da bracco75 il gio gen 30, 2020 12:03 pm
Ti dico la mia, da ex associato (ho iniziato ad arbitrare nel 1991 ma sono fuori dall'Aia da oltre 20 anni) ancora addentro, se non altro per motivi professionali, il mondo arbitrale. Un ricambio non è necessario, ma indispensabile. E questo non perchè Nicchi sia il demonio, perchè onestà impone di riconoscerne anche i meriti, che ci sono e non sono pochi, ma per il semplice motivo che un governo così duraturo, e privo di stimoli dialettici opposti, può solo nuocere al nostro mondo. L'impoverimento tecnico del movimento di vertice è sotto gli occhi di tutti, inutile nascondercelo: se dobbiamo ipotizzare una doppia deroga ad Orsato pur di avere un rappresentante ai mondiali del 2022, beh vuol dire che qualcosa lassù non ha funzionato. Vuol dire che, forse, si è voluto guardare più all'incoronazione di "predestinati" piuttosto che ai valori del campo. Vuol dire che la scissione della Can, che, ricordiamolo, è stata fortemente voluta dalle grosse società di serie A, è stata, tecnicamente, un assurdo. Ciò detto, occorrerebbe un'alternativa credibile ed autorevole e, a tutt'oggi, io non la vedo nè in chi si è cimentato nelle scorse e nelle precedenti elezioni (Apricena escluso) nè in quelle imminenti. Penso ad una figura carismatica, ad un Rocchi, ad un Rizzoli, ad un Rosetti, a qualcuno che è arrivato dove è arrivato non perchè è stato "unto" dal Signore ma perchè ha dimostrato, sul campo, di essere un fuoriclasse e che lo sta dimostrando (penso agli ultimi due nomi che ho citato) anche dietro ad una scrivania. Se il competitor sarà una figura di scarso appeal, che magari imposterà la sua campagna elettorale sulla demonizzazione dello Zio e basta, beh allora meglio Nicchi.
Non è che ho paura di morire. Solo che non voglio esserci quando accadrà. W. Allen