Intervista a Rizzoli: "VAR? Sempre meglio, sempre meno".

Tutto ciò che fa discutere sul mondo arbitrale

Re: Intervista a Rizzoli: "VAR? Sempre meglio, sempre meno".

Messaggioda Mozzie il dom ago 27, 2017 11:40 pm

BlueLord ha scritto:«La Var promossa Ma l’obiettivo è ridurla al minimo. No a troppi stop»

Il «primo passo» compiuto dalla Var non sarà importante come quello di Neil Armstrong (sceso sulla luna parlò di «gigantesco balzo per l’umanità»), ma ha un peso specifico notevole nello sport più popolare del mondo. E quindi sì, la storia del calcio si sta scrivendo in Serie A: i risultati del test italiano saranno decisivi per il futuro della moviola in aiuto degli arbitri. Insomma, tutto il mondo ci guarda e forse c’invidia, mentre nei bar si discute di Var e delle sue sfumature. Nicola Rizzoli ha scelto di fare la rivoluzione dal ponte di comando: designatore della Can A. E ci mette subito la faccia per spiegare luci e ombre dopo un fine settimana trascorso sotto il segno della tecnologia.

Allora, Rizzoli. Da dove cominciamo?
«Metterei in evidenza subito un aspetto molto positivo e per nulla scontato: giocatori, allenatori, dirigenti e pubblico hanno accettato il cambio di alcune decisioni con grande serenità. E questo può solo far bene al calcio. Siamo ancora in fase di rodaggio, dobbiamo oliare il meccanismo, ma uno degli obiettivi, forse il più importante, che ha portato all’introduzione della tecnologia è proprio quello di restituire un clima migliore, disteso. Adatto alle famiglie. E se la Var contribuisce in modo così evidente a questo cambio culturale, siamo sulla buona strada. A Torino e a Crotone sono state cambiate giustamente due decisioni contro le squadre di casa senza nessuna contestazione».

Che cosa invece non ha funzionato?
«Migliorare è sempre possibile, specie quando siamo di fronte a una novità. E dobbiamo tutti contribuire al salto di qualità. Siamo in una fase di transizione, avevo messo in conto circa 2 mesi per trovare l’assetto giusto. Dopo la prima giornata dico che ne basterà uno, ma non mi nascondo: alcuni sbagli sono stati commessi».

Tipo?
«Si è perso troppo tempo per controllare le azioni e questo ha rallentato il gioco. Recuperare i replay giusti è stato in alcuni casi più faticoso del previsto. Ci vuole pazienza, anche i tecnici strada facendo diventeranno più rapidi. Ma occhio, l’obiettivo è fare meglio, ma avere sempre più decisioni dell’arbitro e sempre meno dalla Var».

In pratica non ci sarà un abuso di moviola?
«Non è questo lo spirito della sperimentazione. Il calcio ha la sua velocità, spezzettarlo troppo lo renderebbe meno bello. La Var serve a evitare errori decisivi, preservando la regolarità del risultato. Ecco perché il protocollo prevede l’utilizzo solo in presenza di un grave errore. Non passiamo mica passare al setaccio ogni azione».

Tagliavento a San Siro ha concesso un rigore e poi ha atteso la conferma prima di farlo battere. Era necessario?
«Il controllo va fatto, ma dovrà diventare silente. A Milano è passato troppo tempo e a quel punto per trasparenza era giusto renderlo pubblico».

Sempre Tagliavento ha poi aspettato 2’ sul contatto in area tra Miranda e Simeone giudicato non punibile. Dopo
la conferma del Var ha fatto riprendere il gioco senza rivedere l’immagine. Giusto così?

«Il protocollo prevede anche questa soluzione, sicuramente Paolo sarebbe potuto anche andare al monitor, ma non sarebbe cambiato il risultato: quel contatto può essere interpretato in modo soggettivo e quindi non è un episodio chiaro, condizione essenziale per il ricorso alla tecnologia. Ma agli occhi degli spettatori il fatto che l’arbitro in campo vada a controllare il replay è più rassicurante. Perché è lui che decide, non il Var».

Giancarlo Antognoni ha parlato di «mancanza di rispetto» nei confronti della Fiorentina?
«Questo è un termine che non posso accettare: nessuno manca o ha mancato di rispetto. Come ho spiegato, Tagliavento poteva anche non rivedere il replay perché aveva ritenuto non punibile il contatto. E il Var ha valutato non fosse un chiaro errore. È tutto previsto dal protocollo, sul discorso che possa essere opportuno rivederlo in certe situazioni ne parleremo e faremo tesoro delle esperienze. Siamo all’inizio e qualche sbavatura potrà pure esserci. Quello che da parte nostra non ci sarà mai è proprio la mancanza di rispetto».

C’è il rischio di perdere troppo tempo?
«Non vedo il problema, recupereremo il necessario».

Un esempio positivodi controllo rapido e silenzioso?
«A Bergamo, fallo su Perotti appena fuori area».

In Bologna-Torino la Var è finita in fuorigioco...
«C’è stato un errore da non fare a prescindere. Poi certo, con la tecnologia serve un minimo di accortezza. Sui gol c’è l’obbligo di visionare le immagini. L’assistente può e deve attendere lo sviluppo del gioco in area di rigore e una volta conclusa l’azione alzare la bandierina. Stessa cosa l’arbitro: se fischia non si può più usare la tecnologia».

Allora perché a Bologna l’azione è stata lo stesso passata alla moviola?
«Da protocollo è previsto che si debba verificare se il fischio dell’arbitro arrivi prima del gol. Ma ripeto, quello è un errore che non dobbiamo fare».

Ma se la Var smette di funzionare si sospende la partita?
«Assolutamente no: si continua col metodo tradizionale».

Ci sarà la possibilità di avere una spiegazione in diretta dell’arbitro sul cambio di decisione?
«Al momento non è previsto, così come non possiamo divulgare tutte le conversazioni registrate tra arbitro e Var. Ma c’è la massima collaborazione alla trasparenza: chiederemo alle tv di mandare subito in onda il replay usato dagli arbitri, mentre farlo negli stadi è più complicato perché non tutti sono attrezzati. E in futuro non è escluso che si possa parlare al
termine della gara, ma sarà il presidente Nicchi a decidere».


Chi dice all’arbitro di guardare la moviola si becca il giallo. Bonucci a Crotone ha chiesto spiegazioni a Mariani sull’ammonizione data a Ceccherini poi trasformata in rosso dalla Var. Dove è la differenza?
«Il capitano ha facoltà di rapportarsi col direttore di gara. Di più, invitiamo le squadre a ridare forza a questa figura. Se poi lo fa con calma e nei giusti modi avrà tutte le risposte. E quindi un capitano che chiede spiegazioni è normale, mentre è comportamento antisportivo invocare la Var così come un cartellino per l’avversario».

Gigi Buffon ha promosso la Var dopo il rigore avuto contro. Bel segnale.
«Ha fatto di più, da vero capitano ha portato via i compagni contribuendo in modo decisivo a rasserenare il clima. Merita il nostro applauso».

La Var al Mondiale 2018 passa dai test italiani.
«Beh, l’Ifab sa bene la difficoltà del nostro campionato. E poi c’è Pierluigi Collina a capo di tutto. Avremo spesso gli ispettori Ifab da noi per verificare l’esito dei test. Siamo fiduciosi, la tecnologia nel calcio è inevitabile. E il gesto della tv nell’aria diventerà una emozione aggiuntiva, ricca di suspense. Un motivo in più per non inflazionarla».

Come è lanuova vita da designatore con il carico Var?
«Bella piena, si riducono gli spazi. Il poco tempo libero lo dedico alla bici da corsa: scoperta da un anno, mi ha conquistato. Mi considero uno scalatore. A proposito: spero che un italiano vinca la Vuelta. E spero di riuscire a vedere qualche tappa in salita. In diretta, senza l’aiuto della moviola...».

Fonte:
La Gazzetta dello Sport del 22/08/17



Rizzoli molto chiaro, non svicola e non le manda certo a dire. E giustamente tratta Antognoni come merita. Bravo!
Mozzie
 
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