UW54 ha scritto:Io pubblicherei la graduatoria per un motivo molto semplice: quando veniva designato, ad esempio, Rocchi per la Roma, tra i tifosi e la stampa giallorossa erano innumerevoli le frasi del tipo “questo è proprio il peggiore in circolazione”, discorso simile con Massa per il Milan e simili. Pubblicando le graduatorie si eviterebbe di sparlare di questo o quell’arbitro solo perché ha commesso due anni prima un errore contro la società X.
Così invece ne avrebbero proprio la conferma se venisse designato l'ultimo in graduatoria. E il collega arriverebbe a dirigere come l'ultimo / il peggiore. Ma dai non scherziamo.
Anche perchè poi cosa servirebbe il designatore? Hai idea le polemiche se a Genoa-Sampdoria mandi il nono? A quel punto dai il coefficiente alle partite e vai in ordine. Se già oggi si fa fatica a "lanciare" qualche scommessa, figuatevi allora.
C'è una via di mezzo in tutto, che può essere quella di condividerla sempre ai raduni solo tra i colleghi coinvolti (oltre alle comunicazioni personali inviate con però cadenza molto più abituale).
-- gio feb 25, 2021 5:29 pm --
UW54 ha scritto:In realtà in questo momento gli insulti se li prende anche il primo in graduatoria... semplicemente mal comune mezzo gaudio. Poi non penso proprio che le squadre di centro classifica di serie B abbiano particolari interessi nel fatto che quello che viene designato è l'ultimo in graduatoria.
Tra l'altro a qualcuno, a sua insaputa, già viene designato l'ultimo in graduatoria. Basterebbe che le società capissero che tutti e 48 devono dirigere qualche gara.
Vi dico io, con che testa va in campo l'ultimo in graduatoria sapendo di esserlo già ora? È contento di essere ultimo? Pensate che quello non venga rispettato perché è ultimo o che è ultimo perché non si fa rispettare? Questo è un mondo competitivo; se hai le qualità vai da ultimo in graduatoria, le tiri fuori, prendi due 8,70 e sicuramente non sei più ultimo. L'AIA non deve tutelare il singolo, ma il collettivo. Chi è più bravo va avanti, gli altri... vanno a casa.
Si in un mondo utopistico la società capirebbe che tutti debbano dirigere qualche gara. Nella realtà l'importante è solo che l'ultimo non debba andare a dirigere la propria partita.