Credibilità ed immagine dell'AIA (art 40, punto 3 C)

Qui parliamo del regolamento AIA, norme di funzionamento...

Re: Credibilità ed immagine dell'AIA (art 40, punto 3 C)

Messaggioda aladar il ven ott 01, 2010 5:30 pm

No. Credo che voglia dire un'altra cosa.
Credo voglia dire che un arbitro, con i suoi comportamenti esterni all'associazione, debba comunque non dare adito ad altri di poter mettere in dubbio la credibilità dell'AIA in quanto associazione e degli arbitri in quanti "giudici" imparziali di una competizione.
Esempio: se un arbitro viene indagato per truffa, lede indirettamente l'immagine dell'AIA, perchè gli operatori del calcio potrebbero trovare da ridire sul fatto che una persona che poi moralmente sia risultato non ineccepibile, lo avrebbe potuto essere anche in campo sportivo....
Almeno è quello che estrapolo dal testo...
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Re: Credibilità ed immagine dell'AIA (art 40, punto 3 C)

Messaggioda teo6791pr il sab ott 02, 2010 8:52 am

Io mi trovo vicino al pensiero di Aladar, aggiungo però che "la comune morale" a mio avviso potrebbe riguardare non sono fatti giudiziari(di cui l'arbitro deve dare tempestiva comunicazione al proprio presidente) ma anche fatti (sentimentali?) che potrebbero "turbare" l'immagine dell'Aia.

Si parla di rettitudine per cui mi chiedo, un uomo divorziato potrebbe ledere all'immagine dell'Aia? Un uomo che convive con una donna di 20 anni più giovane di lui? Un uomo che convive con un altro uomo potrebbe ledere l'immagine dell'aia? Certe parole che sembrano leggere, hanno un preciso significato nella lingua italiana e quando si parla di "rettitudine" e poi di
"comune morale a difesa della credibilità ed immagine" (specificando anche "fuori dall'ambito sportivo") a me viene da pensare...
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Re: Credibilità ed immagine dell'AIA (art 40, punto 3 C)

Messaggioda lunapop il sab ott 02, 2010 9:39 am

In effetti anche io ritengo che l'interpretazione data da aladar sia la più confacente per quanto riguarda come intendere il significato della norma in questione.
Non reputo assolutamente invece, che la vita personale i un individuo, in quanto libero cittadino, debba venire presa in considerazione, perchè qui si tratta di giudizi morali soggettivi e non c'entra nulla con l'appartenenza associativa.
Anche perchè se un uomo (o donna) è divorziato, convive con una persona molto più giovane (magari non minorenne, questo potrebbe essere diverso, a meno che non ci sia assenso del minore e dei genitori), o sia gay (pensiamo al caso del Governatore della Puglia Vendola, gay dichiarato, ma non per questo non stimato sia a sinistra che a destra e non ritenuto ampiamente degno del suo ruolo, e per fortuna!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!).
In questi casi nessuno potrebbe permettersi di affermare che tali comportamente, assolutamente privati, ledono l'immagine dell'AIA.
Uomini politici, appartenenti alle Forze dell'Ordine, Professionisti vari, tanti si trovano in queste condizioni e nessuna organizzazione, parte politica od ordine professionale si permetterebbe mai nè di discriminare, nè di sentirsi sminuita nell'immagine.
Certo è che diverso è il caso di chi viola le legge in qualsiasi senso: sia civlmente che penalmente. E qui credo che lo spirito dell'art. 40 vada letto in questo senso e così lo condivido.
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