Un anno di stop: è “maschilista”
CALCIO/IL CASO. Maxisqualifica per Battistella, tecnico degli allievi del Lonigo, che se l'è presa con un arbitro donna
Ma l'allenatore si difende: «Non tutto quel che è scritto sul comunicato della Figc è vero»
«Se non fischia questo fallo, di là nell'altro campo giocano una partita di rugby». Sono queste le parole che - a detta dell'allenatore degli Allievi del Lonigo, Maurizio Battistella - gli sarebbero costate l'espulsione dal campo. Peccato che la squalifica servita dal comunicato della Federazione lo allontani dalla panchina fino al 30 novembre 2013. «Invitato ad uscire dal campo per le continue e pressanti proteste maschiliste nei confronti dell'arbitro – si legge – entrava nel terreno di gioco con tono minaccioso e, rivolgendosi allo stesso con insistenti offese, insulti e minacce, lo colpiva al volto con schizzi di saliva». Già, perché l'arbitro della partita Lonigo-Sambonifacese è una donna, nella fattispecie Anna Frazza della sezione di Schio. Dal canto suo Battistella non ci sta a essere tacciato di maschilismo, spiegando di essersi alterato a causa «dell'ennesimo fallo non visto dall'arbitro». «Per quanto riguarda il linguaggio – prosegue l'allenatore - quelli che vengono definiti “schizzi di saliva” sono semplicemente la causa di quando parlo in maniera concitata. Le ho detto che invece di farsi raccomandare dal padre (Ivano Frazza, anch'egli arbitro, ndr) poteva andare a farsi un giro al centro commerciale la domenica». Ma l'accusa dalla quale Battistella si discosta maggiormente è un'altra. «Invitato nuovamente a uscire dal campo – si legge sempre nel comunicato – reiterava le offese accompagnate da linguaggio blasfemo». «Mi sento offeso e diffamato – dichiara l'allenatore – perché non ho mai pronunciato una bestemmia in vita mia, e i miei giocatori per primi sanno quanto mi arrabbio se qualcuno lo fa. Mi batto da sempre contro questo tipo di comportamenti, dopo essermi sposato ho addirittura aperto un oratorio a casa mia ospitando un sacco di ragazzi». Un'accusa che Battistella non è disposto ad accettare, soprattutto in virtù di quel «rapporto educativo che coltivo quotidianamente con i miei ragazzi». Ma l'episodio, poi, è proseguito anche fuori dal campo. «Al termine della partita – racconta il tecnico – i genitori mi hanno domandato il perché i ragazzi non uscissero dagli spogliatoi. Io ho spiegato loro che i documenti li aveva ancora l'arbitro il quale, da circa 40 minuti, stava discutendo con il commissario di campo, mancando così di rispetto a chi stava aspettando fuori. Per tutta risposta, il commissario di campo è uscito dicendomi di imparare l'educazione, perché finché lui era lì noi avremmo dovuto aspettare». Insomma, un episodio sicuramente concitato che quasi certamente avrà altri risvolti. «In questi giorni parlerò con i dirigenti della società per chiarire definitivamente l'accaduto – conclude Battistella - e per decidere come muoverci nei confronti della Federazione».
Fonte: ilgiornaledivicenza.it