IL DESIGNATORE FIFA E I TEST MOVIOLA: «NON SNATUREREMO L’ARBITRO, SARÀ COME UNA GOL LINE ESTESA PER EVITARE SVISTE GRAVI»
«Ci voleva la Video assistenza subito operativa…». I rimpianti (dei tifosi, ma pure dei dirigenti) iniziano all’alba della sperimentazione. E’ bastata una direzione non proprio felice (Guida a San Siro) e la contemporanea presenza di un collega davanti ai monitor per scatenare i commenti più disparati. Ma i test sono un percorso obbligato per trovare il giusto equilibrio di una svolta che potrebbe dare molto al calcio, ma rischia anche di snaturarlo in modo irrimediabile. Lo sanno bene dalle parti di Zurigo, molto sensibili alle potenzialità del nuovo corso. E per questo seguiranno con attenzione quello che accadrà in Italia. Lo farà soprattutto Massimo Busacca, designatore Fifa. Il Mondiale 2018 potrebbe diventare il primo con la moviola in campo (ma per i vertici arbitrali la Var è un’altra cosa). Busacca ha le idee molto chiare. Volendo si possono riassumere in uno slogan: aiuti sì, stravolgimenti no.
Busacca, quali dovranno essere i confini della Video assistenza?
«Sarà come avere una goal line estesa in varie parti del campo. Prenderà in esame solo situazioni chiare, lasciando stare quelle dove c’è stata una interpretazione. E ancora: servono tempi ristretti per rivedere l’azione e la successiva segnalazione all’arbitro».
Cambierà la preparazione al match degli arbitri sapendo che hanno un paracadute importante nella tecnologia?
«Sarebbe un errore gravissimo: chi lo commette si autoelimina. Gli arbitri dovranno rimanere concentrati solo sulla partita, senza avere dubbi sulle situazioni o le decisioni prese: dovranno continuare a fischiare con la personalità dei grande arbitri, come se non ci fosse Var».
Beh, se uno sa che dall’alto arriverà un aiuto allora potrebbe rilassarsi...
«Non ci siamo, chi pensa che alla fine sarà la tecnologia a comandare, decidendo anche i falli laterale, allora ha valutato molto male l’impatto generale. Si dimentica, ad esempio, che la Video assistenza si avrebbe solo in pochi campionati. La stragrande maggioranza delle partite sarà diretta senza aiuti. E allora dico: un arbitro importante che non decide nulla e aspetta dall’alto l’indicazione giusta potrà mai essere un modello da seguire per un giovane? Facendo così nes- suno si prenderà più delle responsabilità. E il calcio chiude bottega».
Come far convivere il grande arbitro con l’aiuto esterno?
«Chi scende in campo deve decidere sempre per primo. Sull’errore grave arriva la Var».
Orsato in Fiorentina-Milan si è confrontato con un fallo che poteva essere avvenuto in area oppure no.
«Ecco, si fischia e poi la questione dentro o fuori la risolve in pochi secondi ascoltando il collega Var. Un caso simile può decidere una gara, ma pure una finale Mondiale. E allora perché non aiutare l’arbitro?».
Nel protocollo Ifab si parla d’intervento della tecnologia anche per evitare gol in fuorigioco, ma la regola è piena d’interpretazioni, legata ai centimetri. Che si fa?
«Se ne può discutere e trovare soluzioni utili. Penso alla possibilità di tornare a valutare il fuorigioco su base più ampia. Oppure si realizza uno strumento in grado di certificare l’offside anche di un centimetro. Stanno studiano una roba simile per aver un risultato tipo goal line, dove tutti accettano il responso della macchina».
Altra situazione prevista dall’Ifab è sui falli di mano. L’interpretazione è quasi sempre decisiva per punire o meno il tocco.
«Al momento è così. Ho una mia visione, simile a quello che è accaduto con la negligenza: prima non si puniva se c’era una entrata che portava a colpire in modo non voluto l’avversario. Stessa cosa può avvenire sul mani: se mi butto in scivolata sono consapevole di correre un rischio, se poi fermo il cross col braccio in modo evidente e non naturale, beh pago per la mia negligenza. Specie se ho la mano staccata chiaramente dal corpo. Di questo parleremo nelle prossime settimane con gli altri organismi per cercare di avere una uniformità mondiale».
E segnare un gol con una mano? La scorsa domenica rete tolta al Sassuolo, data all’Arsenal.
«In linea generale segnare con la mano è contrario allo spirito del gioco e quindi si troverà sempre un minimo movimento per giustificare la scelta di non dare gol anche se potrebbe sembrare un tocco involontario. Solo in casi estremi si può pensare di accettare una cosa simile».
Insomma, Var da circoscrivere su pochi interventi mirati?
«Esatto, non deve snaturare il calcio e l’arbitro. E’ un passo in avanti molto importante, ma non può essere un salto nel buio. Uno spirito condiviso dal presidente Infantino».
Nel test di Italia-Francia forse Kuipers è andato al di là di questo confine: ha chiesto aiuto alla Var prima di dare un cartellino?
«La sperimentazione serve proprio per migliorare e mettere a punto le cose. Quel giorno era la primissima prova, c’era molto entusiasmo e voglia di testare la tecnologia. Il modello da seguire è uno: l’arbitro deve sempre decidere per primo».
Negli Usa un direttore di gara ha usato il replay su una situazione di rosso diretto evidente.
«Alla Fifa abbiamo un’altra idea...».
Seguirà con attenzione la sperimentazione in Italia?
«Sono sempre in contatto con Roberto Rosetti (responsabile del progetto per la A, ndr). Il vostro torneo darà spunti interessanti. Noi faremo altri test importanti, come Italia-Germania in novembre a San Siro. Dalla prossima stagione si può fare un passo in avanti: nel caso serva, l’arbitro consulterà su uno schermo le immagini».
Secondo lei il Mondiale 2018 si farà con la moviola?
«C’è la volontà, il presidente Infantino è stato chiaro. Per ora andiamo avanti coi test. E ripeto: l’arbitro dovrà dirigere e decidere in prima battuta. L’aiuto tecnologico arriverà solo in presenza di errore grave. E certo. In moltissimi match la Var resterà inutilizzata».
Fonte:
Francesco Ceniti per La Gazzetta dello Sport del 07/10/16, pag. 18