Mark Geiger, arbitro statunitense, ufficialmente selezionato per i mondiali in Brasile, ha rilasciato un'intervista al settimanale "FIFA Weekly".
Il calcio ha fatto enormi progressi nel mio paese, dopo che abbiamo ospitato l'edizione 1994 della Coppa del Mondo. Lo sport ora è finanziato, i calciatori sono di un alto livello, e i tifosi sono entusiasti. Di conseguenza, la Major League Soccer è diventata l'ambiente perfetto di lavoro per me, e l'arbitraggio è diventato l'occupazione ideale. Ho arbitrato la mia prima partita a 13 anni, e come tanti altri giovani statunitensi, amavo giocare a calcio. Il calcio è uno degli sport più popolari tra i ragazzi negli Stati Uniti, prima che inizino ad interessarsi al football americano, baseball o basket nella loro adolescenza. Allora, avevo bisogno di un lavoro e volevo guadagnare un po 'di soldi, ma è diventato molto di più di questo.
Ho ricevuto la mail della FIFA, con la proposta di andare alla Coppa del Mondo in Brasile, alle 2:24 di notte. È difficile descrivere cosa mi fosse passato per la testa in quell'istante. Rimasi senza parole, emozionato, commosso e orgoglioso. Il mio sogno si stava avverando. Al momento del suono della sveglia alle 06:30, avevo già ricevuto diversi SMS di congratulazioni da parte di amici. La reazione dei tifosi, giocatori e allenatori in generale era stata fantastica, e mi ha dato l'incoraggiamento nel mio lavoro quotidiano. Circa un anno fa, ho lasciato il mio lavoro tanto agognato di insegnante di matematica, per concentrarmi definitivamente sull'arbitraggio. Ci sono molti parallelismi tra insegnamento ed arbitraggio. Devi molto spesso adattare il tuo stile per venire incontro alla classe di alunni oppure ai calciatori che sono di fronte a te, devi essere in grado di lavorare nel migliore dei modi con le persone, e capace anche a rispondere ad esse. In campo, siamo molto più di qualcuno che fischia e mostra cartellini, noi siamo gestori. Dobbiamo usare la comunicazione per aiutare 22 calciatori a praticare il loro sport, dobbiamo fornire un quadro di riferimento e proteggere i calciatori, questo non è sempre facile. Il calcio è tutta una questione di emozioni, e queste a volte possono traboccare. Anche il linguaggio del corpo è importante: il mio modo di muovere le mani oppure il tono di voce fanno la differenza, quando sul campo non tutti parliamo la stessa lingua. La cosa più importante prima di qualsiasi partita è l'essere preparati. Dobbiamo conoscere le tattiche degli allenatori, le formazioni ed il carattere di ognuno dei calciatori. Il supporto che io ho dai miei due assistenti, Joe e Sean, è enormemente importante, non sarei qui oggi dove sono, senza di loro. Ci completiamo a vicenda perfettamente, la chimica è al 100% quella giusta. Ora abbiamo l'opportunità di dirigere la nostra prima gara alla Coppa del Mondo. Ci piacerebbe andare molto avanti nella competizione, fino alla finale del 13 luglio. A tal proposito, non siamo certo differenti dai calciatori.
Fonte:
FIFA Weekly n° 25 / 11 Aprile 2014 / Pagina 37