Hmm... leggendo i tuoi interventi,
divisarossa, mi sorge spontanea una domanda. Secondo quello che dici, i calciatori spesso non conoscono il Regolamento, e quindi non devono assolutamente interferire con le decisioni dell'arbitro; neppure se queste sono a proprio favore, perché, come sostenevi,
"il calciatore non fa l'arbitro e non è lui a decidere cosa è fallo o no". Da qui deduci l'ammonizione (ma parlavi anche di multa o squalifica), perché lo configuri come una
protesta.
Allora la domanda è: come giudichi la situazione nel caso dei calciatori che buttano fuori il pallone non appena qualcuno si infortuna? In fondo, per Regolamento:
Regolamento ha scritto:L’arbitro deve rispettare le seguenti disposizioni in caso di calciatori infortunati:
• lasciare proseguire il gioco se, A SUO GIUDIZIO, un calciatore è solo leggermente
infortunato;
Consideriamo allora il caso in cui un calciatore si infortuna lievemente, e il pallone va alla squadra avversaria che potrebbe impostare un'azione d'attacco. L'arbitro decide di lasciar proseguire proprio in virtù della regola, ma i calciatori, per fair-play, gettano il pallone fuori. Perché in questo caso
NON lo si considera mai una
protesta nei confronti dell'arbitro, allora? Eppure, in tutto e per tutto, ci si sostituisce all'arbitro nello stesso modo: l'arbitro decide che un infortunio è lieve... però gli avversari, facendo tutto di testa loro, rifiutano la prosecuzione del gioco, gettano il pallone fuori per causarne l'interruzione immediata e fanno dunque sì che i medici possano entrare sul terreno di gioco.
Se ci pensi, non sarebbe una protesta a tutti gli effetti?
Regolamento ha scritto:Un calciatore che manifesta dissenso protestando (verbalmente O NON) contro
una decisione dell’arbitro deve essere ammonito.
Il non interrompere il gioco a seguito di un infortunio lieve
non è una non-decisione, perché
È una decisione arbitrale a tutti gli effetti, essendo l'applicazione di un paragrafo del Regolamento. Gettare il pallone fuori per far intervenire subito i medici è una forma non verbale di dissenso nei confronti della decisione arbitrale che ha giudicato lieve un infortunio reputato invece grave dagli altri 21 uomini in campo — si potrebbe pensare, facilissimamente. Se tu riesci a capire che il rigore è stato calciato apposta fuori per protesta, riesci anche a capire se il pallone è calciato apposta oltre la linea laterale per fare entrare i medici in barba a te. Eppure, allora...
perché non si ammonisce? Le opzioni sono due: uno, gli arbitri sbagliano, e dunque bisognerebbe ammonire anche in questo caso (in tale situazione è bene fermarsi qui nel mio post, perché più avanti assumerò solo l'altra opzione... però in tal caso sarebbe d'uopo che qualcuno spiegasse come mai gli arbitri non ammoniscono in quelle situazioni); oppure, più semplicemente...
non si tratta di una VERA protesta.
Il calciatore qui non sta protestando contro la decisione dell'arbitro, perché quella l'ha
accettata: semplicemente, gioca le proprie carte in modo da non ricavarne profitto per via del fair-play che si sente in dovere di compiere. Se l'arbitro non interrompe il gioco per l'infortunio, io me ne sto buono buono, e muto, perché vuol dire che accetto la sua decisione: però a quel punto nessuno può impedirmi di compiere un'azione del tutto regolamentare come gettare il pallone fuori, che sarebbe
NON una forma di dissenso contro la decisione precedentemente presa (che è anzi accettata), ma è semmai un modo di rinunciare ai diritti derivanti da quella decisione, cosa che in sé non è una protesta. Questo è ancor più evidente in questo episodio: non è che i calciatori si rifiutano di eseguire il rigore (che sarebbe
PROTESTA), perché anzi lo eseguono: ma a quel punto nessuno impedisce loro di rinunciare al profitto (evidente opportunità di segnare una rete) calciando il pallone piano. È un concetto a prima vista "strano" solo perché siamo abituati a proteste contro decisioni a sfavore... in tal caso di default non si sta accettando la scelta del direttore di gara, quindi ci sta il giallo per dissenso. Invece va visto, qui, come la decisione di riprendere il gioco con un calcio di rigore sia
accettata, e semplicemente si decide di non sfruttarla al 100% (cosa che sono liberi di fare, senza per questo star dissentendo contro il fatto che il gioco sia stato ripreso con un calcio di rigore e non, ad esempio, con una punizione contro).
Tutto ciò non vuol dire che il
sia fuori discussione a priori; semmai, se si vuole giustificare un giallo nell'episodio del rigore, la giustificazione
non può essere la protesta, e ne vanno cercate altre. Ma allora tutto verte sulla
credibilità? In effetti, nel caso dell'infortunio l'unica differenza è che la credibilità dell'arbitro non viene minata: spesso il pallone viene buttato fuori prima ancora che l'arbitro faccia chiaramente intendere se il gioco deve essere interrotto o proseguito, e in ogni caso è ormai una prassi così comune che nessuno pensa più "male" dell'arbitro per non aver interrotto, abituati come si è a vedere i calciatori buttare il pallone fuori in automatico. Qui, invece, la decisione dell'arbitro è chiaramente, e più platealmente, ribaltata dalla squadra, anche a causa della rarità dell'episodio.
Ora, svilire l'arbitro e le sue decisioni
POTREBBE essere considerato comportamento antisportivo; arbitro e assistenti fanno parte del gioco
(Reg. 9, pag. 101: "[...] perché l'arbitro e gli assistenti fanno parte del gioco"), ed esiste questa branca del comportamento antisportivo citata qui sotto:
Regolamento ha scritto:Un calciatore dovrà essere ammonito per comportamento antisportivo se ad
esempio:
[...]
• si comporta in maniera irrispettosa nei riguardi del gioco;
Tuttavia, come ho evidenziato in grassetto... si
"potrebbe" ammonire per questa ragione, in caso di calciatore che platealmente prende le redini del gioco al posto dell'arbitro. E se a qualcuno può sembrare un'ingiustizia, faccio comunque notare che in tal caso ci sarebbe un modo semplicissimo per evitare tutto ciò, giallo compreso: ovvero, il capitano va in anticipo dall'arbitro, e gli comunica la loro intenzione di calciare debolmente. Nessuna mancanza di rispetto plateale, calciatori che correttamente manifestano la propria volontà di rinunciare all'opportunità di segnare attraverso la massima punizione, e il comportamento antisportivo a questo punto facilmente svanirebbe, perché in una tale situazione i calciatori si starebbero comportando onestamente nei confronti degli ufficiali di gara e difficilmente si potrebbe dire che stiano mancando di rispetto al gioco. Ovviamente, questo è quello che penso
io... il comportarsi irrispettosamente nei confronti del gioco sembra essere molto malleabile e dipendente dall'interpretazione personale, in fondo.
Insomma,
a mio parere, se i calciatori fanno tutto in modo plateale così per come la cosa sembra essersi svolta, il giallo
MAGARI potrebbe starci, nel senso che ci sarebbe qualche presupposto regolamentare. Sarebbe inconsueto, ma l'arbitro avrebbe dalla sua la retorica di certe regole — questo sarebbe il succo. Di contro, se gli eventi si svolgono come nella mia ipotesi del paragrafo precedente... be', io faticherei a vedere anche quei pochi presupposti per l'ammonizione, in tal caso.