Freedomofspeech ha scritto:Dando una ripassata al Regolamento ho pensato ad una strana situazione...
Pagina 126, Regolamento:
"Nelle seguenti circostanze al portiere non è consentito toccare il pallone con le mani all'interno della propria area di rigore:
[...]
- se tocca il pallone con le mani dopo che quest'ultimo è stato calciato volontariamente verso di lui da un compagno."
Pagina 144, Guida Pratica AIA:
"57. Un calciatore volontariamente calcia il pallone verso il proprio portiere che se ne avvede in ritardo e, per evitare una autorete o che un avversario se ne impossessi con l'evidente opportunità di segnare una rete, lo devia in angolo con le mani. Come si comporterà l'arbitro?
Accorderà un calcio di punizione indiretto nel punto in cui il portiere ha toccato il pallone con le mani*, senza assumere alcun provvedimento disciplinare."
Insomma sembrerebbe proprio che, se in una situazione surreale dove un calciatore all'interno della propria area di rigore,
dando le spalle al proprio portiere, calci il pallone in avanti a sè, il portiere non commetterebbe alcuna infrazione passandogli davanti e prendendola con le mani, nonostante sia una giocata volontaria di un suo compagno di squadra... O sbaglio?
scusate, il regolamento parla di pallone calciato volontariamente verso il portiere: questo non vuol dire retropassaggio. Potrebbe essere in avanti, indietro o laterale. Nel caso di pag 144 l'ipotesi più certa del retropassaggio riguarda il caso del portiere che vuole evitare l'autorete, perché il pallone non può che essere calciato verso la porta, ma invece l'intervento del portiere atto ad evitare che un avversario si impossessi del pallone potrebbe avvenire anche da un passaggio intenzionale in avanti del difendente. La posizione in campo del difendente rispetto al portiere non è contemplata dal regolamento, cioè il fatto che il difendente calci il pallone stando davanti o dietro al portiere, o volgendosi di fronte o di spalle al portiere. La posizione dei due giocatori (difendente e portiere) potrà influire per l'arbitro nella valutazione della volontarietà o meno del passaggio, elemento basilare per determinare se vi sia o meno infrazione. La casistica di pagina 144 credo che sia tesa a differenziare il tipo di provvedimento da comminare al portiere (calcio di punizione indiretto) rispetto al calciatore difendente che tocca il pallone con la mano nell'area di rigore per evitare una rete o per impedire ad un avversario l'evidente possibilità di segnare una rete (rigore + espulsione, sempre che il pallone non entri in rete, in quest'ultimo caso = goal + ammonizione). Quello quindi che avrebbe detto Vialli, a mio avviso, non è corretto a norma di regolamento.
-- mer mar 18, 2015 11:19 pm --
"Altro dubbio sempre su pagina 126: "il possesso del pallone include il portiere che intenzionalmente respinge con le mani il pallone allo scopo di mantenerne il controllo."... Si intende l'atto di deviare con le mani verso terra una fucilata ad altezza petto e fermarla dopo il rimbalzo che si vede spesso durante un campionato?
Quindi nel tragitto mani (per un millesimo di secondo)-terra-mani, anche se non accade mai perché nessun portiere palleggerebbe con un avversario accanto, un avversario lì accanto non può buttarla dentro? Non potrebbe essere interpretato come un "rimbalzo accidentale durante la parata" come scritto appena sopra?[/quote]
Il caso più concreto in cui è stata applicata questa norma è nella partita di coppa del 2013 (se ricordo bene) Milan - Celtic: attaccante del Celtic al limite dell'area svirgola il pallone pervenutogli da un cross di un compagno dalla fascia destra del campo. Il pallone si avvia lentamente ad uscire dal fondo. Abbiati interviene, potrebbe controllarlo tranquillamente con entrambe le mani bloccandolo, invece con una mano lo colpisce verso il terreno di gioco, lo controlla prima con i piedi e poi lo riprende all'interno dell'area di rigore con entrambe le mani per procedere a rinviarlo. L'arbitro tedesco di cui non ricordo il nome fischia il calcio di punizione indiretto. Abbiati non capisce il perché crede che l'arbitro abbia sbagliato, solo a fine gara in diretta su Sky si rende conto dell'errore, grazie all'intervento di un giornalista sportivo che gli spiega il motivo dell'intervento arbitrale.
La parata in due tempi, ad esempio, dovuta ad un tiro diretto in porta e calciato con una certa potenza non è un'infrazione. Quindi dipende se il pallone può considerarsi controllabile o meno dal portiere nel momento in cui lo riceve. Non è sempre facile stabilirlo, ma nel caso di Milan - Celtic a mio avviso si, e l'arbitro ha ben applicato il regolamento.