gad ha scritto:E' la stessa cosa che sono chiamati a fare anche i 20enni non calciatori con la differenza che invece di farlo con milioni di euro nel portafoglio lo fanno con stipendi più normali se l'azienda chiude, se l'affare va male, se c'è una malattia in famiglia.
Senza contare che tutti questi "paperoni" sono affiancati da figure esperte nella gestione dei loro patrimoni (manager, procuratori,ecc,ecc...) reinvestendoli anche in altre attività.
Certo per noi arbitri è diverso perchè si tratta più di un secondo lavoro che di un primo o di un diletto e penso che questo ed il fatto che prima o poi il limite d'età si raggiunge sia chiaro a tutti i signori che bazzicano le CAN maggiori.
Scusami ma c'è una bella differenza tra farlo con 1200 euro al mese o con 10 volte tanto.
E poi, scusami, ma se l'azienda chiude almeno un lavoro lo sai fare no?
Quanto alle figure che gravitano intorno al mondo del calcio credo che siano quanto di peggio si possa immaginare, non me li vedo certo che aiutano i ragazzi in difficoltà.
E sul secondo lavoro come arbitro è proprio quel che voglio dire: chi lo fa diventare un primo lavoro diventa a mio avviso debole e ha difficoltà al termine.
-- mer giu 07, 2017 2:52 pm --
gadamer ha scritto:Poco da aggiungere: chi ha avuto la ventura di fare nella vita quello che ama essendo pagato (poco o tanto non rileva fa parte delle variabili dell'esistenza) ha solo da leccarsi i gomiti, almeno a confronto con i più. E i suoi problemi sono briciole a fronte di quello che si osserva (e si vive per molti) nella realtà.
Non ho sostenuto che sia il problema del Pianeta, ma che chi vive di calcio professionistico magari a 100mila euro all'anno, tantissimi soldi per un umano, cambiando la macchina ogni due anni e facendo la bella vita se ha la testa sulle spalle riesce a comprarsi una bella casa e mettere da parte qualcosina. Ma a 35 anni è a casa da tutto.
Ho conosciuto e conosco ex professionisti -ripeto non top player ma gente che si è divertita- che oggi faticano a trovare un posto da barista.