"Arbitro aggredito, scattano le prime denunce. Tra loro l'ex presidente della squadra
Dopo i provvedimenti del giudice sportivo arrivano i primi sviluppi giudiziari per l’aggressione all’arbitro 17enne chiamato a dirigere l’incontro Atletico Cavallino-Cutrofiano di seconda categoria, e le frasi choc del presidente Rosario Fina: “Lo avrei ammazzato”.
Al 30esimo minuto della ripresa, infatti, col Cavallino in vantaggio per 2 a 1, il giudice di gara ha concesso un secondo rigore agli ospiti per un palese fallo. Una decisone che la squadra di casa non “non ha gradito”. In breve tempo, i giocatori del Cavallino hanno accerchiato l’arbitro e dalle proteste, uno di loro è passato ai fatti colpendolo al volto. La casacca nera è stata costretta a fischiare l’interruzione della partita per mancanza delle condizioni di sicurezza, ma questo non ha scoraggiato i padroni di casa che lo che lo hanno seguito sino alla sua cabina per convincerlo animatamente a cambiare decisione e far riprendere il gioco.
Nella mischia, un tifoso ha aggredito violentemente l’arbitro che, per circostanze ancora in via di chiarimento, non è riuscito a rifugiarsi nella stanza rimanendo vittima dello sconosciuto. La situazione è tornata con grande difficoltà alla normalità con l’intervento di un giocatore dello stesso Cavallino ed in seguito con l’arrivo delle forze dell’ordine. L’arbitro è stato trasportato in ospedale, dove gli sono state diagnosticate lesioni al volto ed al corpo con prognosi superiori a venti giorni.
In seguito è stato lo stesso presidente dell’Atletico Cavallino a rilasciare clamorose dichiarazioni di condivisione delle violenze ai danni dell’arbitro. Sulla vicenda i carabinieri della stazione di Cavallino, guidata dal luogotenente Riccardo De Bellis, hanno concluso i primi accertamenti, almeno sui tre principali autori delle violenze, non solo fisiche. Si tratta del giocatore del Cavallino Massimiliano Lo Deserto, 22enne di Lecce (squalificato per cinque anni), e del tifoso cavallinese I. F., già noto per precedenti anche se d’altra natura. Entrambi dovranno rispondere del reato di lesioni personali, ed il secondo anche di violenza privata in concorso con altri allo stato non identificati. Per l’ex presidente Rosario Fina, il reato ipotizzato è quello di istigazione a delinquere, in considerazione soprattutto alla qualità rivestita nell’ambito sportivo.
Le indagini, che certamente non possono ancora dirsi concluse, potrebbero arricchire la rosa dei responsabili. Con ogni probabilità, ciascuna delle rispettive condotte potrà comportare l’applicazione del Daspo.
In merito ai gravissimi episodi di domenica scorsa il presidente della Uisp Lecce, Gianfranco Galluccio, esprime a nome del comitato provinciale leccese totale sdegno e si augura che i responsabili di questa vicenda d’ora innanzi possano seguire il calcio da una distanza siderale.
“Lo sport – dichiara Galluccio – è cultura, rispetto delle regole e degli altri. Tutto questo per alcuni componenti dell’Asd Cavallino a quanto pare non rientra nei propri principi. Il calcio, è bene ricordarlo, è un gioco. Quanto accaduto deve pertanto farci riflettere ma, soprattutto, indurci a farci capire che in Italia c’è la necessità di mettere al centro di tutto la scuola per costruire cultura, anche sportiva”.
“Lo Sport – spiega il presidente Uisp Lecce – era al centro della crescita culturale già nell’antichità dove non erano soltanto competizioni da tenersi in pubblico, ma anche importanti momenti di aggregazione, fondamentali per lo sviluppo della cultura in ogni sua forma”.
Fonte:
http://www.lecceprima.it/cronaca/arbitr ... uadra.htmlNon posso nascondere una grande soddisfazione. Noi tutti, attraverso i social e con segnalazioni alle autorità competenti, abbiamo cooperato per fare in modo che venissero assunti tutti i provvedimenti possibili nei confronti di coloro che si sono resi responsabili di questi gesti inqualificabili.
Da parte mia ritengo che sia questo il modo di agire, lasciando da parte proclami, slogan, minacce senza senso ed ultimatum "ad cazzum".
Questi episodi vanno perseguiti sportivamente ma, soprattutto, penalmente. Solo in questo modo, pubblicizzando in ogni dove i provvedimenti assunti, si farà capire che non si scherza, che questi avvenimenti non verranno MAI PIU' sottovalutati o fatti passare come episodi semplicemente deprecabili.
Nicchi e l'AIA si prenderanno i meriti di queste sanzioni nonostante non ne sapessero nulla se non dopo segnalazioni di persone fuori dall'AIA?
Chi se ne frega.Ciò che importa è che i ragazzi vengano tutelati, la politica AIA viene in secondo piano. Se non capiscono come devono muoversi, quali uffici coinvolgere, quali persone informare, pazienza: glielo insegniamo.
Questo sarà il metodo che utilizzerò IN OGNI CIRCOSTANZA in cui un arbitro, un assistente, un osservatore verrà aggredito: comunicazioni alle autorità competenti, pubblicizzazione dei nomi dei colpevoli, richieste alle Questure tramite mascherine web.
In questo caso ringrazio chi mi ha informato dell'avvenimento già domenica sera (sololecce.it, peraltro sito nel quale lavorano alcuni arbitri ed ex arbitri), chi ha letto le mie segnalazioni senza trattarmi come un appestato (per esempio un avvocato/associato del sud Italia che si è immediatamente mosso).
E pazienza se la mail a Nicchi è finita tra gli spam senza essere letta, pazienza se un componente del comitato nazionale (per fare un esempio) non si è degnato nemmeno di scrivermi "grazie della segnalazione" dopo averlo informato alle 14.42 di lunedì (con visualizzazione del messaggio alle 14.44).
Sassolini dalle scarpe? Beh, sì.
Bisogna anche far capire ai lettori che gli appestati come me hanno a cuore l'AIA forse anche più di chi la guida.