marblearch ha scritto:Giusto, quando leggono le condizioni contrattuali..."...Perchè le richieste della FIGC sono economicamente insostenibili per chiunque...".
non occorre aggiungere altro.
Vediamo di capirci bene.
Se io firmo un contratto di sponsorizzazione che dice che mi impegno a darti 30000 divise ogni due anni, più mi pare di ricordare 400000 euro in 3 anni, sto firmando un contratto smaccatamente in perdita. Il margine netto medio di una divisa da arbitro importata in contanier dal Far East si attesta sul 50% mediamente, a andar bene e sono anche troppo generoso. Questo significa che su un kit mediamente venduto a 100 euro, 50 euro sono di costi e 50 euro sono di profitto. E magari fosse! Ora, se mi impegno a fornire per 3 anni a fornire 2 lotti da 30000 divise, significa che lo sponsor tecnico sosterrà circa 3 milioni di euro di costi, che non avranno rientro.
Più le spedizioni a 205 sezioni, 20 CRA e agli OTN. Più i costi di magazzinaggio.
Insomma, domanda sciocca: quanti kit deve programmare di vendere lo sponsor tecnico per recuperare 3 milioni di costi e andare a pareggio con l’investimento? Circa 60 mila kit in 3 anni, e questo solo per andare in pari con l’investimento speso.
Ovviamente questo è assurdo, e i costi pubblicitari non si calcolano in base al carrello (non siamo su un e-commerce e non stiamo parlando di pubblicità su Google AdWords) ma un investimento si misura sul ROCE ovvero sul return on capital employed.
Perchè allora si fanno investimenti pubblicitari? Prima di tutto perchè per il DM semplificazione fiscale del 2014, le spese di pubblicità sono detraibili al 50% e quindi sulla metà del capitale impegnato non pagherò tasse. E scusate se è poco.
Ma al netto di questo, il ritorno di immagine va misurato. Ogni volta che un Arbitro ammonisce, ogni volta che un Assistente segnala il logo dello sponsor tecnico viene esposto. E lo vedono i tifosi e gli appassionati. Ma quanto questo si riflette sulla appetibilità del marchio? Sull’importo del carrello medio?
L’esperienze ci dice che soprattutto su un brand “entry level” come Legea, questa esposizione pubblicitaria paga poco. Perchè non ci sono i rientri di capitare che ci si aspettava.
Vero è che esiste anche il Marchandising e che l’attiale sponsor tecnico ha lavorato MOLTO MEGLIO del precedente. Allestendo una linea completa, offrendo delle alternative. Ma occorre vedere se tutti questi investimenti sulla gamma, e sul prodotto, avranno prodotto un succcesso
Essendo il mio lavoro contare i numeri, ne dubito.