Secondo me ci sono due riflessioni da fare a termine di questa lunga ed estenuante vicenda.
Punto primo: a margine di sentenze, controsentenze, appelli, controappelli, Giustizia domestica o meno, AIA, FIGC, CONI...credo che tutti unanimemente possiamo dire una cosa, ci lamentiamo spesso della inesplicabilità della Giustizia Ordinaria (e dei suoi tre gradi di giudizio che, sempre piu' spesso, fanno a pugni l'uno con l'altro, per cui, certezze di verità pressochè minime), con sentenze che rasentano l'incredibile (in questi giorni, alcune, fanno sobbalzare sulla sedia tanto sono incomprensibili!). In piu' occasioni si è detto che meglio sarebbe la Giustizia sportiva...bene, al termine di questo excursus, pare proprio che al peggio non ci sia mai fine. E non lo dico tanto per l'evoluzione in se (ho letto che gli Avvocati di FIGC e CONI hanno affermato che l'AIA deve continuare a godere del diritto di amministrare tecnicamente i propri Associati...e ci mancherebbe altro e chi lo mette in dubbio! Qui il problema fondamentale, semmai, è il contrario, cioè che, assunto tale diritto dell'Associazione, ci deve però essere anche il diritto alla certezza che tale gestione venga svolta nella massima trasparenza e che le regole di essa siano chiare e limpide, senza punti oscuri, senza togliere l'uguale diritto a chi dall'Associazione viene amministrato, di conoscere senza preclusioni o reticenze il proprio andamento, in corso d'opera e non a giochi fatti, senza contraddittorio, cosa ben diversa!.). Di contro, poi, dalla scorsa estate in poi, si è assistito a qualcosa di davvero sconfortante, circa la credibilità (o la capacità?!?), di giudizio equilibrato, serio, equidistante, di vari Organi di Giustizia della Federazione e del CONI. Sentenze che hanno affermato il tutto ed il contrario del tutto (ed a volte, può accadere), ma, addirittura, sentenze emesse in seconda battuta dallo stesso Organo Giudicante che smentisce se stesso: se questa è la gestione della Giustizia sportiva all'interno della Federcalcio - ma, cosa ancora piu' grave, del CONI, Ente che si dovrebbe "arrogare" la vera essenza dei principi di lealtà e sportività - allora stiamo davvero messi male in Italia).
Comunque, qui non parlo nè di marcio, nè di corrotto (non ne sono convinto neppure per alcune sentenze della Giustizia Ordinaria, dove tale "certezza" spesso mi vacilla fortemente), ma sono abbastanza convinto che, davanti a tutte le "giravolte" che ho letto, una qualcerta influenza "politica" vi sia stata e non me lo toglie nessuno dalla testa. La sentenza finale poi è qualcosa di incomprensibile: si parla di "cavilli tecnici" per la questione TAV...? Poveri dilettanti, in confronto a questi....
Punto secondo: rimane in essere la questione mancanza di trasparenza in seno all'Associazione, per ciò che riguarda, in particolare, la gestione degli Arbitri della CAN a e B, proprio quelli piu' nell'occhio del ciclone settimanale (VAR o non VAR che ci sia), quelli che hanno un contratto e compensi che "cambia" la vita delle persone e che, per certezze di tutti (Arbitri e non) dovrebbero essere amministrati con la piu' totale limpidezza, avendo l'arduo compito di gestire Campionati attorno ai quali girano interessi ultra milionari. Ed invece, proprio su di loro, cala il silenzio piu' assoluto e l'AIA (e, come visto dalla sentenza, anche la FIGC ed il CONI) vuole che tale silenzio permanga assolutamente.
Si badi bene, non solo QUESTA AIA, sia chiaro, è sempre stato così e non comprendo perchè c'è chi vuole che così rimanga, permettendo quindi il perpetrarsi di illazioni, dubbi, sospetti, alimentandolo ancor piu'!
In tantissimi anni di Associazione, a mia vecchia memoria, ho solo due "barlumi" di aperture nel buio dell'oscurantismo: Vittorio Benedetti (compianto ed incomparabile Uomo e Dirigente), capo di una CAND dove, ai raduni, faceva vedere agli Arbitri il suo registro personale con le schede valutative di ognuno, dove erano riportate gare e valutazioni numeriche di ogni Commissario (allora si chiamavano così) ed Organo Tecnico e, per quel brevissimo lasso di tempo, Stefano Tedeschi, quando amministrò la CAN, sotto la gestione Commissariale di Agnolin: durò poco, pochissimo....era troppo Signore e troppo Onesto, in un mondo di lupi ai quali facevano paura queste due qualità!
Buona giornata e viva la "g"iustizia....