SENTENZA D’ELIA CASSAZIONE A SEZIONI UNITE:
“L'arbitro di calcio non è pubblico ufficiale; è associato all'AIA (Associazione italiana arbitri), la quale è componente della FIGC (Federazione italiana giuoco calcio, associazione con personalità giuridica di diritto privato), a sua volta federata al CONI (Comitato olimpico nazionale italiano, ente pubblico non economico).
Quel che essenzialmente rileva, ai fini che qui interessano, è che l'arbitro, nell'esercizio della sua funzione, dirige e controlla le gare, è cioè colui che è chiamato ad assicurarne, a tutti gli effetti, il corretto svolgimento nell'osservanza del regolamento di gioco.”
Viene ribadito che L’ARBITRO DI CALCIO NON È PUBBLICO UFFICIALE e che la FIGC (E QUINDI AIA) HA UNA PERSONALITÀ GIURIDICA DI DIRITTO PRIVATO.
La connotazione a rilevanza pubblicistica della refertazione non giustifica quindi l’applicazione per legge dei criteri di trasparenza.
Ergo come sostenevo: Gavillucci non verrà reintegrato perché l’Aia ha diritto a mancanza di trasparenza a differenza del CONI ad esempio. Questa per me la motivazione che rigetterà definitivamente le istanze di Gavillucci ma che sancirà la fine dell’attuale dirigenza.
Direi un disastro giuridico perché era chiaro... ma un capolavoro politico.
-- sab feb 02, 2019 9:25 am --
Addizionale2 ha scritto:Chi sei sbirulino o il mago Forrest?
Nella mancata predeterminazione dei criteri c’è violazione dei principi di trasparenza, imparzialità e par condicio tra gli arbitri. La corte dice alla Aia “Gavillucci come sostieni tu che è arrivato ultimo sia L anno scorso che quest’anno, perché quindi L anno scorso L hai mandato via? Come decidi chi e quando deve essere dismesso, se sostieni che L hai mandato via perché ultimo in classifica? Allora non era ultimo in classifica l’anno precedente? Il numero dei dismessi ( un criterio che deve essere predeterminato ) lo comunichi? Perché non lo comunichi? Come le fai queste classifiche? Tutto questo lo dice cercando di salvare qualcosa della scellerata sentenza di primo grado del TFN ( parliamo sempre di due tribunali in pancia alla stessa mamma) e non buttando ulteriore fango L AIA visto che per dire di non essere trasparente, ed imparziale ad in associazione arbitri da un tribunale, in maniera esplicita significherebbe la morte della stessa.
Allora non capisci! Sostengo io, ma anche in tribunale, che la mancanza di trasparenza esiste è chiaro, ma non è un obbligo a cui è sottoposta l’aia. Il tribunale e la cassazione chiariscono che Aia non ha connotazioni pubblicistiche ma che solo l’esercizio di potere di refertate assume connotazione pubblicistica.
Chi ha scritto la sentenza l’ha scritta mettendo nero su bianco i motivi per farla cancellare di proposito!