Un arbitro di calcio ha bisogno di anni di prove per maturare e può scomparire dopo 90 minuti maledetti. La presunzione lo accompagna subito, anzi la sua crescita è figlia della presunzione che lo trasforma in uomo determinato. Gli arbitri finiscono per provare soddisfazione nel valutare gioco e calciatori: l' arbitro arrogante può piacere alle squadre e al pubblico perché decide subito, per tutti. Poi, con l' analisi tecnologica delle sue decisioni sul campo e innescandosi qualche faticosa riflessione, si passa alla selezione di questi primi tentativi di arbitro: la presunzione camuffava, in realtà, solo fragilità. Paolo Tagliavento ha percorso anche queste strade, sostituendo l' iniziale presunzione con una spiccata autoeducazione tecnica che gli provocava una crescita segreta dell' autostima. Non aveva successo però, era già in serie A, perché appariva ruvido e libero, modesto e non arrogante al punto giusto. Mantenne questa linea e incrociò lo stato di grazia, che tutto ti permette, in un Inter-Sampdoria: un arbitraggio perfetto, che spaventò perfino la Samp che temeva, dopo le espulsioni interiste, qualche sua umana debolezza. Riportò a galla la figura dell' arbitro infallibile: la sua scompostezza ruvida e la sua autonomia divennero qualità. Disse «spero di poter ripetere una partita così e di essere apprezzato dai miei colleghi: ma ho paura di restare solo». L' infallibilità che aveva mostrato per 90 minuti divenne un peso. La sua severità tecnica e disciplinare fu ancora esibita e apprezzata ma al calcio di questi ultimi tempi sembrò superato: il rischio di decimare le squadre, attraverso fischi, falli e cartellini non appariva idoneo a mantenere il gioco sempre in movimento, senza interruzioni. Non è riuscito ad opporsi a questa tendenza ormai diffusa: ha abbandonato un pensiero arbitrale così pregiato per adagiarsi sull' interpretazione di gruppo, che marcia verso l' arbitro trasparente, innocuo e leggero. Milan-Juventus richiedeva un arbitro in stato di grazia, che potesse vedere tutto: ha trovato un arbitro a cui è mancata perfino l' iniziale presunzione. È uscito scuotendo la testa: un primo segnale di risveglio.
Casarin Paolo
fonte: Corriere della Sera