Una vita nell'Associazione
di Anna Maria Implatini
Una vita intensa, ricca di interessi e valori, vissuta tra due famiglie. Da una parte i suoi genitori, che in lui hanno sempre avuto il figlio modello e dall’altra l’Aia, per la quale ha speso anche le sue ultime forze. Ricordiamo Lorenzo Fabbri, che ci ha lasciato in punta di piedi dopo anni difficili e di lotta silenziosa contro una malattia che non è mai stata più forte di lui. Vogliamo pensarla così; io e gli amici di Ravenna, noi che lo conoscevamo bene per la sua disponibilità e discrezione, capace di non turbare gli altri neanche nei momenti di dolore. “Sto bene … il peggio è passato” aveva tenuto a precisare dopo il primo intervento di qualche anno fa. In effetti quella era stata una rinascita che gli aveva donato nuova energia per l’Aia, per quella fuori dai terreni. Sul campo c’è stato per anni, a correre da arbitro e poi da assistente. Dal 1988 al 1997 ha fatto la sua scalata agonistica sino a fischiare in Can D mentre dal 2000 al 2005 ha vissuto il fascino della bandierina. Negli ultimi anni è stato consigliere, segretario e designatore OTP.
Lorenzo ha sempre raccontato la sua Aia, per appassionare gli altri dal punto di vista tecnico e indirizzare i più giovani alla serietà professionale. Poi c’era il Lorenzo comico, quello che da ogni trasferta portava via un racconto da annuario sezionale, con il quale non avevi via di scampo se non con un sorriso. Ci teneva che gli amici ricordassero il suo compleanno … e se succedeva non finiva mai di ringraziarti. Non si arrabbiava ogni volta che i colleghi della regione gli dicevano “salutami tuo fratello”… lui in realtà non ne aveva ma di quella omonimia ne faceva un nuovo espediente.
http://www.aia-figc.it/dettaglio.asp?ID=2655
Al CRA E.Romagna c'erano 2 fratelli entrambi arbitri in eccellenza che avevano il suo stesso cognome,provenienti dalla sua stessa sezione, di poco più giovani di lui...quindi era normale pensare che fossero suoi parenti,per cui ogni volta che qualcuno lo vedeva gli diceva "salutami tuo fratello" o gli domandava "ma sei fratello di..." ormai si era abituato e non ci faceva più nemmeno caso ...