faccio una considerazione di carattere generale: quando si termina in qualsiasi ruolo (arbitro, assistente, dirigente....) c'è sempre rammarico, delusione e talvolta anche rabbia. E' fisiologico. Però, per fare in modo che tali momenti restino solo delle parentesi di umano scoramento e null'altro, dovrebbero esserci, da parte di chi dirige, delle regole non scritte (codici comportamentali) tali che, quando il momento giunge,... bhe null'altro si può fare che accettarlo. Ma se, invece, una anno si deroga e l'altro no poi un anno si spostano OT di commissione un altro no e così via... allora ci sarà sempre chi oltre alla delusione avrà anche sentimenti di rabbia in quanto riterrà di aver ricevuto un torto rispetto ad altri.
Ma se la linea di comportamento fosse sempre la stessa (ad esempio: niente deroghe per nessuno, al raggiungimento dei limiti si finisce che si chiami Rizzoli o che si chiamo pincopalla) le decisioni, seppur amare, verrebbero accettate con maggior serenità.