Observer ha scritto:Vi racconto una storiella ...
Una volta, tanti anni fa', quando ero ancora giovane e in fase di crescita come OA a disposizione di un OTN feci una visionatura a una terna in Toscana: prestazione non particolarmente brillante ... voto nella media della categoria. Accompagnando la terna all'auto in un clima scherzoso e gioviale con l'Arbitro feci una esclamazione scherzosa ma del tutto innocente sul bolide da oltre 200 mila euro con cui era arrivato al campo. Del resto, sono un appassionato di motori e ho lavorato nel settore per un decennio e vedere un ragazzo così giovane su un tale ben di Dio mi portò a fare una battuta di spirito. Ci salutammo con AE e AA e la cosa per me finì li, come mille altre volte. Per me, una visionatura come mille altre.
Due giorni dopo, mi chiamò il mio OT (referente Osservatori dell'OTN presso cui operavo) riferendomi che l'Arbitro si era andato a lamentare dal suo OT (Arbitri) del mio comportamento dissacratorio e discriminatorio nei suoi confronti. Probabilmente non aveva gradito la valutazione non in linea con le sue aspettative, e si attaccava al fumo di una pipa pur di trovare un capro espiatorio. E io mi beccai una bella confidenziale, e una bella strigliata.
Ma capii l'antifona ... molto bene!
casualmente i "figli d'arte" arrivano minimo minimo in serie D, anche se sono "cagnacci". un po come succede nelle abilitazioni di taluni ordini professionali, quando a esaminarti è uno che conosce "paparino".
Due anno dopo altra visionatura, altro OTN, vedo in centro Italia un Arbitro Effettivo (peraltro, figlio d'arte) mi contestò apertamente in spogliatoio perché evidentemente non aveva gradito la mia valutazione della sua prestazione. Alle volte capita! Memore di quanto accaduto, e supportato poi a posteriori dalla ricostruzione fornita dai colleghi AA presenti al colloquio, non ho nemmeno terminato il colloquio, mi sono congedato con educazione e rispetto verso quel ragazzo, sono uscito dallo spogliatoio ma ancora prima di arrivare all'uscita dello stadio ho chiamato "immediatamente" il mio OT di riferimento, riferendo tutto quello che questo Collega aveva detto in presenza di altri 2 colleghi. Vi assicuro che erano cose pesanti.
Quale è la morale della favola? La morale della favola?
1) quando succede qualcosa in spogliatoio, occorre sempre riferire. E mi pare che De Meo lo abbia fatto riferendo al suo OT Manganelli.
2) Un Osservatore lavora con le aspirazioni e con i desideri dei ragazzi. Uno 0,10 in più o in meno cambiano una media, spostano un equilibrio, e determinano una graduatoria. Questa considerazione deve essere "primaria" nella gestione di una visionatura e deve essere primaria l'idea che non ti puoi permettere di entrare in uno spogliatoio, e mettere all'asta uno 0,10 in più facendo battute di spirito, o parlando del numero di gare che hai fatto in categoria questa stagione. Chi lo fa, non ha rispetto del ruolo dell'Osservatore, e non ha rispetto del proprio ruolo perché non tiene nel dovuto conto che hai a che fare con delle persone. E le persone meritano attenzione e rispetto. Quindi il comportamento del Collega a me pare obbiettivamente non in linea con la mia idea di etica di come si dovrebbe condurre un colloquio.
Io questa cosa l'ho imparata in Toscana ... tanti anni fa' e da allora, mai e poi mai mi sono permesso di fare una battuta di spirito, una nota di colore, una confidenza, un pour parler ne in sede di colloqui, ne tanto meno quando è capitato a cena con le terne. Mai!
Per il resto, la situazione mi pare ancora troppo infarcita di "si dice" ... "si suppone" ... per questo consiglio prudenza. Sarà più utile commentare questa vicenda, quando i contorni saranno più delimitati.