Vittorioarbitro il mer ago 22, 2018 9:14 am

Georghe84 ha scritto:
Vittorioarbitro ha scritto:Intervista obiettivamente ingiudicabile, soprattutto nella parte finale. Nonostante ciò, due risposte mi hanno colpito positivamente:
Da ex arbitro e Presidente del Cr Lazio qual è il suo consiglio?
“Prima di tutto reclutare arbitri con qualche anno in più, ci sarebbero meno contestazioni, a 16 anni per me sono bambini e bambine. Inoltre dovremmo coinvolgere, sia noi che le società, quei calciatori che a 17, 18 anni prendono altre strade. A quell’età, con un periodo precedente come calciatore, si partirebbe da un’ottima base. Basti pensare a Palanca che giocava nel Tor di Quinto. Duole dirlo, ma il problema arbitrale è anche numerico”.
Sono pochi?
“Pochissimi in confronto alle gare, a volte devono inventarsi come coprire tutta l’attività. Allora serve maggior confronto tra club e arbitri e aumentare i limiti di età come avete proposto anche voi. Magari arriva un ragazzo a 30, 35 anni che ha qualità: chiaro che non ha prospettive di carriera, ma fino alla Promozione potrebbe essere utile, così come nei big match di Prima Categoria. In alcuni campionati a volte sale la tensione perché ci sono arbitraggi poco felici e chi arriva dopo trova un ambiente poco sereno”.

Concordo in pieno. Il problema dell'AIA è che nel reclutare nuove leve si indirizza verso il pubblico sbagliato: ragazzini di 15 o 16 anni dai background più disparati che non sapendo cosa fare la domenica pomeriggio decidono di iniziare ad arbitrare, tornando poi a giocare alla Playstation dopo aver fatto danni per qualche mese.
Bisognerebbe invece rafforzare i rapporti con istituzioni e società, in particolare a livello dilettantistico, fare proselitismo non nelle scuole ma tra le squadre e reclutare ex calciatori tra i 18 ed i 35 anni che conoscano il mondo del calcio e che siano abituati a calpestare il terreno verde, ad allenarsi in un certo modo, ad affrontare l'attività con credibilità e serietà.
Inoltre, bisognerebbe far transitare al CRA non solo i ventenni, ma anche ragazzi tra i 25 ed i 30 anni che non arriveranno mai a livello nazionale e neppure in Eccellenza, ma che potrebbero tranquillamente dirigere per tre o quattro anni gare anche ostiche in Prima e Seconda Categoria, ottenendo magari qualche contentino in Promozione, per poi riciclarsi come assistenti o nel calcio a cinque.
Solo così potremo recuperare credibilità, smettendo di mandare sui campi ragazzini brufolosi e proponendo uomini di sport rispettabili. E si, così facendo diminuirebbero anche i casi di violenza.

La violenza non si giustifica mai.
Però in quel "brufolosi" va letta una cosa interessante. Più che all'acne ovviamente si riferisce alla fisiologica immaturità dell'adolescente (che può portare non di rado a scostanza, leggerezza e permalositá).
Ed è pure vero che un ex calciatore parte avvantaggiato sotto diversi punti di vista rispetto a chi in campo non c'è mai entrato. Tante volte mi è capitato di assistere a giocatori che dicevano ad un ddg "tu giocavi, vero? Si vede!". Ed ovviamente lo dicevano come contorno ad una prestazione che fiudicavano positiva.


Ovviamente la violenza non si giustifica MAI, ma cercare di prevenirla è cosa buona e giusta.

-- mer ago 22, 2018 9:34 am --

missed_approach ha scritto:
Vittorioarbitro ha scritto:
Concordo in pieno. Il problema dell'AIA è che nel reclutare nuove leve si indirizza verso il pubblico sbagliato: ragazzini di 15 o 16 anni dai background più disparati che non sapendo cosa fare la domenica pomeriggio decidono di iniziare ad arbitrare, tornando poi a giocare alla Playstation dopo aver fatto danni per qualche mese.


Io invece sono in totale disaccordo: che "danni" potrà mai fare un arbitro nei Giovanissimi Provinciali?
Anche i "calciatori" sono ragazzini dal background più disparati e dalle capacità tecniche spesso assenti, che la domenica mattina vanno a fare un po' di sport per poi tornare alla Playstation.

Secondo me invece il problema è un altro: c'è troppa aspettativa . Da parte di dirigenti, da parte di genitori,da parte degli spettatori. Si perde proprio la cognizione del contesto e si assiste a dei paradossi: le società raccattano chiunque pur di strappare quote di iscrizione,si fanno giocare(giustamente) ragazzini sovrappeso o totalmente inetti, si affidano 20 adolescenti a pseudoallenatori improvvisati,si gioca in campi di patate....e fino a qui a tutti sembra andar bene. Però l'arbitro lo si vuole bravo perchè sennò "fa danno". :icon-neutral:

E devo sentir dire da un ex presidente CRA che la soluzione è quella di reclutare gente più grande?!
No io VOGLIO sentir dire che la soluzione è quella di far passare il concetto che nel calcio dilettantistico l'arbitro è commisurato al livello della categoria...voglio che si dica chiaramente che se un ragazzino a 17 anni gioca negli allievi provinciali, significa che non ha talento e che la domenica va a fare una sgambata.
Voglio che si lavori affinchè tutti mettano piedi per terra perchè il 15 enne arbitrino ha lo stesso diritto di DIVERTIRSI del 15 enne calciatore!!!
Nel basket i ragazzini delle giovanili arbitrano le partite delle categorie piu basse....da noi si vuole l'arbitro FIGC negli Esordienti "perchè c'è la classifica"


Il problema non è tanto il 15enne che va a fare i Giovanissimi Provinciali, ma piuttosto il 16enne/17enne che va a fare la Seconda Categoria. Come può un ragazzo così giovane essere pronto a relazionarsi e farsi valere con gente dell'età di suo padre? Ma soprattutto, ci sono società che investono decine di migliaia di euro per portare avanti la baracca e le loro sorti sono decise dalle decisioni di ragazzini che finita la partita vanno a casa a ripassare per l'interrogazione di matematica del giorno dopo.

Che poi nelle categorie giovanili ci siano troppe pressioni ed aspettative sui giovani direttori di gara sono perfettamente d'accordo, ma cosa ci vuoi fare? Il massimo è cercare di sensibilizzare e responsabilizzare dirigenti e genitori, ma fino a che punto ci si può riuscire?

Per quanto riguarda l'ultima cosa che hai scritto, non discuto il livello tecnico (probabilmente un arbitro che a 16 anni dirige negli allievi è tecnicamente più bravo - in proporzione - rispetto a quanto sia bravo a giocare un suo coetaneo che negli allievi provinciali ci gioca) ma l'autorevolezza, l'autostima, le capacità relazionali che a 16 anni non puoi ancora avere formate. E quindi per come la vedo io se a quell'età vuoi arbitrare per divertirti lo puoi fare ma nel SGS, nelle categorie di adulti si dovrebbero mandare arbitri di almeno 20/22 anni, e come ho già scritto prima bisognerebbe permettere anche a chi inizia dopo i 25 di salire al CRA e poter raggiungere quantomeno la bassa Promozione, non stoppare in Terza categoria ragazzi promettenti di 22/23 anni perchè "troppo vecchi per andare al CRA" (scherziamo??) che poi si stufano e si dimettono, facendoci perdere una risorsa importante.
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Re: VIOLENZA ARBITRI NEL LAZIO

Messaggioda cammello il mer ago 22, 2018 10:28 am

Condivido l'idea di un reclutamento su chi a 18/19 anni smette di giocare.
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Re: VIOLENZA ARBITRI NEL LAZIO

Messaggioda missed_approach il gio ago 23, 2018 1:56 am

Vittorioarbitro ha scritto:
Il problema non è tanto il 15enne che va a fare i Giovanissimi Provinciali, ma piuttosto il 16enne/17enne che va a fare la Seconda Categoria. Come può un ragazzo così giovane essere pronto a relazionarsi e farsi valere con gente dell'età di suo padre? Ma soprattutto, ci sono società che investono decine di migliaia di euro per portare avanti la baracca e le loro sorti sono decise dalle decisioni di ragazzini che finita la partita vanno a casa a ripassare per l'interrogazione di matematica del giorno dopo.


TI sei dimenticato di dire però che quelle partite sono giocate dall'aiuto cuoco o dall'elettrauto di paese....
In Seconda Categoria parlare di "investire" soldi non si può sentire: stiamo parlando di livello praticamente amatoriale.
Vale lo stesso discorso che dicevo prima: c'è troppa aspettativa. Rileggiti: parli di "società che investono soldi", di mancanza di tutele....in campionati rionali con calciatori scarponi.
La realtà è che in queste categorie giocano persone che per una serie di fattori( capacità tecniche, contesto culturale,grado di allenamento che influisce notevolmente sull'autocontrollo e sulla gestione dello stress e delle frustrazione, livello di educazione sportiva) rendono la gestione problematica,soprattutto perchè molti hanno poco o nulla da perdere.



Vittorioarbitro ha scritto:Che poi nelle categorie giovanili ci siano troppe pressioni ed aspettative sui giovani direttori di gara sono perfettamente d'accordo, ma cosa ci vuoi fare? Il massimo è cercare di sensibilizzare e responsabilizzare dirigenti e genitori, ma fino a che punto ci si può riuscire?


Vorrei farci molto di più del "così va il mondo": ci sono N mila azioni da fare per dare una ridimensionata al SGS.
Intanto allontanerei tutti gli allenatori improvvisati: obbligo di corso selettivo federale(fortunatamente è stato fatto ed entrerà in vigore a scaglioni nelle prox stagioni sportive). Obbligo di formazione dei dirigenti con corsi di regolamento,relazionali etc...
Poi c'è la giustizia sportiva: cori contro giocatori/arbitro? Ammende con uno 0 in più.
Allenatori/Dirigenti allontanati? Pene raddoppiate.
Tanto,chi crea il problema sono le panchine e le tribune....


Vittorioarbitro ha scritto:Per quanto riguarda l'ultima cosa che hai scritto, non discuto il livello tecnico (probabilmente un arbitro che a 16 anni dirige negli allievi è tecnicamente più bravo - in proporzione - rispetto a quanto sia bravo a giocare un suo coetaneo che negli allievi provinciali ci gioca) ma l'autorevolezza, l'autostima, le capacità relazionali che a 16 anni non puoi ancora avere formate. E quindi per come la vedo io se a quell'età vuoi arbitrare per divertirti lo puoi fare ma nel SGS, nelle categorie di adulti si dovrebbero mandare arbitri di almeno 20/22 anni, e come ho già scritto prima bisognerebbe permettere anche a chi inizia dopo i 25 di salire al CRA e poter raggiungere quantomeno la bassa Promozione, non stoppare in Terza categoria ragazzi promettenti di 22/23 anni perchè "troppo vecchi per andare al CRA" (scherziamo??) che poi si stufano e si dimettono, facendoci perdere una risorsa importante.


Allora,intanto partiamo dal presupposto che SI DEVE arbitrare per divertirsi,cosa che non esclude affatto di prendere la cosa seriamente(gli OT esistono proprio per stabilire chi più idoneo a fare certe gare).
Se per tutelare lo scarpone di Seconda Categoria,mando su un ragazzo a 22 anni, quando mi arriva in Serie A? A 55 anni? Internazionale alla soglia dell'età pensionabile?
Andiamo su....siamo seri. Se sei arbitro,sai benissimo quanto è lungo il processo formativo di un fischietto.


Comunque,visto che stiamo a fare FantaAIA, potremmo trovare un accordo in questo modo:

Terza,Seconda e Prima.....te li faccio arbitrare da fischietti di 22 anni minimo,però quelli bravi e meritevoli prendono un percorso diverso e dopo i JUP fanno Berretti,JUN,Allievi professionisti e poi vanno direttamente in Promozione senza nemmeno vederle quelle categorie,saltate di netto "senza passare dal via" come al Monopoli. Categorie che sarebbero riservate a chi giudicato non avere numeri per salire, chi è stato dismesso e tanti vecchioni over che arbitrano per passione....
A quel punto nella bolgia ci mandi il 30enne con esperienza e vissero tutti felici e contenti...
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Re: VIOLENZA ARBITRI NEL LAZIO

Messaggioda cammello il gio ago 23, 2018 8:06 am

missed_approach ha scritto:Comunque,visto che stiamo a fare FantaAIA, potremmo trovare un accordo in questo modo:

Terza,Seconda e Prima.....te li faccio arbitrare da fischietti di 22 anni minimo,però quelli bravi e meritevoli prendono un percorso diverso e dopo i JUP fanno Berretti,JUN,Allievi professionisti e poi vanno direttamente in Promozione senza nemmeno vederle quelle categorie,saltate di netto "senza passare dal via" come al Monopoli. Categorie che sarebbero riservate a chi giudicato non avere numeri per salire, chi è stato dismesso e tanti vecchioni over che arbitrano per passione....
A quel punto nella bolgia ci mandi il 30enne con esperienza e vissero tutti felici e contenti...


Non male come idea.....da valutare seriamente
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Re: VIOLENZA ARBITRI NEL LAZIO

Messaggioda robt il gio ago 23, 2018 9:25 am

Secondo me deve cambiare il modo di pensare dell’Aia e delle sezioni.
Si deve puntare a far entrare gente di tutte le età, parlando di divertimento, di piccolo rimborso spese e stadi gratis.
Non bombardare la testa di ragazzini con :“futuribilità”, “quanti anni hai per l’aia”, il “semestre prima e dopo”, e l’OT, e la graduatoria, "e quando andrai al nazionale".

Così facendo si riempirebbero le sezioni di ex giocatori e appassionati di calcio, anche non giovanissimi, che arbitrerebbero per passione in prima, seconda e terza categoria, magari con un premio “promozione/eccellenza”.

Non fare una corsa a prendere 10.000 quindicenni l’anno perché tra 15 anni Rocchi andrà in pensione e non abbiamo il ricambio del posto da internazionale.

Tanto nel mucchio il giovane Collina esce sempre, usciva trent’anni fa, esce adesso
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Re: VIOLENZA ARBITRI NEL LAZIO

Messaggioda Vittorioarbitro il gio ago 23, 2018 11:02 am

missed_approach ha scritto:
Vittorioarbitro ha scritto:
Il problema non è tanto il 15enne che va a fare i Giovanissimi Provinciali, ma piuttosto il 16enne/17enne che va a fare la Seconda Categoria. Come può un ragazzo così giovane essere pronto a relazionarsi e farsi valere con gente dell'età di suo padre? Ma soprattutto, ci sono società che investono decine di migliaia di euro per portare avanti la baracca e le loro sorti sono decise dalle decisioni di ragazzini che finita la partita vanno a casa a ripassare per l'interrogazione di matematica del giorno dopo.


TI sei dimenticato di dire però che quelle partite sono giocate dall'aiuto cuoco o dall'elettrauto di paese....
In Seconda Categoria parlare di "investire" soldi non si può sentire: stiamo parlando di livello praticamente amatoriale.
Vale lo stesso discorso che dicevo prima: c'è troppa aspettativa. Rileggiti: parli di "società che investono soldi", di mancanza di tutele....in campionati rionali con calciatori scarponi.
La realtà è che in queste categorie giocano persone che per una serie di fattori( capacità tecniche, contesto culturale,grado di allenamento che influisce notevolmente sull'autocontrollo e sulla gestione dello stress e delle frustrazione, livello di educazione sportiva) rendono la gestione problematica,soprattutto perchè molti hanno poco o nulla da perdere.


Campionato amatoriale direi proprio di no, la Seconda è un campionato regionale e per gestire una squadra servono soldi e tempo, prova a pensare a tutte le spese (rimborsi ai calciatori, campo, acqua calda, trasferte, iscrizioni ai campionati ecc...), il basso livello tecnico non elimina le problematiche organizzative.

missed_approach ha scritto:
Vittorioarbitro ha scritto:Che poi nelle categorie giovanili ci siano troppe pressioni ed aspettative sui giovani direttori di gara sono perfettamente d'accordo, ma cosa ci vuoi fare? Il massimo è cercare di sensibilizzare e responsabilizzare dirigenti e genitori, ma fino a che punto ci si può riuscire?


Vorrei farci molto di più del "così va il mondo": ci sono N mila azioni da fare per dare una ridimensionata al SGS.
Intanto allontanerei tutti gli allenatori improvvisati: obbligo di corso selettivo federale(fortunatamente è stato fatto ed entrerà in vigore a scaglioni nelle prox stagioni sportive). Obbligo di formazione dei dirigenti con corsi di regolamento,relazionali etc...
Poi c'è la giustizia sportiva: cori contro giocatori/arbitro? Ammende con uno 0 in più.
Allenatori/Dirigenti allontanati? Pene raddoppiate.
Tanto,chi crea il problema sono le panchine e le tribune....


Concordo, nulla da obiettare.

missed_approach ha scritto:
Vittorioarbitro ha scritto:Per quanto riguarda l'ultima cosa che hai scritto, non discuto il livello tecnico (probabilmente un arbitro che a 16 anni dirige negli allievi è tecnicamente più bravo - in proporzione - rispetto a quanto sia bravo a giocare un suo coetaneo che negli allievi provinciali ci gioca) ma l'autorevolezza, l'autostima, le capacità relazionali che a 16 anni non puoi ancora avere formate. E quindi per come la vedo io se a quell'età vuoi arbitrare per divertirti lo puoi fare ma nel SGS, nelle categorie di adulti si dovrebbero mandare arbitri di almeno 20/22 anni, e come ho già scritto prima bisognerebbe permettere anche a chi inizia dopo i 25 di salire al CRA e poter raggiungere quantomeno la bassa Promozione, non stoppare in Terza categoria ragazzi promettenti di 22/23 anni perchè "troppo vecchi per andare al CRA" (scherziamo??) che poi si stufano e si dimettono, facendoci perdere una risorsa importante.


Allora,intanto partiamo dal presupposto che SI DEVE arbitrare per divertirsi,cosa che non esclude affatto di prendere la cosa seriamente(gli OT esistono proprio per stabilire chi più idoneo a fare certe gare).
Se per tutelare lo scarpone di Seconda Categoria,mando su un ragazzo a 22 anni, quando mi arriva in Serie A? A 55 anni? Internazionale alla soglia dell'età pensionabile?
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Se faccio iniziare un ragazzo a 20 anni che ha giocato fino in Juniores, in due anni lo mando al CRA, se è bravo in quattro anni va alla CAI e ne ha 26, ipotizziamo un anno di CAI, tre di CAN D e quattro di CAN C, arriva in Serie B a 34, può ancora farsi undici anni di Serie A e B diventando anche internazionale. Smettiamola con la stronzata che se a 18 anni non sei già al CRA hai già finito la carriera.

missed_approach ha scritto:Comunque,visto che stiamo a fare FantaAIA, potremmo trovare un accordo in questo modo:

Terza,Seconda e Prima.....te li faccio arbitrare da fischietti di 22 anni minimo,però quelli bravi e meritevoli prendono un percorso diverso e dopo i JUP fanno Berretti,JUN,Allievi professionisti e poi vanno direttamente in Promozione senza nemmeno vederle quelle categorie,saltate di netto "senza passare dal via" come al Monopoli. Categorie che sarebbero riservate a chi giudicato non avere numeri per salire, chi è stato dismesso e tanti vecchioni over che arbitrano per passione....
A quel punto nella bolgia ci mandi il 30enne con esperienza e vissero tutti felici e contenti...


Non puoi far andare in Promozione uno che non ha mai diretto una gara di adulti, ma invece di reclutare 15enni puoi reclutare ragazzi di 18/20 anni che abbiano giocato, gli fai fare il percorso tra SGS e Juniores e a 20/21 anni minimo inizi a fargli fare terza e seconda categoria. Quelli bravi a 22 sono in prima e poi fanno il percorso che tio ho scritto prima.
I ragazzini che invece vogliono iniziare a 16 anni li tieni un paio d'anni a fare SGS (e come "premio" puoi mandrali a fare ogni tanto una gara come AA nel SGS nazionale), poi un paio d'anni in Juniores (anche qui usando JUN e BER come premio per i più meritevoli) e verso i 20 possono fare gare di adulti.

-- gio ago 23, 2018 11:07 am --

robt ha scritto:Secondo me deve cambiare il modo di pensare dell’Aia e delle sezioni.
Si deve puntare a far entrare gente di tutte le età, parlando di divertimento, di piccolo rimborso spese e stadi gratis.
Non bombardare la testa di ragazzini con :“futuribilità”, “quanti anni hai per l’aia”, il “semestre prima e dopo”, e l’OT, e la graduatoria, "e quando andrai al nazionale".

Così facendo si riempirebbero le sezioni di ex giocatori e appassionati di calcio, anche non giovanissimi, che arbitrerebbero per passione in prima, seconda e terza categoria, magari con un premio “promozione/eccellenza”.

Non fare una corsa a prendere 10.000 quindicenni l’anno perché tra 15 anni Rocchi andrà in pensione e non abbiamo il ricambio del posto da internazionale.

Tanto nel mucchio il giovane Collina esce sempre, usciva trent’anni fa, esce adesso


Concordo al 110%
Vittorioarbitro
 
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Re: VIOLENZA ARBITRI NEL LAZIO

Messaggioda missed_approach il gio ago 23, 2018 11:41 am

Vittorioarbitro ha scritto:
Campionato amatoriale direi proprio di no, la Seconda è un campionato regionale e per gestire una squadra servono soldi e tempo, prova a pensare a tutte le spese (rimborsi ai calciatori, campo, acqua calda, trasferte, iscrizioni ai campionati ecc...), il basso livello tecnico non elimina le problematiche organizzative.


Le problematiche organizzative non sono mai state in discussione: quello che hai messo in discussione è la "tutela" di chi spende soldi e non ha arbitri "all'altezza".
La mia personale visione è che essendo una categoria di livello infimo,gli arbitri che ci sono vanno più che bene. Quelli bravi non possono perdere tempo in Seconda,questo bisogna che le Società prendano coscienza e molto umilmente accettino il contesto in cui operano.
Invece vogliono scimmiottare i professionisti, ci sono i meccanismi di promozione retrocessione,i playoff playout....le coppe regionali.....mah, va bene giocare in campi di patate,va bene giocare con gente sovrappeso e di dubbie qualità tecniche...però l'arbitro dev'essere "all'atezza",dev'essere bravo,adulto etc...
No no....io "sta roba" non la posso concepire: le Società prendono gli Arbitri che ci sono,a volte buoni a volte cattivi, e se una domenica hanno uno sbarbatello 17enne si comportano da persone sportive,serie e responsabili e di conseguenza si danno un regolata. Senza tanti se e senza tanti ma perchè so cosa c'è dietro il lavoro di Sezioni e CRA. Ci vuole consapevolezza dei propri limiti ed umiltà generale. Questa è la mia visione,non condivisibile lo riconosco.

Vittorioarbitro ha scritto:Per quanto riguarda l'ultima cosa che hai scritto, non discuto il livello tecnico (probabilmente un arbitro che a 16 anni dirige negli allievi è tecnicamente più bravo - in proporzione - rispetto a quanto sia bravo a giocare un suo coetaneo che negli allievi provinciali ci gioca) ma l'autorevolezza, l'autostima, le capacità relazionali che a 16 anni non puoi ancora avere formate. E quindi per come la vedo io se a quell'età vuoi arbitrare per divertirti lo puoi fare ma nel SGS, nelle categorie di adulti si dovrebbero mandare arbitri di almeno 20/22 anni, e come ho già scritto prima bisognerebbe permettere anche a chi inizia dopo i 25 di salire al CRA e poter raggiungere quantomeno la bassa Promozione, non stoppare in Terza categoria ragazzi promettenti di 22/23 anni perchè "troppo vecchi per andare al CRA" (scherziamo??) che poi si stufano e si dimettono, facendoci perdere una risorsa importante.


Ma guarda, quanti 16 enni ci saranno mai in Seconda categoria? Che poi se uno a 16 è in Seconda è perchè ha veramente talento fuori dal comune e personalità anche superiore a tanti 30 enni che vanno per soldi ,non escono dal cerchio di centrocampo e per non avere noie si lasciano plagiare dalla società di casa(scene viste e riviste).


Vittorioarbitro ha scritto:Se faccio iniziare un ragazzo a 20 anni che ha giocato fino in Juniores, in due anni lo mando al CRA, se è bravo in quattro anni va alla CAI e ne ha 26, ipotizziamo un anno di CAI, tre di CAN D e quattro di CAN C, arriva in Serie B a 34, può ancora farsi undici anni di Serie A e B diventando anche internazionale. Smettiamola con la stronzata che se a 18 anni non sei già al CRA hai già finito la carriera.


Stai facendo un percorso di quel 5% di talenti.....il restante sono bravi,bravini,scarsini,scarsi.....e allora un ragazzo che ha comunque dei numeri preferisco che si faccia qualche anno in più tra i grandi che stare a fare JUP fino a 20 anni.

Comunque, alle società che si lamentano degli arbitraggi in Seconda, direi loro "prima attrezzatevi nell'essere all'altezza, di conoscere regolamento,norme federali, di saperle applicare e di comportarsi coerentemente. Direi loro di attrezzare le strutture,spogliatoi etc in maniera compatibile con il gioco del calcio(come si può giocare in campi poggi e buche,dove il controllo del pallone è impossibile...e poi recriminare per la capacità arbitrale?) e poi se anche loro fanno tutti i raduni,corsi di aggionamento etc che facciamo NOI come AIA,allora il discorso potrebbe anche cambiare..."

Vittorioarbitro ha scritto:
Non puoi far andare in Promozione uno che non ha mai diretto una gara di adulti, ma invece di reclutare 15enni puoi reclutare ragazzi di 18/20 anni che abbiano giocato, gli fai fare il percorso tra SGS e Juniores e a 20/21 anni minimo inizi a fargli fare terza e seconda categoria. Quelli bravi a 22 sono in prima e poi fanno il percorso che tio ho scritto prima.
I ragazzini che invece vogliono iniziare a 16 anni li tieni un paio d'anni a fare SGS (e come "premio" puoi mandrali a fare ogni tanto una gara come AA nel SGS nazionale), poi un paio d'anni in Juniores (anche qui usando JUN e BER come premio per i più meritevoli) e verso i 20 possono fare gare di adulti.


E perchè no?A parte che stiamo parlando di fantapolitica ma visto che ci siamo, la Promozione è una categoria media regionale....ripeto gli si da troppa,troppa importanza a tutte queste categorie minori. Un ragazzino di talento che facesse il settore giovanile e un paio di anni tra i professionisti della Berretti, degli allievi professionisti etc, certamente potrebbe andare direttamente in Promozione. Ci siamo convinti che saper arbitrare significa saper tenere testa a campetti infuocati di periferia....secondo me quella roba c'ha anche poco a che vedere col calcio pensa te....per questo dipendesse da me Terza e Seconda andrebbero al CSI.....giusto una buona Prima lascerei FIGC con un massiccio investimento nel settore giovanile. Il livello generale deve salire.....l'Italia è il regno dell'improvvisazione per eccellenza.
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Re: VIOLENZA ARBITRI NEL LAZIO

Messaggioda Vittorioarbitro il gio ago 23, 2018 2:35 pm

missed_approach ha scritto:
Vittorioarbitro ha scritto:
Campionato amatoriale direi proprio di no, la Seconda è un campionato regionale e per gestire una squadra servono soldi e tempo, prova a pensare a tutte le spese (rimborsi ai calciatori, campo, acqua calda, trasferte, iscrizioni ai campionati ecc...), il basso livello tecnico non elimina le problematiche organizzative.


Le problematiche organizzative non sono mai state in discussione: quello che hai messo in discussione è la "tutela" di chi spende soldi e non ha arbitri "all'altezza".
La mia personale visione è che essendo una categoria di livello infimo,gli arbitri che ci sono vanno più che bene. Quelli bravi non possono perdere tempo in Seconda,questo bisogna che le Società prendano coscienza e molto umilmente accettino il contesto in cui operano.
Invece vogliono scimmiottare i professionisti, ci sono i meccanismi di promozione retrocessione,i playoff playout....le coppe regionali.....mah, va bene giocare in campi di patate,va bene giocare con gente sovrappeso e di dubbie qualità tecniche...però l'arbitro dev'essere "all'atezza",dev'essere bravo,adulto etc...
No no....io "sta roba" non la posso concepire: le Società prendono gli Arbitri che ci sono,a volte buoni a volte cattivi, e se una domenica hanno uno sbarbatello 17enne si comportano da persone sportive,serie e responsabili e di conseguenza si danno un regolata. Senza tanti se e senza tanti ma perchè so cosa c'è dietro il lavoro di Sezioni e CRA. Ci vuole consapevolezza dei propri limiti ed umiltà generale. Questa è la mia visione,non condivisibile lo riconosco.


Una volta la pensavo esattamente come te, quando anch'io ero uno sbarbatello di 17 anni che arbitrava in Seconda. Ora, sarà che sono uscito dall'AIA, sarà che comunque ho sempre tenuto buoni rapporti con i dirigenti di varie società anche fuori dal campo ed ho visto in prima persona come gira l'ambiente, non posso più essere d'accordo.
Trovo il tuo punto di vista teoricamente condivisibile ma alquanto utipistico, designare sfacciatamente ragazzi troppo giovani in categorie troppo dure non è prolifico per nessuno, nemmeno per gli stessi arbitri se vengono buttati in pasto ai leoni e devono impare a sopravvivere più che ad arbitrare.

missed_approach ha scritto:
Vittorioarbitro ha scritto:Per quanto riguarda l'ultima cosa che hai scritto, non discuto il livello tecnico (probabilmente un arbitro che a 16 anni dirige negli allievi è tecnicamente più bravo - in proporzione - rispetto a quanto sia bravo a giocare un suo coetaneo che negli allievi provinciali ci gioca) ma l'autorevolezza, l'autostima, le capacità relazionali che a 16 anni non puoi ancora avere formate. E quindi per come la vedo io se a quell'età vuoi arbitrare per divertirti lo puoi fare ma nel SGS, nelle categorie di adulti si dovrebbero mandare arbitri di almeno 20/22 anni, e come ho già scritto prima bisognerebbe permettere anche a chi inizia dopo i 25 di salire al CRA e poter raggiungere quantomeno la bassa Promozione, non stoppare in Terza categoria ragazzi promettenti di 22/23 anni perchè "troppo vecchi per andare al CRA" (scherziamo??) che poi si stufano e si dimettono, facendoci perdere una risorsa importante.


Ma guarda, quanti 16 enni ci saranno mai in Seconda categoria? Che poi se uno a 16 è in Seconda è perchè ha veramente talento fuori dal comune e personalità anche superiore a tanti 30 enni che vanno per soldi ,non escono dal cerchio di centrocampo e per non avere noie si lasciano plagiare dalla società di casa(scene viste e riviste).


Il problema è che tante volte vengono buttati in seconda ragazzi magari non di 16, ma di 17 anni si, non per bravura ma perchè "bisogna fargli fare carriera" visto che se a 18 anni non sei al CRA secondo la mentalità attuale sei un fallito (stessa cosa che successe a me ai tempi).
E poi chi te lo dice che il trentenne sta fermo a centrocampo? Perchè se hai il 25enne performante gli devi tagliare le gambe perchè "non proponibile"?
Alla fine penso che il tuo discorso dia ragione a me: deve essere premiata la bravura, non l'età, uno deve andare in Seconda (e in tutte le varie categorie) se SE LO MERITA, indipendemente dal fatto che abbia 17, 20, 25 o 30 anni. E' ovvio che se ci fosse più apertura mentale e si permettesse anche a ragazzi un po' più grandi di ambire quantomeno alla Promozione, i posti per i ragazzini sarebbero di meno e salirebbero solo gli effettivi talenti.

missed_approach ha scritto:
Vittorioarbitro ha scritto:Se faccio iniziare un ragazzo a 20 anni che ha giocato fino in Juniores, in due anni lo mando al CRA, se è bravo in quattro anni va alla CAI e ne ha 26, ipotizziamo un anno di CAI, tre di CAN D e quattro di CAN C, arriva in Serie B a 34, può ancora farsi undici anni di Serie A e B diventando anche internazionale. Smettiamola con la stronzata che se a 18 anni non sei già al CRA hai già finito la carriera.


Stai facendo un percorso di quel 5% di talenti.....il restante sono bravi,bravini,scarsini,scarsi.....e allora un ragazzo che ha comunque dei numeri preferisco che si faccia qualche anno in più tra i grandi che stare a fare JUP fino a 20 anni.

Comunque, alle società che si lamentano degli arbitraggi in Seconda, direi loro "prima attrezzatevi nell'essere all'altezza, di conoscere regolamento,norme federali, di saperle applicare e di comportarsi coerentemente. Direi loro di attrezzare le strutture,spogliatoi etc in maniera compatibile con il gioco del calcio(come si può giocare in campi poggi e buche,dove il controllo del pallone è impossibile...e poi recriminare per la capacità arbitrale?) e poi se anche loro fanno tutti i raduni,corsi di aggionamento etc che facciamo NOI come AIA,allora il discorso potrebbe anche cambiare..."


Il problema non è tanto la tutela delle società, quanto la tutela degli arbitri: sappiamo tutti cosa succede nelle basse categorie ed i problemi di violenza sono incentivati ANCHE dalla presenza di arbitri troppo giovani e non ancora caratterialmente idonei alla categoria. E' sbagliato? Certo, ma che ci vuoi fare? Sei nella gabbia dei leoni, puoi prendere tutte le misure preventive che vuoi ma le teste calde ci saranno sempre ed i rischi a cui si espongono gli arbitri anche, quantomeno una figura adulta può gestire meglio determinate situazioni e, perchè no, fungere da deterrente.

missed_approach ha scritto:
Vittorioarbitro ha scritto:
Non puoi far andare in Promozione uno che non ha mai diretto una gara di adulti, ma invece di reclutare 15enni puoi reclutare ragazzi di 18/20 anni che abbiano giocato, gli fai fare il percorso tra SGS e Juniores e a 20/21 anni minimo inizi a fargli fare terza e seconda categoria. Quelli bravi a 22 sono in prima e poi fanno il percorso che tio ho scritto prima.
I ragazzini che invece vogliono iniziare a 16 anni li tieni un paio d'anni a fare SGS (e come "premio" puoi mandrali a fare ogni tanto una gara come AA nel SGS nazionale), poi un paio d'anni in Juniores (anche qui usando JUN e BER come premio per i più meritevoli) e verso i 20 possono fare gare di adulti.


E perchè no?A parte che stiamo parlando di fantapolitica ma visto che ci siamo, la Promozione è una categoria media regionale....ripeto gli si da troppa,troppa importanza a tutte queste categorie minori. Un ragazzino di talento che facesse il settore giovanile e un paio di anni tra i professionisti della Berretti, degli allievi professionisti etc, certamente potrebbe andare direttamente in Promozione. Ci siamo convinti che saper arbitrare significa saper tenere testa a campetti infuocati di periferia....secondo me quella roba c'ha anche poco a che vedere col calcio pensa te....per questo dipendesse da me Terza e Seconda andrebbero al CSI.....giusto una buona Prima lascerei FIGC con un massiccio investimento nel settore giovanile. Il livello generale deve salire.....l'Italia è il regno dell'improvvisazione per eccellenza.


Ti stai addentrando in un discorso forse troppo ampio... una ristrutturazione dell'intero sistema calcio è probabilmente auspicabile, come dici tu si potrebbero fissare dei paletti molto rigidi per ottenere lo status di società dilettantistica (e quindi partecipare alla "piramide" FIGC), relegando chi non li rispetta allo status di società amatoriale (e quindi a campionati CSI et similia). Così non avresti più una piramide a dieci livelli, ma magari solo a sei o sette (quattro categorie nazionali dalla A alla D e due o tre regionali, a seconda del numero di squadre in regione), e quindi si, il livello salirebbe di molto.
Per quanto riguarda gli arbitri avremmo arbitri AIA che dalle giovanili passerebbero direttamente al CRA (in Prima categoria o Promozione, la categoria più bassa prevista), mentre nelle attuali seconda e terza (finite sotto il controllo di enti amatoriali) ci andrebbero gli arbitri di tali enti. Ma come hai detto anche tu sono discorsi di fantapolitica, senza alcuna utilità per la situazione disastrosa della violenza sugli arbitri.
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Re: VIOLENZA ARBITRI NEL LAZIO

Messaggioda marblearch il ven ago 24, 2018 8:09 am

Discorsi interessanti.
Vittorioarbitro, partiamo da un presupposto : l' AIA deve "lavorare" per l' AIA. Non siamo una Società di Servizi, anche se di fatto facciamo anche servizi. Essendo una Componente federale (finchè non ci danno un calcio nel c...) dobbiamo garantire una regolarità direzionale ai Campionati , ma allo stesso tempo dobbiamo raggiungere traguardi per noi e i nostri ragazzi.
Il giovanilismo a tutti i costi, così in voga oggettivamente per anni, oggi non viene richiesto. Se taluni CRA o Presidenti di Sezioni dicono che un ragazzo a 22/23/24 è vecchio per il livello regionale, dicono una follia. Le NFOT parlano chiaro e negli ultimi anni, il mantra diffuso ai livelli sezionali e regionali è : "non mandiamo avanti ragazzi solo perchè giovani o giovanissimi". Quindi è chiaro che gli eccessi non vanno bene, ma nemmeno gli arretramenti solo perchè i Dirigenti vogliono "l'espertone" in Seconda categoria.
Abbiamo la necessità di far percorrere una strada obbligata di crescita ai nostri ragazzi, non ci sono scappatoie. Appare ovvio che un ragazzo che inizia ad arbitrare nei giovanissimi si trova di fronte altri ragazzini che giocano al calcio magari da 6/7 anni, mentre lui a 15/16 è la prima volta che mette mano al fischietto. Anche quei ragazzini e quelle Società "lavorano e investono", ma non ci sono altre soluzioni.
Concordo con Missed : l'approccio culturale deve cambiare nelle Società. Calciatori, Allenatori, Dirigenti e pare anche Federali (pubblico lasciamo perdere) devono capire che svolgono un attività dilettantistica e come tale hobbistica e di puro svago. In questo quadro l'arbitraggio a volte inadeguato a volte ci sta. Perchè accanto ad un arbitro inadeguato corre un attaccante che guarda a destra ma calcia strabicamente a sinistra.
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Re: VIOLENZA ARBITRI NEL LAZIO

Messaggioda Vittorioarbitro il ven ago 24, 2018 2:03 pm

marblearch ha scritto:Discorsi interessanti.
Vittorioarbitro, partiamo da un presupposto : l' AIA deve "lavorare" per l' AIA. Non siamo una Società di Servizi, anche se di fatto facciamo anche servizi. Essendo una Componente federale (finchè non ci danno un calcio nel c...) dobbiamo garantire una regolarità direzionale ai Campionati , ma allo stesso tempo dobbiamo raggiungere traguardi per noi e i nostri ragazzi.
Il giovanilismo a tutti i costi, così in voga oggettivamente per anni, oggi non viene richiesto. Se taluni CRA o Presidenti di Sezioni dicono che un ragazzo a 22/23/24 è vecchio per il livello regionale, dicono una follia. Le NFOT parlano chiaro e negli ultimi anni, il mantra diffuso ai livelli sezionali e regionali è : "non mandiamo avanti ragazzi solo perchè giovani o giovanissimi". Quindi è chiaro che gli eccessi non vanno bene, ma nemmeno gli arretramenti solo perchè i Dirigenti vogliono "l'espertone" in Seconda categoria.
Abbiamo la necessità di far percorrere una strada obbligata di crescita ai nostri ragazzi, non ci sono scappatoie. Appare ovvio che un ragazzo che inizia ad arbitrare nei giovanissimi si trova di fronte altri ragazzini che giocano al calcio magari da 6/7 anni, mentre lui a 15/16 è la prima volta che mette mano al fischietto. Anche quei ragazzini e quelle Società "lavorano e investono", ma non ci sono altre soluzioni.
Concordo con Missed : l'approccio culturale deve cambiare nelle Società. Calciatori, Allenatori, Dirigenti e pare anche Federali (pubblico lasciamo perdere) devono capire che svolgono un attività dilettantistica e come tale hobbistica e di puro svago. In questo quadro l'arbitraggio a volte inadeguato a volte ci sta. Perchè accanto ad un arbitro inadeguato corre un attaccante che guarda a destra ma calcia strabicamente a sinistra.


Fino a poco tempo fa se a 18/19 anni non salivi al CRA non eri già più un giovane di prospettiva. Magari anche dopo i 20 ti facevano salire ma comunque il messaggio che passava era "muovi il culo o sei già vecchio". Se ci penso ora mi metto a ridere, vecchio a 20/22 anni? Bah. Se ora la tendenza si sta invertendo è una cosa positiva, ma vedo dura cambiare in poco tempo una mentalità ormai così radicata.
Siamo d'accordo sul fatto che l'intero ambiente debba cambiare approccio culturale, ma anche qui la vedo molto dura, e comunque il mio discorso non si limita ad una salvaguardia delle società, ma al mantenimento ed alla valorizzazione di risorse umane che ora vengo linciate perchè considerate vecchie a 21 anni.
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