«GLI ASSISTENTI VIAGGIANO AL 94% DI CHIAMATE ESATTE: SE SBAGLIANO, MENO COMMENTI DRASTICI. E PER LE PROTESTE CI SARANNO TANTI GIALLI»
«Il primo mandato è per governare, il secondo per avere un posto nella storia». Frase che ogni presidente americano ha ben presente nel momento in cui entra nella Casa Bianca. Scendendo sulla «terra», dalle parti di Sportilia, il senso di quelle parole fotografa in modo uguale le attese e le speranze di Domenico Messina. Il designatore degli arbitri di A si è messo alle spalle un biennio di lavoro in crescendo. Era il primo obiettivo, raggiunto. Ora l’asticella si alza: i prossimi 2 anni saranno decisivi per i fischietti. Si passa dalla tecnologia che dopo i test potrebbe trasformarsi in realtà al ricambio dei vari Rizzoli, Tagliavento, Rocchi, Orsato e Damato (la generazione dei fenomeni), in vista del traguardo di una prestigiosa carriera.
Messina, in estate si parla poco di voi, ma basta un errore per farvi ritornare d’attualità e finire sotto attacco. Come si convive con questa prospettiva?
«Ci siamo abituati: in Italia le pressioni sono moltissime, ogni gara va preparata con la massima concentrazione. E sappiamo bene che a fare notizia sono le poche sviste, mentre le chiamate corrette passano inosservate. Gli assistenti viaggiano a una media vicina al 94% di valutazioni giuste sui fuorigioco: numeri pazzeschi, ma sono uomini e ogni tanto sbagliano. Quando accadrà mi piacerebbe leggere commenti meno drastici».
Arrivate da una stagione più che positiva, il confronto vi spaventa?
«No, semmai è uno stimolo. Siamo andati bene nel complesso, vero. Si può fare meglio, lavorare su alcuni aspetti, cercare maggiore uniformità sulle situazioni importanti».
Un esempio?
«I falli di mano, specie in area. Ci sono state valutazioni diverse su casi simili. L’uniformità è quasi impossibile, stiamo parlando di una regola dove c’è un’interpretazione. Niente automatismi, ma vari parametri per stabilire se un tocco merita il rigore oppure può rientrare tra quelli da considerare involontari. E quindi: un braccio largo non è sempre sinonimo di penalty. Il movimento congruo, la non ricerca del pallone giustifica un non fischio. Detto questo, dobbiamo essere bravi nel tentare di avere decisioni più omogenee».
Altri rischi analoghi?
«Un anno fa avrei risposto le trattenute. E proprio a Sportilia lavorammo in quella direzione. I risultati sono arrivati: c’è stata maggiore attenzione verso questo tipo di irregolarità e sono stati sanzionati molti più rigori rispetto al passato. Dobbiamo confermarci e salire di livello. C’è margine».
Estate particolare per il mercato: ci saranno partite ancora più roventi, tipo Juve-Napoli.
«Leggiamo e siamo informati. Dobbiamo esserlo. Come detto prima, in A ogni sfida è difficile, ma è chiaro che la questione ambientale può cambiare in base a degli eventi tipo la cessione di un campione simbolo. Faremo di tutto per evitare derive e tutelare l’incolumità dim ogni giocatore».
A proposito, con le proteste come andiamo: siete permalosi...
«La questione va girata ai calciatori. Dipende da loro, noi possiamo anche tollerare una protesta istintiva, dovuta a una circostanza visibile. Ma spesso non parliamo di questo, ma di un vero e proprio mobbing nei confronti dell’arbitro. Un continuo lamento su ogni decisione volto a minarne la credibilità. Questo non possiamo accettarlo e l’unica difesa che abbiamo è mostrare il cartellino.E lo faremo in modo inflessibile».
Dovrà fare gli straordinari: designare tre arbitri anche per la sperimentazione della video assistenza.
«Rosetti (responsabile del progetto Var, ndr) è venuto da noi per spiegarci il protocollo. Sceglierò tra il gruppo di A e B di concerto con Farina (designatore Can B, ndr) e potrò mandare anche chi magari il giorno prima è stato addizionale».
Che cosa pensa della tecnologiain vostro aiuto?
«Credo sia un processo ineludibile. E meno male, perché alcuni errori decisivi si potranno evitare. C’è forse un’unica incognita: si devono eludere tempi morti, il calcio è un gioco fluido e non può essere snaturato. La sperimentazione credo serva a questo: una volta messa a punto la macchina, la utilizzeremo con piacere».
Nuovo campionato e nuove regole. Questa volta semplificano il vostro lavoro.
«Verissimo. Penso alla espulsione di tanti portieri “colpevoli” solo di aver tentato la parata: nel prossimo campionato saranno ammoniti. E niente cartellino automatico per chi intercetta un passaggio tra compagni. Lo avrà solo se blocca un’azione pericolosa: più equo».
Rizzoli potrebbe essere all’ultimo anno di carriera, altri big sono in dirittura d’arrivo. C’è da preoccuparsi?
«A parte che Rizzoli l’ho trovato motivatissimo e credo voglia andare oltre i 45 anni, abbiamo già pronto un piano che prevede proprio l’utilizzo di tanti arbitri in gare sempre più importanti, proprio per non restare scoperti. E quindi sono possibili designazioni per voi a sorpresa, ma in realtà sono l’inizio di un nuovo percorso»
Fonte:
La Gazzetta dello Sport del 01/08/16, pag. 15