Scomparsa Roberto Armienti sez.Bologna

[ATAF]

Dal sito della Sezione AiA di Bologna si apprende la scomparsa di Roberto Armienti. Ex Presidente della stessa sezione negli anni 90, poi diventato Presidente Cra nel 2006 quando a capo dell' AiA vi era Luigi Agnolin.
Ho avuto modo di conoscerlo. E a parte un carattere all apparenza molto forte, è stato un Dirigente che si è adoperato molto per quella Sezione. Che riposi in pace.

[BlueLord]

Addio Armienti: scoprì Rizzoli e Collina Il ricordo dell’ex presidente della sezione Aia di Bologna, scomparso ieri a 82 anni .

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È stato, con Ferdinando Reggiani, il pilastro della Sezione Aia di Via Belle Arti dove Pierluigi Collina è diventato Pierluigi Collina. È stato il Presidente della Sezione Aia di Viale Vighi dove Nicola Rizzoli è diventato Nicola Rizzoli. Ma, soprattutto, è stato una delle persone più intelligenti che abbia mai conosciuto, sempre propositivo e di stimolo per i più giovani. Roberto Armienti è venuto a visionare anche me, più volte peraltro, mentre fischiettavo su campi sperduti dello Stivale, l’ultima nelle Marche, accompagnato da Ermanno Amorati con la sua Uno bianca, altro gigante della dirigenza arbitrale bolognese e nazionale. Al termine della partita, con il suo solito tatto, mi disse: «Meglio che ti dedichi a tempo pieno all’avvocatura, dove, forse, hai qualche chance, perché con l’arbitraggio hai vita breve». Vittorio Benedetti, designatore della CAN D, da Roma, probabilmente sentì l’anatema e, al termine di quel campionato, pose fine alla mia parentesi in giacchetta nera.
Ha avuto ragione anche in quel pronostico il burbero Roberto da Loiano, burbero solo all’apparenza, però, perché, sotto la corazza, aveva un cuore grande così. Casa sua era sempre aperta, estate e inverno, per un tuffo in piscina o una sauna, una grigliata o una tagliatella, curioso del mondo che lo circondava: non so quante volte mi abbia chiamato, ad ogni ora, per sapere di questo o quel presidente squalificato, della strategia migliore per difenderlo, dell’allenatore esonerato o del procedimento per illecito sportivo del momento. Memorabile l’incontro, nella sala di attesa del mio Studio, in Via Dè Marchi, con Giuseppe Gazzoni Frascara, all’epoca alla guida del Bfc, nei primi anni del terzo millennio. Mentre erano entrambi seduti, uno di fronte all’altro, Roberto, vincendo ogni imbarazzo (non era certo da lui rimanere in silenzio), si alzò e si presentò al Pres, porgendogli la mano e spiegandogli chi era. Al che, Giuseppe, dopo avere appreso che il “baffo” era a capo degli arbitri bolognesi ed il motivo per cui si trovava, come lui, ad attendermi, disse: «Dammi del tu Roberto perché gli amici di Mattia sono i miei amici». Ne rimase molto contento.
Sabato sera l’ho visto per l’ultima volta, al Ristorante da Benvenuti a Loiano, dove, seppur fiaccato dalla malattia, abbiamo trascorso ore liete, ma il destino, ormai, era segnato. Ad impreziosire la cena, qualche videochiamata, con tanto di commozione e lacrimuccia, a Pierluigi Collina, Stefano Tedeschi e Matteo Marani. Un unico cruccio lo ha accompagnato negli ultimi anni: avere assistito alla lenta, ma inesorabile, trasformazione della sua “vecchia” Aia, Associazione Italiana Arbitri, che non sentiva più sua. Adesso tocca a tutti noi ricordarlo, appena possibile, con i mezzi a disposizione, perché uomini come Roberto meritano tutti gli onori, oltre ad abbracciare Giovanna, la sua sposa e innamorata.
Che la terra ti sia lieve Roberto e, da lassù, non divertirti troppo con il tuo amico fraterno Luigi, arbitro di Bassano del Grappa.

Di Mattia Grassani per Il Corriere dello Sport