da lunapop il sab ott 02, 2010 9:39 am
In effetti anche io ritengo che l'interpretazione data da aladar sia la più confacente per quanto riguarda come intendere il significato della norma in questione.
Non reputo assolutamente invece, che la vita personale i un individuo, in quanto libero cittadino, debba venire presa in considerazione, perchè qui si tratta di giudizi morali soggettivi e non c'entra nulla con l'appartenenza associativa.
Anche perchè se un uomo (o donna) è divorziato, convive con una persona molto più giovane (magari non minorenne, questo potrebbe essere diverso, a meno che non ci sia assenso del minore e dei genitori), o sia gay (pensiamo al caso del Governatore della Puglia Vendola, gay dichiarato, ma non per questo non stimato sia a sinistra che a destra e non ritenuto ampiamente degno del suo ruolo, e per fortuna!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!).
In questi casi nessuno potrebbe permettersi di affermare che tali comportamente, assolutamente privati, ledono l'immagine dell'AIA.
Uomini politici, appartenenti alle Forze dell'Ordine, Professionisti vari, tanti si trovano in queste condizioni e nessuna organizzazione, parte politica od ordine professionale si permetterebbe mai nè di discriminare, nè di sentirsi sminuita nell'immagine.
Certo è che diverso è il caso di chi viola le legge in qualsiasi senso: sia civlmente che penalmente. E qui credo che lo spirito dell'art. 40 vada letto in questo senso e così lo condivido.