Maggiani: "Capire l'arbitro è la virtù di un capitano"

Tutto ciò che fa discutere sul mondo arbitrale

Maggiani: "Capire l'arbitro è la virtù di un capitano"

Messaggioda admin il mar set 09, 2014 11:16 pm

La Spezia - Da un lato spiega ai giovani calciatori le regole e come relazionarsi con chi quelle regole deve farle rispettare. Dall'altro è la figura di collegamento tra la tifoseria organizzata e il club stesso. Sono le due mansioni di Luca Maggiani, che solo quattro anni fa insieme a Rizzoli e Di Liberatore era designato per la finale di Europa League tra Atletico Madrid e Fulham, e oggi è una figura nuova e piuttosto originale nel panorama della serie B.
"Il progetto etico va avanti ormai da un anno, oggi però lavorerò anche come addetto ai rapporti con la tifoseria. Un nuovo ruolo che in tante società è stato trattato come una semplice crocetta da apporre su un foglio. Lo Spezia ha scelto invece una persona svincolata da altre mansioni, a testimonianza dell'importanza che si vuole dare a questa figura".
Il Supporter Liaison Officer, abbreviato in Slo. "Un anello tra la società e chi sta sugli spalti, una figura-cuscino. Non è un tifoso, è una figura del club, ma parla costantemente con la tifoseria per capire necessità e carpire eventuali richieste. Mi sembra che il ruolo sia stato recepito in maniera positiva. All'estero c'è da anni e funziona molto bene".

Il battesimo è avvenuto la scorsa settimana. Con il questore e i tifosi si è parlato di togliere la rete che separa la curva ferrovia dal campo.
"Ci sono i presupposti perché ciò avvenga, ma solo di fronte a un implemento della videosorveglianza. Le telecamere devono passare da analogiche a digitali, che permettano di ingrandire le immagini riprese e riconoscere con precisione chi si rende protagonista di eventuali intemperanze o lancio d'oggetti. E' arrivata richiesta anche per ripristinare la centralina e il microfono per lanciare i cori, ma in questo caso parliamo di qualcosa espressamente vietato dalla legge. In alcuni stadi i questori in prima persona si sono presi la responsabilità di autorizzarli in via eccezionale, ma sono casi particolari su cui non è possibile agire secondo gli strumenti che abbiamo a disposizione".

Colmare la distanza che negli scorsi anni si era creata tra club e piazza, anche il suo ruolo rientra in un piano più ampio.
"Un passo di avvicinamento, che serve anche a responsabilizzare chi conta all'interno della Curva. Lo Spezia da parte sua si sta muovendo in una direzione ben precisa con i fatti: la festa per la presentazione in centro storico, il trofeo "Ilaria e Mattia" a Follo, una maglia attenta alla tradizione. Mi pare siano segnali precisi. Non ultima l'inaugurazione di Football Point, in cui c'erano tanti giocatori che sono intervenuti volentieri solo per la felicità di stare con i tifosi. Ci piacerebbe che i comportamenti che troviamo dall'altra parte siano dello stesso tipo e credo che tutti se ne possano avvantaggiare".

Il Progetto Etico è invece già una realtà. Di fatto in cosa consiste?
"Sostanzialmente cerco di spiegare ai giovani come approcciare la partita nel miglior modo possibile, non solo dal punto di vista atletico. Chi vuole fare il calciatore deve sapere come vive la partita l'arbitro stesso e i suoi collaboratori. Il direttore di gara cerca innanzitutto collaborazione dagli atleti, anche se non sempre nella maniera corretta forse. Interpretare la gara è importante come saper stoppare un pallone: gli arbitri partono da una posizione di rigidità di base, ma un calciatore intelligente può capire qual è la maniera migliore per rispettarne il ruolo e nel contempo far valere le proprie ragioni".

Il nuovo designatore della serie B è Stefano Farina, cosa porterà nel campionato cadetto?
"Farina è sempre stato un arbitro caratteriale, di forte personalità. E credo questa personalità cercherà di inculcarla anche ai suoi arbitri. Ci sono diversi giovani dopotutto, vedo tanti ragazzi di qualità che possono fare carriera nella Can B".

Comunicazione sì, comunicazione no. La discussione sulla riservatezza degli arbitri torna periodicamente. C'è addirittura chi ha chiesto di poter trasmettere le conversazioni tra direttore di gara e assistenti via auricolare, un po' come succede nella Formula 1 tra muretto e pilota.
"Io che ho vissuto quel mondo per anni, dico che una conversazione tra collaboratori è un momento molto personale che spesso presuppone parole codificate. Non avrebbe senso renderle pubbliche, non aggiungerebbe niente allo spettacolo. Ai tifosi piace quello che succede in campo: lo dico sinceramente, per me il calcio di una volta, senza troppe tecnologie, era la cosa migliore. In generale dico che serve una cultura sportiva più ampia: la bandierina elettronica e altre accortezze introdotte in questi anni, sono tutte state pensate per sbagliare il meno possibile. Ma l'errore non si annullerà mai, perché è connaturato con lo sport e la natura umana".

In un Paese malato di dietrologia come l'Italia, vedere in un errore il segnale di un qualche fantomatico complotto diventa quasi automatico...
"Me ne accorsi in quel famoso Catania-Juventus. Quella volta sbagliai, non ho problemi a dirlo. Ma se anche un campione come Roberto Baggio può sbagliare un rigore nella finale di un Mondiale, potrà sbagliare un guardalinee? La differenza è che se sbaglia un calciatore trova sempre qualcuno pronto ad abbracciarlo, quando succede a un arbitro succede un putiferio".

Tentare di trarre in inganno l'arbitro è ormai parte del bagaglio "tecnico" di molti calciatori, soprattutto in Italia. Di questo si parla poco.
"Come degli episodi positivi, di calciatori che ammettono di non avere subito fallo da rigore per esempio, aiutando l'arbitro a prendere la decisione giusta. Alla fine conta il risultato e sono pochissime quelle società che andrebbero contro un proprio giocatore. Solo in Inghilterra vedo uno spirito diverso, ma lì i primi a non accettare la slealtà sono i tifosi stessi. Da noi è quasi utopia ancor oggi, ma sono convinto che ci si arriverà con il tempo".

E nelle giovanili dello Spezia, questo tipo di discorso sta attecchendo?
"Arbitro le giovanili al Ferdeghini dopo alcuni incontri teorici, per vedere se quello che insegno alla fine viene applicato. Si inizia da quando sono piccoli, è un progetto del tutto condiviso dalla società e da Pietro Fusco, responsabile del settore giovanile. Io relaziono, informo e propongo e non ho mai avuto un "no” in questo anno. E' qualcosa che è sposato e sentito dal club al cento per cento, anche se è un progetto che darà risultati a medio termine. Centra l'etica, ma quello che tento di far capire è che un buon approccio alla partita ti vale anche qualche punto in più e qualche cartellino in meno alla fine della stagione. Senza bisogno di simulare falli".

Un arbitro che spiega chi sono gli arbitri, in pratica.
"Nessuno si chiede mai come vive la tre giorni di trasferta un direttore di gara e la sua terna. L'arbitro è sostanzialmente sempre un uomo solo, vive isolato dai contatti esterni e per i bianchi come per i neri è sempre il peggiore in campo per definizione. Un calciatore che capisce questo, sa che chi arbitra cerca una figura di capitano che parli con lui con onestà".

Nella sua carriera chi, da questo punto di vista, è stato un esempio?
"Dico Paolo Maldini e Javier Zanetti. Non a caso hanno avuto una carriera lunghissima ad altissimi livelli, perché chi ha quelle caratteristiche è sempre un leader. Oggi cito Francesco Totti, che sa quando ti deve usare il “lei” e quando può fare una battuta per stemperare la tensione".

fonte: cittadellaspezia.com
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Re: Maggiani: "Capire l'arbitro è la virtù di un capitano"

Messaggioda tony il ven set 12, 2014 5:26 pm

Diversi spunti interessanti, anche se niente di inedito.
Ci sedemmo dalla parte del torto, perché tutti gli altri posti erano occupati (B. Brecht)
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Re: Maggiani: "Capire l'arbitro è la virtù di un capitano"

Messaggioda onlyReferee il dom set 14, 2014 2:57 pm

Sicuramente una bella iniziativa ed un articolo carino. Si tratta però di questioni che ormai sono affrontate da molto tempo.

Per aspera sic itur ad astra
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