Il quesito si presta a numerose considerazioni, alcune delle quali fanno emergere, a mio modesto avviso, rilevanti incongruenze e paradossi.
Innanzitutto, precisiamo che la mancata approvazione della relazione biennale, eventualità tutt'altro che "astratta", non sempre determina la decadenza del Presidente di Sezione.
L'art.15.2 del R.A., infatti, pone fra le cause di decadenza dalla carica di Presidente di Sezione "
la non approvazione espressamente votata dalla maggioranza assoluta degli aventi diritto della relazione tecnica, associativa e amministrativa nell’Assemblea ordinaria"; orbene, ove si consideri che "
tutte le deliberazioni dell’Assemblea ordinaria, ad eccezione di quella relativa alla nomina dei due componenti del Collegio dei Revisori sezionali, sono valide con la maggioranza semplice dei voti validi espressi" (art.21.4 R.A.) e che, salvo l'ipotesi (essa sì "astratta"
) che si sia in presenza di un'Assemblea "totalitaria" (ovvero con la partecipazione, in proprio o per delega, di
tutti, gli aventi diritto al voto), la maggioranza semplice dei votanti potrebbe non essere, al tempo stesso, la maggioranza assoluta degli aventi diritto al voto, l'esito negativo della votazione potrebbe non determinare la decadenza del Presidente.
Quindi, in sostanza, la mancata approvazione della Relazione, apre un doppio possibile scenario:
- i voti a sfavore della Relazione rappresentano oltre la metà degli aventi diritto al voto, nel qual caso il Presidente risulta automaticamente decaduto, il Vice Presidente assume temporaneamente la guida della Sezione ed entro 90 giorni dovrà essere indetta una nuova Assemblea Elettiva per l'elezione del nuovo Presidente di Sezione che duri in carica fino al termine del quadriennio olimpico;
oppure
- i voti a sfavore della Relazione rappresentano oltre la metà dei voti validamente espressi in Assemblea,
ma non oltre la metà degli aventi diritto al voto, nel qual caso il Presidente resta in carica; tuttavia, anche in questo secondo scenario, considerato che il verbale dell'Assemblea Ordinaria deve essere trasmesso alla Sede Centrale dell'A.I.A., è alquanto probabile (per non dire certo) che la Sezione in questione sia sottoposta ad attenta ispezione tecnica ed amministrativa da parte dei competenti organi centrali.
In ogni caso, la relazione non sarebbe ripresentata all'assemblea e, peraltro, avrebbe poco senso, poichè anche se ne venisse modificata la "forma", nulla si potrebbe ormai fare sulla "sostanza", costituita dalla gestione che, buona o cattiva che sia, rappresenta un qualcosa che è "già stato" e quindi immodificabile.
... e fin qui ...
Però ... ecco che ipotizzando ulteriori scenari, emergono le contraddizioni ed i paradossi di cui parlavo all'inizio...
Supponiamo: scadenza del quadriennio olimpico; il Presidente indice, unificandole, l'Assemblea ordinaria e quella elettiva nella medesima data; in questo caso, il regolamento elettivo (art.1.4) dice che "
i primi argomenti da trattare sono quelli dell’Assemblea ordinaria"; nel caso in cui, quindi, il Presidente uscente dovesse "decadere" per effetto del voto negativo dell'Assemblea, si procederebbe immediatamente all'elezione del nuovo Presidente, con l'unico effetto, casomai, che il Presidente "decaduto" non potrebbe ricandidarsi.
Ma se ....
Supponiamo: scadenza del quadriennio olimpico; il Presidente indice, in date diverse,
prima l'Assemblea Elettiva e
poi quella Ordinaria ... potrebbe benissimo farlo, non ci sono (almeno non mi pare che ce ne siano), norme che lo vietano.
Supponiamo, quindi, che in occasione dell'Assemblea Elettiva il Presidente uscente non si ricandidi oppure che non venga rieletto ... il nuovo Presidente di Sezione, assume immediatamente i pieni poteri della carica e, pertanto, avrà fra i primi impegni del suo mandato la presentazione della Relazione tecnica, associativa e amministrativa relativa ai due anni solari precedenti... ecco il primo paradosso: il nuovo Presidente che deve "relazionare" su di una gestione tecnica ed amministrativa non propria. Ma che succederebbe (ed ecco il secondo paradosso), se la relazione dovesse essere "bocciata" con un numero di voti sfavorevoli, superiore alla metà degli aventi diritto al voto? Chi decadebbre? Il "vecchio" Presidente? Non può ... è già "
decaduto" per effetto della mancata rielezione. Allora il "nuovo" Presidente? E che responsabilità potrebbe avere lui nell'eventuale
mala-gestione di chi lo aveva preceduto? Ecco un punto che il Regolamento Associativo, a mio parere, non disciplina in modo adeguato.