Arbitri,minaccia di sciopero; e Palazzi ora indaga su Nicchi

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Un autunno caldissimo per il mondo degli arbitri: le quattro Leghe (A, B, Lega Pro e Dilettanti), unite più che mai, non si sono affatto arrese e vogliono estromettere l'Aia (associazione italiana arbitri) dal consiglio federale, dove ha un rappresentante, il presidente Marcello Nicchi, con diritto di voto. "Non esiste da nessuna parte al mondo-ci spiegano dalle Lega Pro e da quella Dilettanti-che gli arbitri facciano parte del governo del calcio. E' un'anomalia tutta italiana. Gli arbitri deve essere neutrali, sono i carabinieri del campionato, e non possono prendere decisioni a favore di uno o dell'altro...". Già le quattro Leghe hanno tentato il golpe in uno degli ultimi consigli federali: cacciare via gli arbitri... Non ce l'hanno fatta: Giancarlo Abete e anche il sindacato calciatori (Tommasi) e l'assoallenatori (Ulivieri) si sono schierati a favore dell'Aia. E si sa che nel nostro calcio, con il diritto di veto, non si fa (quasi) mai un passo avanti, la maggioranza non basta: il sistema purtroppo è "ingessato" e la colpa non è certo di Abete, il regime commissariale, fra saggi poco saggi, ha lasciato molti guai. Ma veniamo agli arbitri.

Le Leghe, come detto, non ci pensano nemmeno di arrendersi ed ecco cosa hanno studiato, e cosa proporranno fra breve in consiglio federale: la Lega di serie A, nello studio della sua nuova governance, propone che l'Aia possa ancora sedere in consiglio federale ma senza diritto di voto, se non nei casi che si decida qualcosa che riguarda anche gli arbitri. Sulle altre materie l'Aia avrebbe un ruolo solo di rappresentanza: ma l'agguerrito presidente Nicchi non ci sta assolutamente ("parlerò in consiglio federale come ho sempre fatto, anche nell'ultima occasione", ci ha detto l'ex arbitro aretino) e minaccia lo sciopero della categoria. E questa sarebbe davvero una novità nel calcio italiano, gli arbitri che non scendono in campo ( e senza di loro è ovvio che non si può giocare). Abete comunque è al fianco dei 35.000 direttori di gara.

Ma Nicchi ha anche altri problemi: l'ex arbitro salernitano Robert Antonhy Boggi infatti si è candidato per le elezioni dell'Aia (10 novembre), accusando Nicchi di aver minacciato alcuni presidenti dei comitati regionali e nazionali. Nicchi insomma li avrebbe invitati a votare per lui, con dei termini che Boggi ha giudicato inaccettabili. Boggi, che lasciò l'arbitraggio perché contrario al professionismo, si è rivolto anche al procuratore federale Stefano Palazzi (poveraccio, quanto lavoro che ha...), chiedendo l'apertura di un'inchiesta. Ma stavolta Palazzi-Sherlock Holmes dovrà fare in fretta perché le elezioni Aia sono fissati fra un mese. Le "pressioni", o minacce secondo Boggi, sarebbero state fatte a un presidente nazionale e due provinciali (uno di questi è Borriello, ex arbitro e ora dirigente, che tra l'altro ha anche un figlio che arbitra in B). Nicchi ha minacciato già querele: "ho tempo novanta giorni". Ma le elezioni scatenato polemiche: possibile che voti anche chi è stato nominato da Nicchi? "Falso-ci ha detto il presidente- forse qualcuno vuole mettere zizzania in giro. Il nostro sistema è democratico: votano i 211 presidenti sezionali eletti e i delegati eletti e non nominati da me. Io sono tranquillissimo, e penso proprio che resterò al mio posto, se lo vorranno. I nostri arbitri sono altrettanto sereni, e stanno andando molto bene". I due rivali di Nicchi saranno Boggi e Apricena: sarà sicuramente un mese caldo.

fonte: repubblica.it

[Rattlesnake]

Doppio!!!!!!!!! viewtopic.php?f=5&t=10890 all'admin (recidivo)!

[admin]

sicuro?

[rorli]

Almeno sposta qui le risposte messe sull'altro topic, se no tocca riscriverle ....

[Rattlesnake]

Ma pensa te questo admin burlone!!! xD Vedo che hai seguito i consigli del buon Dode!

[marblearch]

Ecco , dico a Boggi, qualora prevalesse, di stare attento alle "testate" amiche della nostra Associazione (senza colore, nè divisioni tra guelfi e ghibellini) e di valutare bene quelle dove invece si pubblicano i sondaggi se l'AIA merita stare in Consiglio federale o meno. E soprattutto si guardi bene da quegli amici (arbitri) degli amici (non arbitri) che non ci vogliono un gran bene; consiglio spassionato....

[falchiarezzo]

Ma come in nome della partecipazione al CF hanno preteso ( Nicchi inginocchiato) la separazione delle CAN. Ora ci dicono grazie ma state fuori.!!!'

[Luca Marelli]

E' indubbio che il riconoscimento (sebbene con un misero 2%) sia stato un grande successo per il movimento, se non erro (correggetemi se sbaglio) ottenuto sulla scia dello scandalo "Calciopoli".

Non dividiamoci, su questo aspetto, tra guelfi e ghibellini (come dice marblearch) e diciamo chiaramente che l'uscita dal Consiglio Federale sarebbe una sconfitta del movimento. Ma oltre a non dividerci sul punto, dobbiamo anche evitare di essere ipocriti.

Le riunioni del Consiglio Federale (ufficiali e meno) degli ultimi mesi hanno portato a fumate nerissime per l'AIA, prima indiziata per essere esclusa. E non lo deciderà (con ogni probabilità) il Consiglio stesso ma un commissario ad acta (cioè nominato solo ed esclusivamente per questa riforma) che pare possa essere il professor Napolitano, figlio del Presidente della Repubblica.

Nessuno, e ripeto nessuno, desidera che l'AIA esca dal Consiglio Federale. Se qualcuno sostiene o dovesse sostenere una porcheria del genere dovrebbe vergognarsi nel momento stesso in cui lo scrive o lo afferma (ogni riferimento a recenti riunioni regionali è puramente NON casuale). Purtroppo la verità è che il destino dell'AIA all'interno del Consiglio Federale è legata alla decisione di una persona terza ed appare, in tutta onestà, scontato. Il motivo è presto detto. Ultimamente si è letto spesso che l'Italia si deve adeguare al resto del mondo. Lo abbiamo sentito in politica, lo abbiamo sentito in materia di bilanci societari (fair play finanziario anche se con sfaccettature differenti), lo abbiamo sentito in tema arbitrale (arbitri più giovani per adeguarsi alle necessità della UEFA). Ebbene, io detesto questo modo di pensare, ritengo che sia stupido adeguarsi sempre a tutti, soprattutto in campi in cui primeggiamo da decenni. Ecco perchè critico pesantemente questa corsa all'arbitro giovane, come se questo fosse fondamentale per creare arbitri di talento in un paese che non ne ha mai avuti. Una colossale sciocchezza: gli arbitri italiani hanno SEMPRE primeggiato, da Agnolin a Lo Bello, da Gonella a Collina, da Braschi a Rizzoli, da Tagliavento a Rocchi.

A causa di questo maledetto concetto di adeguamento, temo che il commissario ad acta non potrà che prendere atto che in tutte le federazioni del mondo gli arbitri non hanno alcun potere decisionale ma, al limite, consultivo. Mi auguro che, per una volta, non passi il concetto di adeguarsi alle altre nazioni ma, francamente, non sono fiducioso. Quando aprii il thread sull'argomento, lo feci in un momento in cui non vi era alcuna ipotesi in merito per un semplice motivo: non interessava a nessuno ma quei pochi che avevano avuto voglia di informarsi in modo più o meno ufficiale sapevano che tirava già una brutta aria. E, puntualmente, i sussurri sono diventati certezze.

Non so come finirà questa vicenda, anche se ho una sensazione pessima, ma il prossimo presidente, chiunque esso sia, avrà un bel problema da risolvere. Il problema non si risolve con le solite minacce (sciopero? Certo, per far commissariare l'AIA il giorno dopo) ma politicamente. Abete ha affermato che il posto dell'AIA non si tocca. Benissimo. Peccato che non sarà lui a decidere e che, come ben sappiamo, il peso del presidente federale è infinitamente ridotto rispetto alle Leghe. Oltre a ciò ci sono Assocalciatori ed Assoallenatori che hanno un peso specifico minore ma non sembrano in alcun modo a rischio "taglio". La questione non va risolta, dunque, a livello politico ma ANDAVA RISOLTA a livello politico. Adesso è tardi dato che la decisione verrà demandata ad una persona che sarà certamente degna del ruolo (o almeno si spera) ma che non potrà far altro che prendere una decisione su dati oggettivi.

Strumentalizzare questa problematica lo ritengo veramente stupido e chi si permette di affermare che nell'AIA qualcuno spera in una tale decisione non può che essere qualificato, a mio parere, come persona in malafede.

Certo è che tale partecipazione ha i suoi pregi ma anche le sue criticità. Ricorderete che sia Collina che Nicchi affermarono che la divisione della CAN si era resa necessaria su impulso diretto delle Leghe. Non mi pare che la decisione sia stata presa in maniera autonoma. Se esiste un impulso esterno ad un'organizzazione che porta ad una decisione sulla struttura interna, mi pare ovvia la conclusione che questa organizzazione gode di un'autonomia quantomeno limitata. Io credo che la situazione italiana non sia un'anomalia ma una peculiarità, con le sue positività e le sue negatività.

Il problema è, a mio parere, molto complesso e sarebbe oltremodo sciocco ridurlo ad un discorso prettamente "presenzialista".

E, ribadisco, solo un cretino può pensare che nell'AIA esista qualcuno che si augura la perdita del posto.

[gip]

La rappresentanza in CF fu un grande successo di Lanese, di cui si ricorda solo il male

[donmario]

ma entro quando si deciderà?