da Observer il mar dic 01, 2020 3:23 pm
Guarda Marb, strafregrandosene no. Però.
Vedo uno scollamento generazionale diffuso alla base della nostra associazione. Per quanto uno si sgoli a dire che l’assemblea annuale per votare le relazioni è un momento di forte vita associativa, la gran parte degli associati la vive come una scocciatura, non se ne coglie il senso.
Fare il revisore sezionale, una volta, significava essere una persona di spessore, con spiccate competenze ammnistrative. E significava mettere a disposizione dell’associazione il proprio bagaglio di esperienze e di intelletto. Era un ruolo prestigioso, ambito.
Oggi gli associati rifuggono dalla carica di revisore sezionale come la peste.
Perché? Perché questa sta diventando sempre di più un’associazione transitoria. La militanza anagrafica media nell’associazione diminuisce ogni anno di più. Questo significa che per x associati anziani che escono non ce ne sono altrettanti che entrano, e da qui la crisi vocazionale.
Ma se un ragazzino resta in media pochi anni nell’associazione, giusto il tempo di fare OTS, CRA scoprire che arbitrare non è una baggianata, disamorarsi e mollare tutto, mi spieghi come fai a instillare nei colleghi lo spirito associativo?
Potremmo parlare a lungo di “certi” corsi di qualificazione per Osservatori Arbitrali, quando le commissioni avevano un target da raggiungere di bocciature del 30% circa nelle grandi regioni. Perché occorreva sfrondare, potare l’albero come diceva un nostro ex presidente nazionale con infausta e sgradevole metafora.
Ed oggi, che tempi viviamo? Viviamo i tempi che ci lascia la nostra associazione. Una volta il motto del reclutamento dei corsi arbitri era “un modo diverso di fare sport”. Oggi siamo talmente disperati che promettiamo agli aspiranti arbitri carriere sfolgoranti, crediti formativi, soldi come se piovesse. Infatti, non ci mettiamo un fischietto nelle nostre locandine, come gli Arbitri di Rugby.
Ci mettiamo la faccia di Orsato, e li tentiamo dicendo loro “arriva anche tu in serie A e guadagna centinaia di migliaia di euro all’anno”.
E quale è la risultante di tutto questo? La risultante è che si stanno inaridendo tutte le strutture dell’Associazione. Gli AE pensano alla loro carriera, perché questi sono gli input con cui li bombardiamo da quando entrano in una sezione.
Poi alcuni diventano Osservatori, e per questo iniziano un’altra “carriera” parallela, non sapendo che il ruolo dell’OA con la carriera non c’entra nulla. Ma proprio nulla!
Altri invece diventano presidenti di Sezione, e quindi iniziano a costruirsi un’altra carriera dirigenziale.
Io di presidenti come il mio ex presidente di Sezione, di quando sono entrato in AIA negli anni ’80 … non ne vedo mica in giro.
Persone buone, animate solo dalla volontà di condividere uno sport bello. Che difatti agli aspiranti arbitri diceva loro di non prendere ad esempio i colleghi di serie A … ma di prendere ad esempio la vita che si fa in una sezione.
Un uomo che girava gratuitamente tutti i campi nei quali designava, e mezz’ora la vedeva a turno di tutti i suoi ragazzi. Ma che all’ingresso non si presentava con la tessera di tribuna d’onore, non allargava la bocca dicendo: “sono il presidente degli Arbitri”.
Io di persone così in giro ne vedo sempre meno. E vedo sempre di più della povera gente, che cerca una riscossa personale in un titolo di tolla.
Però ammetto, la mia ormai da alcuni anni è una visione più ristretta e limitata. Viaggio di meno, conosco meno realtà. Magari hai ragione tu!
Lo spero almeno!
E' assurdo dividere le persone in buoni o cattivi. Le persone o sono affascinanti o sono noiose.
(O. Wilde)