Incredibile decisione della commissione disciplinare regionale calabrese nei confronti del nostro collega Emanuele D'Agostino.
L'arbitro è stato sospeso 6 mesi per aver sporto denuncia, senza autorizzazione, nei confronti di un calciatore che lo aveva violentemente colpito con un pugno al termine di una partita. (leggi la delibera)
La commissimone disciplinare, presieduta dall'avvocato Fabio MIGLIACCIO, evidentemente non era a conoscenza che l'autorizzazione ad adire le vie legali NON è necessaria per fatti di materia penale.
Ne avevamo già parlato due anni fa (viewtopic.php?f=5&t=8828&p=113823#p113823) proprio su questo sito: il TNAS, massima autorità sportiva del CONI, in un caso analogo, aveva deliberato che “l’articolo 30, comma 2 dello Statuto della FIGC, che disciplina il «vincolo di giustizia» (conosciuto più comunemente come "clausola compromissoria", ndr) , mantiene intatta la sua portata e validità nell’ambito dell’autonomia dell’ordinamento sportivo, riconosciuto e favorito dalla Repubblica, ma si infrange laddove impatta con la materia penale, e quindi con reati che, a prescindere dalla loro azionabilità per querela di parte o di ufficio, impongono l’intervento esclusivo del giudice ordinario”. (leggi il lodo completo)
Questa delibera del CONI è un precedente che fa giurisprudenza e che dovrebbe essere reso noto a tutte le commissioni disciplinari, perchè è fondamentale per la tutela degli arbitri.
Ci auguriamo che l'AIA intervenga a difesa del nostro collega della sezione di Reggio Calabria, cui va tutta la nostra solidarietà. Ci aspettiamo un immediato ricorso sulle basi di quanto finora scritto. Non è possibile che al giorno d'oggi, oltre ad essere picchiati sui campi, dobbiamo pure subire la beffa di una squalifica per aver denunciato un aggressione alle autorità.
Forza Emanuele, non mollare!
fonte: arbitri.com (grazie alla segnalazione dell'utente AssistantRef)