Per conto mio avevo auspicato un totale ricambio dopo il disastro del team Trentalange (che, per chiarezza, un anno prima avevo appoggiato ritenendo opportuno un cambiamento seppur minimo), e pertanto non gradisco particolarmente l'attuale governance, in parte confermata, in parte nuova solo formalmente, ma legata a doppio mandato con la precedente.
Premettendo tutto ciò, credo che nel momento in cui si fa una squadra, per convinzione o convenienza, credo che spaccarsi senza durare neppure un anno sia cosa abbastanza esecrabile. Sui singoli temi, ci possono essere (e probabilmente ci saranno) ragioni da ambo le parti, ma è il modus operandi che è folle.
Sull'attesa del "messia", credo che abbiamo avuto sufficienti dimostrazioni in tutti i campi che l'uomo forte che risolve i problemi sia una pura illusione. Più che un uomo forte serve un uomo capace, e -son costretto a ripetermi- saper fischiare i calci di rigore non c'azzecca nulla con saper gestire managerialmente una azienda.
Secondo voi quante aziende, fuori dal mondo Aia, sarebbero disposte a prendere Rocchi o Orsato (o Damato o Trefoloni) come AD?
Poi, ribadisco, non rammarichiamoci se non si risolvono questioni come violenza e rimborsi, se la selezione avviene per cursus honorum e non per reali capacità.