gad ha scritto:Io finora non ho detto niente. Personalmente non ho colore politico (Si nicchi-No nicchi) ne alcunchè contro Romeo o la sua scelta di lasciare l'AIA: ha deciso così, significa che è convinto e contento delle sue scelte e per quanto la questione possa interessarmi come "collega" non mi sento ne in dovere ne in bisogno di esprimere giudizi su quello che è accaduto.
Vorrei però fare una considerazione sull'accaduto: una persona sta per 20 anni in una associazione con certe regole. Un certo giorno di aprile si sveglia la mattina che vuole andare a fare un intervento in televisione, chiede il permesso (sapendo che non è una cosa che viene concessa tutti i giorni), gli viene detto no e lui se ne va. Mi sembra quantomeno irreale quanto contorcersi dal dolore per una puntura di spillo. Personalmente penso che questo sia solo un casus belli e che le vere motivazioni siano altre, che non abbiamo ne il diritto ne il dovere di conoscere, semmai la sola curiosità: i maligni possono pensare al contratto televisivo (della televisione si parla molto in quest'intervista; è' un dato oggettivo, non maligno), quelli schierati politicamente al contrasto coi superiori, altri ancora ad altro e potremmo stare qui a sproloquiare anni senza arrivare ad alcunchè di vero. L'unica considerazione che posso fare è appunto che quella del diritto di parola ha più le sembianze di una facciata che delle fondamenta della casa che stiamo osservando.
L'altra considerazione che vorrei fare è sul diritto di parola. Personalmente se fossi un arbitro tedesco sarei contrario, lo sono ancora di più visto che l'arte la esercito in Italia. I motivi sono moltissimi:
-tra il dire e il travisare non c'è di mezzo il mare (e questo sopratutto in Italia): è facile che le nostre opinioni vengano travisate o comunque possano essere "utilizzate" contro di noi. Faccio un esempio (non sto dicendo che le due cose siano simili, ma è per farmi capire):sull'episodio Destro nei giorni scorsi si discuteva dell'opportunità dell'intervento del giudice sportivo a fronte delle motivazioni di un altra sentenza precedente: le motivazioni (sacrosanto e giusto che ci siano in questo caso) hanno creato un problema al giudice sportivo che valuta seduto su una sedia e col regolamento in mano; figuriamoci cosa possono creare ad un arbitro che invece valuta sudato in mezzo al campo quando deve confrontarsi con le motivazioni che portano altri colleghi su altri campi per motivare un arbitraggio diverso dal suo.
-le categorie inferiori. Gli arbitri in provincia ed in regione sono subissati da richieste di chiarimento e proteste prima, dopo e durante la gara. Il fatto che arbitri in categorie maggiori spieghino le loro decisioni, secondo me (nel nostro paese sopratutto) può indurre un proliferare di questi fenomeni che non sempre è facile gestire
-non finiremmo mai e non si concluderebbe nulla. Credete che se Rizzoli andasse in TV a spiegare i 5 minuti di Roma-Sassuolo gli emiliani sarebbero contenti del fatto che gli è stato negato il rigore? Non penso proprio. Chiarire tutto è impossibile, sopratutto se chi ascolta non vuole sentire. I giudici (scusate il riferimento alla politica) quando hanno pubblicato le motivazioni della sentenza di Berlusconi hanno accontentato i suoi sostenitori? No, sono rimasti "toghe rosse" perchè se uno è convinto di qualcosa è impossibile fargli cambiare idea.
-una nota positiva,nel poter parlare, però ci sarebbe (ciò che sostiene anche Romeo): è un occasione per spiegare il regolamento. Ma ormai i giornalisti (vedi Fontani) hanno imparato a fare molto bene anche questo. E non solo il regolamento, però, anche il nostro mondo. Ma davvero occorre spiegare al mondo che decidere in una frazione di secondo se il rigore c'è davanti a 50000 persone e col poco ossigeno che resta dopo un lungo scatto? Davvero occorre spiegare al mondo che tutti noi dai giovanissmi alla serie A ci alleniamo, studiamo il regolamento e le sue interpretazioni, viaggiamo, arbitriamo e lo facciamo in concomitanza con una vita reale parallela?
Infine, per rimanere in tema intervista, la referee-cam è una buona idea. Ma anche qui ci vedo un'arma a doppio taglio: scrivere che siamo degli incompetenti perchè ci hanno impallato la visuale e siamo posizionati male è un attimo.
Quelli del "vedere" e del "parlare" sono due argomenti delicati, a mio modo di vedere, e sia chi è a favore e chi contro dovrebbe tenere presente questo concetto e da qui partire per una riflessione sui pro e i contro, su ciò che si vuole trasmettere a pubblico e giocatori, su qual'è l'immagine dell'Arbitro che si vuole dare. Questo non lo si può risolvere in una telefonata o in una riunione (anche a fronte delle migliori ragioni del mondo-e come ho scritto sopra ce ne sono altrettante valide dalla parte opposta-) ma è un processo lungo che richiede del tempo.
Inchiesta "Iene" sul caos arbitri | Forum: Notizie | Autore: OldRef | Risposte: 34 |
Chissà perchè i giovani arbitri dopo poco mollano ... | Forum: NO alla violenza! | Autore: OldRef | Risposte: 13 |
Arbitri: approvato progetto per i dismessi dalla CAN A-B | Forum: Notizie | Autore: BlueLord | Risposte: 113 |
Arbitri e veleni, bufera su Orsato | Forum: Notizie | Autore: liberaia | Risposte: 159 |
L'AIA che vorrei... | Forum: Varie | Autore: lahir | Risposte: 2 |
Visitano il forum: lumi e 21 ospiti