Non si è fatta tardare la risposta, alquanto scocciata, del presidente NIcchi ad Arcangelo Pezzella.
Noi la pubblichiamo in anteprima assoluta, visto che il sito ufficiale dell'AIA, sarà pure nuovo, ma non è neanche in grado di pubblicare tempestivamente una lettera del presidente dell'AIA.
Eccola a voi (ci possono essere errori ortografici dovuti alla conversione da pdf a testo):
Caro dott. Pezzella,
ho letto con attenzione la Tua missiva in oggetto (diffusa tramite un indirizzo e mail privato di una tipografia?) e rispondo prontamente con la franchezza che, unitamente al rispetto, deve improntare ogni rapporto tra associati.
A parte la singolarità di apprendere da chi istituzionalmente non rappresenta la “sezione arbitri di Frattamaggiore” che tale Sezione è disponibile a organizzare a sue esclusive cure e spese una riunione associativa di un'imprecisata “base” (I Presidenti Sezionali? I 34 mila associati?), dalla Tua lettera mi pare emerga, una conoscenza erronea o superficiale di quanto avviene nella nostra Associazione che Ti ha fatto svolgere affermazioni che non solo non condivido, ma che sembrano oggettivamente infondate.
Affermare, infatti, che la fantomatica “base” non sarebbe stata ancora “coinvolta, interessata, sollecitata, interpellata e... perfino trascurata” su una rilevante questione - l'autonomia tecnica dell'A.I.A. nel futuro Statuto federale non è un fatto, ma una Tua illazione priva di alcun fondamento e che rigetto fermamente, se è vero come è vero:
- che, già alla dell'ottobre scorso, tutti i Presidenti sezionali - convocati per la seconda volta,proprio a Caserta, e con l'intento di organizzare la terza riunione Plenaria, in assenza, nota bene, di qualsiasi norma regolamentare che lo imponesse - hanno non solo discusso della predetta questione con la Presidenza ed il Comitato Nazionale, ma hanno pure ricevuto il testo integrale delle proposte dell”A.I.A. sulla riforma statutaria per poterlo esaminare liberamente con tutti gli associati (tant'è che, poi, si sono avuti ripetuti riscontri di consenso proprio dalla periferia)
- che, non più tardi di quattro giorni fa, tutti i Presidenti Regionali e i Delegati degli ufficiali di gara sono stati formalmente e compiutamente informati dello stato dei lavori della Commissione Federale per la modifica dello Statuto federale e della posizione dell°A.I.A., con unanime condivisione di un documento che riassume le ragioni di quest'ultima;
- che, sul sito istituzionale, ogni associato della base potrà leggere quanto si è discusso e deciso insieme a tutti i colleghi del Consiglio Centrale (ed anche questa è un'innovazione che nessuna norma ci imponeva);
- che, in ogni singola sezione da me visitata in questi mesi (Napoli compresa), anche l'ultimo associato della famosa base ha potuto sentire chiaramente come l'autonomia tecnica della nostra Associazione sia un valore intangibile (anche se, all'evidenza, tale chiarezza non è stata sufficiente per tutti).
Dunque, se - forse - non hai contatti frequenti con chi istituzionalmente ha ricevuto completa comunicazione dello stato della questione in oggetto, ciò non Ti autorizza a ritenere che essa sia stata omessa e che, sul punto, sussista “impasse, inerzia, silenzio, pur inconsapevole noncuranza nei riguardi della base democratica” (la stessa base, tra l'altro, cui hai quest'anno ritenuto opportuno non trasmettere le Tue conoscenze tecniche maturate in campo nazionale e internazionale, rifiutando, legittimamente s'intende, di svolgere l'attività di “mentor” dei giovani arbitri campani nel corso della corrente stagione e, sempre la base di cui oggi parli, nelle penultime elezioni ha visto presentare le Tue candidature prima a Presidente e poi a componente del Comitato Nazionale per poi vederle strategicamente ritirare con immediatezza).
L'aver informato, ovviamente, non significa nascondersi che altre componenti intendano intervenire su tale autonomia, ma credo Tu convenga con me che la democrazia da Te tanto invocata significhi rispetto dei pareri altrui, anche se non condivisi ed, anzi, come nel caso di specie - fermamente contestati.
E, come ben sai, il principio democratico è inscindibilmente legato a quello di rappresentanza e, in forza di questo mandato rappresentativo, non è la Presidenza o il Comitato Nazionale. ma è l'intera Associazione che opera nelle commissioni federali, ove la competenza, la passione, la tenace professionalità del Vice Presidente Pisacreta e alla guida, dal luglio 2010, della nostra delegazione - è unanimamente riconosciuta (altro che posizione “defilata”!).
Se, invece, di inviare lettere a tutto il mondo arbitrale, mi avessi chiamato, Ti avrei spiegato che, a tutt'oggi, nulla è stato ancora deciso suil'autonomia tecnica dell'A.I.A. e certamente non mancherò, nel caso ce ne fosse bisogno, di continuare a informare sia all'interno che all'esterno della nostra Associazione le nostre posizioni e intendimenti.
La tutela dell'autonomia tecnica dell'A.I.A. non abbisogna, allo stato, di riunioni di massa, ma il fermo richiamo dei principi che, nel gennaio 2007, il Commissario straordinario nominato dal C.O.N.I.- e non gli arbitri, come pensi - volle per la prima volta introdurre nello Statuto federale, ritenendo, appunto, che rimettere all'A.I.A. la nomina degli organi tecnici significasse garantire piena indipendenza e terzietà dell'attività arbitrale.
Leggendo la Tua lettera mi assale - consentimi la franchezza il ricordo di un'Assocíazione che, in ogni caso, non appartiene a me, a Narciso, ai miei collaboratori e ai nostri arbitri.
Tutti a parole diciamo di voler tutelare l'autonomia tecnica dell'A.I.A., ma, in concreto, vi è sempre chi non rinuncia a esprimere i “distinguo”, a mandare lettere aperte, a interpretare la base o, meglio, ad arrogarsi il diritto di parlare per conto di essa e a privilegiare propri a quelli dell”intera Associazione.
Poi, penso ai Presidenti regionali incontrati qualche giorno fa, ai Presidenti sezionali e ai tanti arbitri cui la vera “autonomia” sta a cuore e continuo, con tutti i miei collaboratori, a perseguire non un esercizio di potere, ma la ferma riaffermazione delle regole per fornire un servizio sempre più adeguato al mondo del calcio.
Un'ultima osservazione, che vale anche per tutti coloro che, dopo aver ricevuto la Tua lettera, leggeramo la presente per opportuna conoscenza.
Se un Presidente regionale, sezionale o un associato ha osservazioni, rilievi, suggerimenti ed anche critiche da fare al Presidente Nazionale, Le invii pure al solo sottoscritto e, come sempre accaduto laddove si usi correttezza e rispetto dei ruoli, otterrà adeguata risposta.
Se, viceversa, qualclmo cerca di utilizzare la figura del Presidente Nazionale come un modesto escamorage per far sapere a tutto il mondo arbitrale qual è il proprio pensiero, correttezza ed educazione istituzionale imporrebbero che la lettera fosse indirizzata ai soli veri destinatari e non allo scrivente e soprattutto non a tutta l'A.I.A., fermo restando che, anche nei rapporti epistolari, le norme regolamentari impongono rispetto dei ruoli istituzionali, rettitudine, lealtà e difesa della credibilità e immagine delI°AlA e del ruolo arbitrale e vietano ogni attività di carattere propagandistico prima della formale indizione delle assemblee elettive.
Cordiali saluti.
IL PRESIDENTE
Marcello Nicchi