"Qualcuno aveva portato l'Associazione Italiana Arbitri a picco, invece il lavoro di tutti l'ha riportata a galla. Ora non c'è più spazio per i pirati". Il presidente nazionale degli arbitri Marcello Nicchi getta veleno sui suoi predecessori. E lo fa intervenendo alla festa di fine anno della sezione spezzina. Davanti ai presidenti delle sette sezioni liguri e ad alcune centiaia di fischietti provenienti da tutta la liguria, si è riferito al recente passato dell'associazione in termini non proprio lusinghieri.
A nostra domanda su chi fossero questi pirati, Nicchi ha abbozzato una retromarcia imbarazzata: "Era una battuta". Che si riferisse al recente passato tra Moggiopoli e dintorini, con diverse condanne inflitte dal Tribunale di Napoli?
L'ex fischietto aretino ne ha avute anche per i calciatori di serie A: "Quest'anno il campionato maggiore è stato allo sbando: si sono visti professionisti milionari in crisi di nervi fare delle gazzarre assurde, azzuffarsi sul nulla, per gli arbitri è stato più difficile avere a che fare con loro che con i dilettanti".
E riferendosi ai giocatori del Genoa, senza nominarli, li ha duramente stigmatizzati: "C'è stata gente che ha consegnato la maglia ai delinquenti, gli arbitri non la consegneranno mai, senza di noi il movimento non esisterebbe." Ma mentre il mondo dilettantistico "sta prendendo coscienza e sta migliorando nei comportamenti, ora è il professionismo che deve fare altrettanto." Ma non è tutto nero l'orizzonte per il presidente dell'AIA: "Si sta capendo che l'arbitro sbaglia come un portiere o un centravanti, dopo un minuto non si parla più dell'errore. Questa è una grande conquista".
Buone notizie anche sul fronte della violenza che spesso vede vittime gli arbitri, specialmente nei campi minori:" In un anno le aggressioni degli arbitri sono passate da 600 a 320 a fronte di 1300 di alcuni anni fa. Chi fa violenza agli arbitri deve pagare salato, chi non sa stare dentro un campo va cacciato." Per i fischietti valanghe di miele e l'orgogli di non avere avuto a che fare "con lo schifo delle scommesse". Con una certezza: "Noi il campionato lo arbitreremo, non si sa ancora chi lo giocherà"
fonte: Il secolo XIX