da Observer il lun giu 18, 2018 4:04 pm
io penso che la scarsa solerzia di Diadora nel venirci dietro dipenda sostanzialmente da due co-fattori:
1) Diadora, sotto la guida di Moretti Polegato, è virtualmente fallita verso il 2010 anche se nessuno lo dice. E' stata profondamente ristrutturata, e ceduta sotto il controllo diretto di Geox (mentre prima era in una business unit a se stante con invicta che produceva zaini). L'azienda non è in buona salute, è sempre sul filo di portare i libri in tribunale, e per questo ... lesina su qualsiasi cosa.
2) Diadora manda in produzione 1 volta sola durante l'anno i fabbisogni AIA e poi manda fuori catalogo immediatamente tutti i modelli. E' da 1 anno che non si trovano più polo a manica corta nere da nessuna parte di rappresentanza, ad esempio. E non c'è verso che se ne producano altre. Qualche fenomeno del management ha sotto stimato la richiesta di polo, le ha mandate in produzione, sono esaurite e gli Arbitri fino a quando non cambia il modello, si attaccano.
Il punto 2 è la base del fatto che un'azienda vada male. Se si sottostimano i volumi di vendita, l'azienda è contenta perchè non ha rimanenze di magazzino. Solo che non ha il polso delle mancate vendite di quanti vorrebbero una divisa, o una polo, e non la trovano facendo perdere vendite a Diadora.
Ultimo punto, non meno importante, Diadora è arrivata solo adesso direttamente nello shopping online. No dico ... nel 2018. E' un'azienda vecchia, ingessata, incapace di comprendere le mutazioni del mercato.
Guardate solo il casino che trovano i ragazzi sui calzettoni. Se si stingono i calzettoni, i ragazzi non possono usare le divise perchè i calzettoni una volta distribuiti sono introvabili.
In questa (il)logica aziendale, avere un colore di meno è un risparmio non indifferente di SKU (di codici articolo) di complessità produttive, di scarti, e di possibili rimanenze di magazzino (pensate se un colore poi non vende, in un'azienda in crisi questo diventa un disastro).
E' assurdo dividere le persone in buoni o cattivi. Le persone o sono affascinanti o sono noiose.
(O. Wilde)